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Come secondo spettacolo della stagione “Il miele della follia” di XXI in Scena, Cratere Centrale ha messo in scena al Teatro del Canovaccio di Catania, in via Gulli 12, il monologo “Schifo”, scritto nel 1993 dallo scrittore e drammaturgo austriaco Robert Schneider, testo che affronta un tema di grande attualità:

il rapporto tra la società contemporanea e del consumismo e gli extracomunitari.

Sulla scena di un vuoto quasi desolante, il protagonista è Fiorenzo Fiorito nei panni di Sad, diminutivo di Saddam che in inglese vuol dire “triste”, ma lui non è triste, un giovane disertore iracheno, scappato da Bassora in una città tedesca dove è costretto a vendere rose per sopravvivere, destino comune a molti.
Il protagonista di “Schifo” (titolo che ci pone davanti la condizione di immigrato clandestino in una terra come la Germania e la qualità di rifiuto affibbiata dalla gente ai diversi come Sad) si interroga tra una sedia al centro del palco ed un secchio pieno di rose rosse ed il suo monologo frammentario testimonia una condizione di isolamento umiliante ed un bisogno di dire.

Sad racconta la sua storia, in un continuo dentro e fuori dalla scena, ritornando poi con una bottiglia d’acqua, con una cipolla cruda che a poco a poco sgranocchia, tra autocommiserazione e autoaccusa che a tratti si rovesciano nei relativi contrari e l’uomo riduce la sua identità a nulla. Il protagonista, quindi, dalla difesa della propria dignità passa a chi sogna una rivolta razziale, ma allo stesso tempo esprime ammirazione per la terra che lo ospita, denunciando anche quel consumismo che la degrada, con i figli dei tedeschi che a scuola, a contatto con i tanti extracomunitari, usano ora un linguaggio poco consono.

Nei panni di Sad Fiorenzo Fiorito, fisico asciutto, col suo giubbotto, le sue rose, addentando cipolle, agitandosi con nervosismo, rovescia sul pubblico tante domande, magari gli stessi interrogativi che ci poniamo quando dietro l’angolo ci imbattiamo in un ragazzo di colore, in un musulmano che quasi ci implora di acquistare un pacco di fazzolettini o una rosa.
Provocatorio, sarcastico ed ironico, in circa 60’, Fiorito fa uno spaccato della condizione dell’immigrato in Europa e di quello “schifo” che deve subire tutti i giorni per andare avanti. Una condizione che finisce per accettare, anche perché questo “schifo” è sempre meglio di quello che gli offre al momento la sua terra dalla quale è fuggito. Dalle parole di Sad emergono le mille difficoltà che si manifestano da subito: essere musulmani in un paese che vede come troppo lontane certe tradizioni, essere circoncisi sin nell’anima, marchiati da chi ti vede, ti etichetta, solo in un modo e da “diversi”. Tutto, per il protagonista ha lo stesso sapore, odore e rumore assordante che si riassume nella sola parola “Schifo”.
La regia nevrotica, fulminante e la desolata e desolante scena sono dello stesso Fiorenzo Fiorito, mentre i suoni, la musica alienante, è di Giampietro Sidoni.
Applausi del pubblico, alla fine, per un testo e per un tema di grande attualità e soprattutto per l’intensa interpretazione di Fiorenzo Fiorito.

L’autore
Robert Schneider, nato a Bregenz il 16 giugno 1961, è uno scrittore e drammaturgo austriaco. Fu adottato all'età di due anni da una coppia di contadini di Meschach, piccolo paese di montagna nel comune di Götzis, nel Vorarlberg, dove vive ancora oggi. Tra il 1981 e il 1986 studiò composizione, teatro e storia dell'arte a Vienna. In quel periodo per mantenersi lavorava come guida turistica e organista. È attivo in letteratura dal 1984. Il suo romanzo d'esordio, “Le voci del mondo” (Schlafes Bruder), venne pubblicato nel 1992 dalla casa editrice Reclam (in Italia due anni più tardi da Einaudi), dopo che era stato rifiutato da altre 23 case editrici. Fu un successo internazionale ed il libro fu tradotto in 24 lingue, vinse numerosi premi (tra gli altri, si aggiudicò il Prix Médicis étranger 1994 e fu Supervincitore nella sezione Narrativa straniera al Premio Grinzane Cavour 1995) ed ebbe pure una versione cinematografica diretta da Joseph Vilsmaier che ebbe una nomination ai Golden Globe 1996. Il suo monologo teatrale “Schifo” (Dreck) è stato interpretato in Italia per la prima volta nel 1997, al Festival internazionale dell'attore di Parma, da Graziano Piazza con la regia di Cesare Lievi.

“SCHIFO”
di Robert Schneider
con Fiorenzo Fiorito
Scena e Regia di Fiorenzo Fiorito
Musiche originali di Giampietro Sidoni
Audio e luci di Miguel Gatti
Foto di Stefano Laboragine
Produzione Cratere Centrale
Teatro Canovaccio di Catania - Stagione 2013-2014 XXI in Scena - 16-24 Novembre 2013