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Partendo dallo scenario di decadenza del primo dopoguerra ed agganciandosi alla crisi che sta sconvolgendo oggi le famiglie, la società e che sta cambiando abitudini, linguaggi, portando al regresso, il regista catanese  Nicola Alberto Orofino ha riletto il capolavoro assoluto di Nino Martoglio  “’U Contra”, mettendone in scena al Teatro del Canovaccio

di Catania una edizione sicuramente intrigante e ricca di interessanti spunti.  Rifacendosi al testo originale di Martoglio lo spettacolo, in due atti, rivisitato dal regista Nicola Alberto Orofino, è diventato “‘U Contra anno 2063” ed è stato proposto all’interno della rassegna “XXI in Scena”.
Secondo le intenzioni del regista, su una scena spoglia, con qualche oggetto che ricorda l’era moderna e quella passata, i protagonisti dello storico quartiere catanese della Civita, ignorante e intriso di pregiudizi, si muovono in una sorta di set di una città post-atomica. Il personaggio cardine di “’U Contra”, ovvero Don Procopiu Ballacchieri, con gli altri protagonisti, insoliti e dal linguaggio quasi incomprensibile, sembrano aver dimenticato persino il significato delle parole che hanno raccontato la nostra civiltà, come ad esempio la parola “igiene”.
Gli oggetti in scena solo solamente ornamentali e creano una vera e propria atmosfera post atomica in un mondo in cui ignoranza e caos hanno preso il sopravvento sull’ordine ed il linguaggio, il modo di esprimersi, di farsi capire, non segue nessuna regola ed anche l’abbigliamento è fuori controllo.
In scena, in un qualsiasi spazio del quartiere, Don Procopiu e gli altri surreali personaggi martogliani discutono sulle modalità di propagazione del colera ed emergono due contrastanti correnti di pensiero, quella del gruppo dei “baddisti” che pensa che il morbo si diffonda attraverso gli untori e quella dei “culunnisti” secondo cui il colera viene importato attraverso il vento di Scirocco. Alla fine quello più coinvolto è il povero Don Procopiu che, nascondendo con dignità la sua povera condizione e passando dalle divertenti lezioni alle povere donne del quartiere, arriverà a dover operare una difficile scelta: seguire il proprio rigore morale o annegare la propria coscienza per la sopravvivenza dei suoi concittadini. Da autentico maestro di vita popolare Don Procopiu sceglierà una strada nobile e piena di saggezza. Nei panni del protagonista Don Procopiu, il convincente Cosimo Coltraro accompagnato e collaborato nei vari e surreali ruoli da Alessandra Barbagallo, Francesco Bernava, Giuseppe Carbone, Amalia Contarini, Daniela Cunsolo, Alice Ferlito, Stefania Micale, Lucia Portale, Silvio Salinari ed il piccolo Pepi Nicoletti. Le scene ed i costumi sono di Federico Marchese e Nicola Alberto Orofino, le musiche di Bach.
Spettacolo che, secondo la lettura registica di Nicola Alberto Orofino, propone una visione futuristica e post-atomica di “‘U Contra”, soffermandosi sulla crisi, sulla povertà e sull’ignoranza che porta al regresso, operando, attraverso la spontaneità della recitazione, una riflessione sulle modalità espressive del linguaggio martogliano, inducendo il pubblico anche a ripensare ai tanti “colera” dei nostri tempi. “La messinscena – come ribadisce lo stesso regista - è sicuramente provocatoria e sbatte in faccia una Sicilia atavica e comica, dove i personaggi si esprimono in un siciliano ricco di spropositi linguistici e deformazioni lessicali, che finisce per contagiare una certa ansia e paura per l’attuale situazione”.  Pubblico interessato, a tratti confuso da una recitazione, da un dialetto, eccessivamente gridato, ma che, comunque, ha applaudito e colto le provocazioni, gli spunti innovativi e moderni di questa edizione di “’U Contra”.

‘U Contra anno 2063
...e se la crisi portasse regresso?
di Nino Martoglio
Regia di Nicola Alberto Orofino
Con Alessandra Barbagallo, Francesco Bernava, Giuseppe Carbone, Amalia Contarini, Daniela Cunsolo, Alice Ferlito, Cosimo Coltraro, Stefania Micale, Lucia Portale, Silvio Salinari e Pepi Nicoletti
Ideazione costumi e scene di Federico Marchese e Nicola Alberto Orofino
Musiche di J.S. Bach
Foto di scena di Antonio Licari
Produzione XXI in Scena – Teatro del Canovaccio Catania -11 -14 aprile 2013
Don Procopiu Ballacchieri - Cosimo Coltraro
Cicca Stonchiti - Amalia Contarini
Sara la Petrajana - Alice Ferlito
Tina - Alessandra Barbagallo
Cuncetta Pecurajanca - Daniela Cunsolo
Pippinu - Francesco Bernava
Don Cocimu Binanti - Giuseppe Carbone
Betta la Cririchiri - Lucia Portale
La zã Petra la Buzzicusa - Stefania Micale
Lu dutturi Anfusu - Silvio Salinari
Lu facchinu di l’igieni - Pepi Nicoletti