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A Milano, sotto un cielo, ancora piovoso, purtroppo, abbiamo assistito ai “passaggi di una cruda realtà”, ne abbiamo sentito “l’odore insopportabile”. Al teatro Out Off è arrivata la CARROZZERIA ORFEO con la sua TRILOGIA. Dal 14 al 26 maggio: Robe delle Altro Mondo (14-19 maggio), Sul Confine (21-23 maggio) e dulcis in fundo…IDOLI (24-26 maggio). CARROZZERIA DI ORFEO: il nome originale nasce da un duplice desiderio, tenere insieme il mestiere, la manualità dell’artigiano, del carrozziere, con la volontà di vivere qualcosa di magico, di onirico, musicale, attraverso la figura di Orfeo. Il 4 novembre a Castrovillari, in occasione del Festival Primavera dei Teatri, la compagnia ha ricevuto il Premio della Critica 2012, con la seguente motivazione: “la Compagnia ha saputo elaborare un preciso linguaggio di originali drammaturgie, costruite partendo dall’improvvisazione e dal montaggio scenico, creando così un proprio metodo di lavoro basato sulla creazione collettiva. Con i suoi spettacoli Carrozzeria Orfeo ha realizzato un interessante percorso, ha esplorato diversi territori di scrittura, recitazione, messa in scena, ha trovato ispirazione nelle storie e nella cronaca del proprio tempo, mantenendo inalterato lo sguardo adolescente alla scoperta del mondo e l’attenzione a differenti tecniche espressive, fuse insieme in una poetica ricca di invenzioni e di sorprese, di scatenata e irriverente ironia, di soluzioni visionarie e di tensione drammatica” Non male come inizio, la compagnia, infatti si è costituita da poco, nel 2007. Con IDOLI (testo finalista al PREMIO HYSTRIO per la Drammaturgia 2011, spettacolo vincitore della RASSEGNA AUTOGESTITO al Teatro Quirino di Roma) si raggiunge un livello alto di espressione. Una storia come tante (protagonisti una coppia, una famiglia, un nipote e un nonno), per raccontare una realtà che sa di tenebre e oscurità. E’ difficile tenere in vita il mito di Orfeo. Carrozzeria di Orfeo, lo fa benissimo, offrendoci una rilettura, drammatica e ironica al tempo stesso.  Orfeo stavolta deve attraversare non più l’Ade, ma gli Idoli contemporanei che hanno gettano l’umanità nel buio, “nuovi vizi”. Non si tratta di aspetti della personalità (avarizia, golosità, superbia, ecc.), ma di forme sociali: la voluttà dello shopping, la dipendenza dalla merce, l’abbondanza, che conducono al dissolvimento della personalità. I vizi capitali della nostra società, consumismo, conformismo, nichilismo, culto del vuoto, sessuomania, divismo, razzismo, xenofobia sono nascosti dietro l’apparente normalità di un linguaggio vuoto, banale. Attraverso frammenti che vanno componendosi in un intreccio che si costruisce e si svela mano a mano, vengono mostrate le deformazioni, le tendenze paurose, gli incubi individuali, le visioni distorte, del quadro scenico contemporaneo. Tendenze psicopatologiche, il termine è usato da Umberto Galimberti nel libro a cui Idoli si ispira: I VIZI CAPITALI E I NUOVI VIZI “Come al solito non sono mai le virtù ma sempre i vizi a dirci chi è, di volta in volta, l’uomo”. Smarriti e fragili, in cerca di un equilibrio di una via di fuga, gli uomini e le donne di Idoli, circondati da spazi vuoti si smarriscono in una società troppo “piena”. La parola scenica di Gabriele Di Luca è tagliente, cruda, affascinante; ha un ritmo che sorprende, è musicale. Le musiche originali Massimiliano Setti creano un’istanza motrice che regala empatia ed emotività, le note dolorose e riflessive, arricchiscono il copione, potenziando i significati e le visioni della regia. L’idea registica è originale e calibrata, nessuno resta nell’ombra, ogni gesto, ogni espressione regala suggestioni e sorprese. La rappresentazione è costruita come una serie di scatole cinesi che svelano sofferenze, fino al quadro finale commovente. Gli attori, in sintonia fra loro, mostrano un urgenza del fare e del dire che contagia la platea in un magnetismo di energia, fino ad arrivare al culmine di quel processo, definito da Stanislavskij “radiazione”. Carrozzeria di Orfeo attraverso un teatro fisico ai confini con la danza, esplora il mondo contemporaneo in una cornice emotiva attraversata da una tensione drammatica, mitica. Gli studiosi di letteratura dicono che il tempo del mito è un tempo circolare, un non tempo, che procede per ripetizioni, per singoli episodi, il cui legame viene svelato nel finale. Accade così anche nella struttura drammaturgica di Idoli dove il tempo narrativo prende le dimensioni di una cerimonia costituita da passaggi successivi, fino alla degradazione tragica. Ma dov’è il mito? Dov’è Orfeo? Si nasconde sul palcoscenico, certo, ma anche in sala, perché Orfeo siamo noi, tutti noi, che disperatamente cerchiamo di sopravvivere in questo marasma. Ognuno in pena per la sua Euridice.

IDOLI
Carrozzeria Orfeo / Centro RAT-Teatro dell’Acquario
co-prodotto da Kilowatt Festival
Drammaturgia Gabriele Di Luca.
Regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
Con Gabriele Di Luca, Giulia Maulucci, Valentina Picello, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi.
Scene Claire Pasquier.
Musiche originali Massimiliano Setti.
Luci Diego Sacchi, organizzazione Luisa Supino, disegni e grafica Giacomo Trivellini