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Anche quest’anno non volevamo mancare all’appuntamento con Manlio Santanelli e con IL Teatro Cerca Casa. Il “format” scenico,  ambientato all’interno di appartamenti o sale private, generosamente offerte da proprietari e associazioni, continua il suo viaggio. Fortemente riconosciuto dal pubblico e seguito da numerosi amanti del genere e non, il teatro in appartamento presenta un vasto cartellone costituito da vecchi e nuovi amici.
Santanelli quest’anno debutta con VIRGINIA E SUA ZIA, storia legata alla voce  e alla presenza di Tina Femiano, che afferma di amare molto il personaggio di Virginia, interpretato da e per molti anni. Spettacolo adatto alla connotazione ambientale caratterizzata da piccoli ambienti e ristretto pubblico, inteso dal punto di vista numerico. In effetti si tratta di uno spettacolo accessibile a tutti, persino ai più piccoli.  Virginia viene ospitata nella sala dell’Associazione “Giacoia” di Napoli.
Se precedentemente la “seconda voce” era affidata ad un violoncello, quest’anno la giovane violinista, figlia d’arte, Aurora Sanarico, interpreta le lamentele della vecchia zia. La storia è comune, come molte delle storie proposte da Santanelli: ecco perché tocca il cuore di un pubblico variegato. Una zitella che vive con la vecchia zia paralitica, sacrificando la sua vita per lei, fino a quando sembra trovare un amore. L’ambientazione serrata, all’interno di un ambiente familiare e mai esposto all’esterno, se non per i racconti di Virginia, è fondamentale. Nonostante la brevità della storia e l’ambientazione fissa, la miriade di oggetti e oggettini che completano la scena e la recitazione della Femiano, è significativa. È una storia fatta di cose “piccole”, di pensieri intimi, di affetti malconci,  di simbologie e ricordi. La vecchia zia è una presenza mai visibile: l’attrice interloquisce con l’anziana donna, bloccata sulla sedia a rotelle, la cui  voce viene imitata dal suono lamentevole del violino, attraverso un “botta e risposta” tra voce e musica. Se all’inizio lo spettatore si distoglie ancora, rivolgendo lo sguardo verso la violinista, dopo poco tempo comincia a vedere l’invisibile zia. La vita fatta di piccole cose, ma soprattutto di grandi solitudini, è spesso presente nelle donne di Santanelli. Il legame con l’uomo diventa qualcosa di scaduto, di contrattuale, un’ultima speranza per affrontare la solitudine. Virginia conduce la sua chiacchierata con la zia durante l’azione del trucco: si prepara per questa importante serata romantica che potrebbe sistemare economicamente e sentimentalmente lei e l’anziana parente. La dolorosa consapevolezza dell’accanimento di questa donna, che già un po’ sconfitta appare sin dall’inizio, viene camuffata con il mascheramento. La maggior parte del tempo scenico, in effetti, è costituito dal racconto, dal trucco, dalla vestizione, e poi, infine, dall’atto dello struccarsi e  dalla svestizione. Inevitabile riferimento alla maschera sociale, alla finzione, in un meta teatro casalingo e psicologico. La semplicità di questa storia, diretta dal regista Mario Gelardi, è applaudita dal pubblico. E la Femiano ha il potere di alternare momenti di comicità a quelli di profonda commozione. La vecchia zia, fino alla fine, sembra un pretesto perché Virginia si racconti e ci racconti, come se l’invisibilità dell’anziana donna non sia solo frutto della nostra immaginazione, ma sia una realtà. La zia è appendice della vita della protagonista, senza la quale lo scorrere delle giornate non avrebbero questa specifica connotazione. Forse la zia è la solitudine stessa, forse è simbolo di immobilità fisica e sentimentale, di sedimentazione polverosa. Ma Santanelli ci lascia un finale aperto: se la zia muore, la solitudine si moltiplica. E Virginia che fine farà? Buio. ( foto di Paolo Russo)

IL TEATRO CERCA CASA
Associazione “Giacoia” Napoli
27 ottobre 2013
Virginia e sua zia
di Manlio Santanelli
con Tina Femiano
Aurora Sanarico, violino
regia di Mario Gelardi