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E’ proprio lui, l’attore Massimo Venturiello, il protagonista assoluto in scena, il vero mattatore che passa dalla recitazione pura, alla canzone, alla gestualità, con un tocco da vero istrione e che si cala in quell’atmosfera in quei colori, sapori ed odori tipici di una terra come la Sicilia dai mille volti e dalle mille sfaccettature. Una terra i cui figli si trovano in tutto il mondo, dall’America all’Australia, dall’Asia alle fredde terre dell’Europa e dovunque si portano dentro il cuore il profumo, le canzoni, le caratteristiche, i personaggi e le storie della loro Sicilia. Di questo e di tant’altro si parla nel delicato e coinvolgente testo di Gianni Clementi, “Barberia, barba, capiddi e mandulinu”, portato in scena al Teatro Brancati di Catania, nell’ambito della stagione di prosa 2013-2014, da un convincente Massimo Venturiello accompagnato dalle suadenti musiche e canzoni dell’Orchesta “da barba” siciliana, ovvero la Compagnia Popolare Favarese formata da cinque abili elementi: Pasquale Augello, Peppe Calabrese, Nino Nobile, Maurizio Piscopo e Mimmo Pontillo.

Lo spettacolo, prodotto da Officina Teatrale e MusiKeria, è diretto, con maestria e leggerezza, dallo stesso Venturiello ed in un solo atto, di circa 90’, coinvolge il pubblico trasportandolo, tra musiche, canzoni ed il fascino delle vicende narrate, in una atmosfera particolare, quella della barberìa, un microcosmo in cui si affacciava, una volta, la più svariata umanità del paese. Lo spettatore si ritrova, quindi, proiettato nelle avventure di Salvo “u varveri” (il barbiere) e quindi in una sala da barba, con tanto di grandi specchi posizionati in alto, una luccicante insegna stile Broadway che s’accende all’improvviso, attrezzi del mestiere riposti con cura, una poltrona tipica da barbiere dove, di volta in volta, si accomodano cinque clienti musicisti che vengono serviti con gesti attenti e misurati e che si alzano sbarbati.

La vicenda narrata è quella di un giovane apprendista barbiere, suo malgrado testimone di un regolamento di conti, che da New York scappa e torna in Sicilia dove lo attende un vecchio zio che gli affida la sua sala da barba, dove “u varveri” è anche chirurgo, infermiere, confidente, opinionista e custode di storie individuali e collettive. Il giovane Salvo, sceso dalla nave e messo piede su quella terra arsa dal sole e dalla fatica, ritrova le sue radici e decide di viverci.

L’affascinante monologo si segue tutto d’un fiato per l’interpretazione sentita ed impareggiabile di Venturiello che col suo racconto confidenziale porta indietro nel tempo, in una Sicilia piena di fascino, autentica ed in bianco e nero. E poi c’è la straordinaria musica dell’Orchestra da barba siciliana, la Compagnia Popolare Favarese, che fra fisarmonica, chitarra, mandolino interagisce con il protagonista in un tutt’uno da sogno e da vecchi sapori di un tempo che fu.

Il protagonista, Salvo “ù varvèri”, secondo la scrittura di Gianni Clementi, diventa un confidente di un mondo ormai scomparso, racconta della fuga rocambolesca da New York per tornare nella natìa Sicilia, della miseria, dei genitori e della speranza di un mondo migliore negli occhi degli emigranti, ricorda e canta il ricordo del primo amore, la famiglia, gli affetti, la Sicilia e la scoperta consapevole di una terra.
Lo spettatore ha davanti, quindi, lo spaccato di un’Italia ingenua e generosa prima del boom economico e soprattutto di una Sicilia, di una terra, un tempo lussureggiante, piena di odori, colori, sapori. Tutto fino a quando qualcuno, il politicante di turno, non gli fa notare che il suo tempo è passato ed è ora di accettare con malinconica tristezza la fine di un mondo autentico e di inconfondibili tradizioni, ormai perdute nell’agognato universo a colori dei nostri giorni.
Spettacolo efficace, piacevole e che si gusta sino alla fine con trasporto ed al quale il pubblico regala un caloroso e prolungato applauso da dividere tra autore messinscena ed interpreti.

“BARBERIA, BARBA CAPIDDI E MANDULINU”
di Gianni Clementi
con Massimo Venturiello e un'orchestra "da barba" siciliana diretta da Domenico Pontillo
Compagnia Popolare Favarese (Pasquale Augello – percussioni, Peppe Calabrese - chitarra voce, Nino Nobile – mandolino, Maurizio Piscopo - fisarmonica voce;Mimmo Pontillo – mandolino)
Regia di Massimo Venturiello
Foto di Laura Incandela
Produzione: Officina Teatrale e MusiKeria
Teatro Brancati di Catania - Stagione 2013-2014 - 14 Novembre/1 Dicembre 2013