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Di grande impatto e dai mille riferimenti a fatti, costumi, arretratezze di ieri e di oggi. Ci riferiamo all’intenso atto unico, di e con Saverio La Ruina, “La  Borto”, proposto dalla compagnia Scena Verticale al Centro Zo di Catania, per il festival “AltreScene”. L’autore Saverio La Ruina con un vestitino da donna, accompagnato in scena solo dalle note musicali dal vivo di Gianfranco De Franco, seduto su una sedia davanti al pubblico, con un dialetto calabro-lucano, racconta in modo asciutto, diretto, la storia di Vittoria, una ragazza del Sud, facendo emergere le questioni drammatiche, tra gli anni Sessanta e Settanta, degli aborti clandestini, delle mammane che interrompono la gravidanza con ferri da calza, le emorragie e soprattutto un mondo maschilista, specie nei paesini del Sud, dove la donna, quando esce per la strada, è analizzata, passata ai raggi X dagli sguardi degli uomini “geometri” e trattata come essere inferiore, come una bestia. Saverio La Ruina nello spettacolo, con il suo dialetto amaro, punta l’indice verso una società arretrata e maschilista, offrendo il dialogo, tra sogno e realtà, tra la donna e Cristo, di fronte una tavola apparecchiata per l'ultima cena. Ecco quindi la storia di  Vittoria, costretta a tredici anni a sposare un uomo che non conosce, “brutto e sciancato” e che a 28 anni si ritrova già con sette figli. In quel contesto le donne, le amiche, le vicine, cercano anche il modo più estroso per smettere di avere altri figli, per sfuggire ai mariti: c’è chi sfascia le statue dei santi che non hanno esaudito i loro voti, chi passeggia nel corridoio, fino ad arrivare poi al drammatico momento dell’aborto, comune a molte altre donne. Inizialmente il dialogo tra Cristo e la povera Vittoria è teso, la donna è quasi accusata di essere un Giuda per il peccato commesso, ma la sua tragica, storia, che poi, si ripete con la nipote che subisce, ai nostri giorni, altre e tante umiliazioni tra la Calabria e Milano, finisce per commuovere Cristo per il calvario infinito di questa povera donna. Con esperienze nelle compagnie di Leo de Berardinis, di Remondi e Caporossi e dalla metà degli anni Novanta alla guida di Scena Verticale a Castrovillari in Calabria, Saverio La Ruina con “La Borto” regala una pagina sofferta di storia che fa emergere, ieri quanto oggi, l'ignoranza e l'oppressione, il valore della vita ed il dibattito sulla procreazione, attraverso una accurata indagine artistica e umana. Con “Dissonorata” fa vinse il Premio Ubu, l’Oscar del teatro, come miglior interprete e miglior autore italiano, adesso Saverio La Ruina si ripete con un altro lavoro di grande valenza culturale ed una interpretazione di sicuro affidamento che riscuote i consensi anche dal pubblico di Catania.