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Ironizzando, giocando teatralmente e sdrammatizzando argomenti quali la storia, gli ideali traditi o le cosiddette utopie che hanno scatenato, ieri come oggi, le masse e finendo per innescare rivoluzioni, per poi rinnegare i principi a cui si ispiravano i sacri ideali, l’associazione culturale catanese “Terre Forti”, diretta da Alfio Guzzetta, nell’ambito della stagione di prosa 2013-2014 della Sala Magma di Catania, ha messo in scena “Mao, Belzebù e il Padreterno”, “gioco teatrale” scritto da Nino Greco. Lo spettacolo, in dialetto siciliano, in un atto unico di circa un’ora, vede gli interpreti, su una scenografia essenziale, a stretto contatto col pubblico ed in una sorta di prova generale, interrogarsi sul comunismo cinese, sul destino, dopo il trapasso, di un personaggio come Mao che si ritrova ad essere giudicato addirittura dal Padreterno e conteso, alla fine, anche da Belzebù in persona.

Tra il pubblico e la scena si alternano, quindi, con battute in dialetto e canzoni, accompagnati alla chitarra da Francesco Capodanno, oltre ai già citati Mao, Belzebù e Padreterno, un nunzio, San Pietro, Santa Rita, la Maddalena, Gesù Cristo, San Giuseppe e Maria. Attraverso la vena ironica, comica ed allo stesso tempo amara del dialetto siciliano, lo spettacolo, seguendo le intenzioni dell’autore, induce il pubblico a riflettere sui momenti utopici della storia dell'uomo e di chi ha vissuto un ideale e per questo ha lottato tutta una vita. Quanti, però, - sottolinea alla fine la pièce - di questi ideali hanno mantenuto lo spirito iniziale e quanti, alla fine, non sono stati stravolti da interessi di potere? Spesso purtroppo, le utopie dell’uomo, sotto l'alibi di una “santa” idea, hanno prodotto tragedie sociali, distruzioni, stragi.

E’ il caso, raccontato da Nino Greco, sotto forma di gioco teatrale, con la brillante e scorrevole regia di Alfio Guzzetta (nei panni anche di un divertente ed alla fine scoraggiato Padreterno) di Mao che finito il soggiorno terreno, al momento del distacco si vede costretto a passare al vaglio della giustizia divina. Ma la rivoluzione maoista non viene condannata da un Padreterno comprensivo che invece lo fa santo in Paradiso. Ma c’è qualcuno che non è d’accordo e si tratta proprio di Belzebù in persona che avanza i suoi diritti su Mao, suscitando un dibattito che mette in evidenza istanze che l'uomo, dalla sua nascita, porta avanti.
Ed alla fine, tra le rivendicazioni del Diavolo, le parole di chi sottolinea che gli stessi noti “Pensieri” di Mao ed il suo libretto sono stati strumentalizzati ed usati per altri scopi, con amarezza sia il Padreterno che Belzebù si dimettono dal loro compito, il primo deluso dal comportamento dell’uomo sulla terra ed il secondo perché riconosce che ha ben poco di diabolico da fare in quanto le vere diavolerie sono sulla Terra e non all’inferno.

Spettacolo interessante che riesce raccontare, con estrema leggerezza, problemi, contesti, desideri ed utopie umane che, da sempre, accompagnano la nostra esistenza. Applausi del pubblico, alla fine, per Alessandro Sparacino (il fine fabulatore) e poi, nei vari ruoli, per Alfio Guzzetta, Letizia Di Mauro, Emanuela Cutuli, Andrea Bianco, Gaetano Crisafulli, Carmelisa Puglisi, Elena Marino, Carlo Salamone, Pino Salamone, Yanka Hristova.

Mao, Belzebù e il Padreterno
gioco teatrale
di Nino Greco
Con Alessandro Sparacino, Alfio Guzzetta, Letizia Di Mauro, Emanuela Cutuli, Andrea Bianco, Gaetano Crisafulli, Carmelisa Puglisi, Elena Marino, Carlo Salamone, Pino Salamone, Yanka Hristova
Regia di Alfio Guzzetta
Azioni coreografiche di Francesca Romana Di Giorgio
Luci di Santi Salamone
Direttore di scena Orazio Indelicato
Foto di Roman Henry Clarke
Produzione Associazione culturale Terre Forti - Stagione Teatrale 2013/2014 Sala Magma di Catania - 14/16 Febbraio 2014