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Al suo debutto in cabina di regia l’attore catanese Silvio Laviano ha scelto un vasto e spinoso argomento come quello dell’amore vissuto come abbandono, come nevrosi o disturbo della personalità, come un viaggio tra alti e bassi, gioie e dolori, innamoramenti, sensualità, sesso e dolorosi abbandoni. All’interno della rassegna XXI In Scena, ideata e diretta da Nicola Alberto Orofino ed Egle Doria, Silvio Laviano, ha proposto al Teatro del Canovaccio di Catania, la pièce “Borderline in Love - Uno studio oltre il confine”.
Nel suo innovativo progetto, che sperimenta un nuovo linguaggio contemporaneo, Laviano, come autore, regista, interprete e coordinatore dell’azione scenica, attraverso la metafora del disturbo di personalità, si sofferma, attingendo da autori quali Shakespeare, Fabre, Jung, giocando, componendo e scomponendo i momenti della tragedia di Amleto di Shakespeare, sulla società dell'amore fast food, dei rapporti sentimentali da social network, da messaggeria istantanea.
Il lavoro, che si sviluppa in un atto unico di circa novanta minuti, è introdotto dallo stesso autore-regista Silvio Laviano che, nei panni di un simpatico Cupido, con tanto di ali, pantaloncini bianchi, occhiali rossi, valigetta da viaggio e scarpe da ginnastica, indaga sui misteri e le caratteristiche dell’amore, introduce ed accompagna il pubblico in sala, commentando poi durante lo spettacolo, con le sue imbeccate e riflessioni, le mille e delicate sfumature dell’amore borderline. Lo spettatore viene accompagnato nel proprio posto da una hostess, che poi ritroviamo sul palco insieme agli altri interpreti. Ecco che su una scena spoglia, affollata da sei scatenati attori-ballerini (Alessandra Barbagallo, Francesco Bernava, Alice Ferlito, Nicola Alberto Orofino, Alice Sgroi, Vincenzo Spadaro) si sviluppa una pièce che a tratti confonde il pubblico in sala e che mira, nell’intenzione del regista ed autore, a raccontare il percorso sentimentale ed emotivo - sensoriale di tre coppie, di sei esseri umani che scelgono di oltrepassare quella linea di confine sottile dell’essere e del non essere amati.
E’ sicuramente un modo nuovo, bizzarro, per raccontare in chiave borderline l’amore, i suoi dilemmi, i suoi problemi legati al vissuto emozionale eccessivo e variabile, come patologia caratterizzata da instabilità pervasiva dell'umore, delle relazioni interpersonali, dell'immagine di sé, dell'identità e del comportamento. Gli interpreti si muovono verso l'elaborazione dell'innamoramento e dell'abbandono come schegge impazzite, si strusciano, ballano, si disperano, così come nella vita, alle prese con il loro amore. Gli attori borderline raccontano di loro stessi, intrecciano sofferenza e piacere ed attraverso i loro corpi seminudi usano e abusano del testo shakespeariano, ripercorrono i momenti della tragedia di Amleto, riportano nella nostra società che, sempre più borderline, sfocia nel narcisismo e nell’anaffettività.
In scena gli interpreti, così come il regista -Cupido, danno il massimo, anche se a volte i messaggi della pièce appaiono troppo amplificati e distorti, confondendo il pubblico e perdendo forse di vista l’obiettivo originario, ovvero raccontare quella società di donne oggetto e felici di esserlo, di uomini autocastrati e incapaci di dare, di Barbie e scheletri nascosti.  La pièce è costruita sulle parole di Jan Fabre, sulla consapevolezza di vivere in un tempo falsificato, in un tempo dove è sempre più complicato amare o dove non c’è più tempo di amare.
Ad attraversare, a condividere, le storie di questi amori borderline c’è il nostro Cupido che in un angolo, sorpreso, divertito, incuriosito, disperato, approfondisce le difficoltà, l’impossibilità della nostra società ad amare ed alla fine non rinuncia all’idea dell’amore ed inizia a correre, ad inseguire un’altra possibilità, svolazzando, tra sbigottimento e curiosità, in un luogo altro. Spettacolo con una costruzione drammaturgica non proprio semplice da recepire per il pubblico, che propina forse troppe sollecitazioni contemporaneamente, ma che comunque contiene mille spunti di riflessione e che nel suo complesso è interessante come studio dell’amore borderline. Apprezzabile l’impianto scenografico, con pochi ma essenziali oggetti scenici, curato da Federica Buscemi, mentre notevolissimo ed apprezzato con i calorosi applausi del pubblico, l’impegno profuso dai sette interpreti, iniziando dallo stesso regista-autore Silvio Laviano (nel ruolo del simpatico Cupido) e continuando con i sei innamorati Alessandra Barbagallo, Francesco Bernava, Alice Ferlito, Nicola Alberto Orofino, Alice Sgroi, Vincenzo Spadaro, tutti coinvolti e ben inseriti nel progetto dello spettacolo. La produzione di “Borderline in Love - Uno studio oltre il confine” è di Etna ‘Ngeniousa- XXI In Scena.
Come afferma lo stesso regista Laviano: “E’ una tragedia della Strada, che fa sorridere di dolore. Amleto, Ofelia, lui e lei, l’altro e l’altra: sei cuori da amare e che cercano la possibilità di Amare che fuggono l’abbandono, ma che devono attraversare l’inverno per rispecchiarsi con il pubblico, testimoniare il loro dolore, universalizzare l’abbandono dei sensi, giocare al Teatro nel Teatro nel Teatro per condividere empaticamente e scegliere di continuare a correre…di cominciare e ricominciare ad Essere”.

“Borderline in Love - Uno studio oltre il confine”
da W. Shakespeare, J. Fabre, Jung
ideazione e regia di Silvio Laviano
con Alessandra Barbagallo, Francesco Bernava, Alice Ferlito, Silvio Laviano, Nicola Alberto Orofino, Alice Sgroi, Vincenzo Spadaro
Scena e installazione di Federica Buscemi
Assistente alla regia Alice Sgroi e Giada Caponetti
Progetto fotografico/grafica di Antonio Licari - Officina Fotografica
Produzione di Etna ‘Ngeniousa - XXI In Scena - Rassegna XXI In Scena
Teatro del Canovaccio - Catania - 8/9/14/15/16/23/24 Marzo 2014
L’autore e regista
Silvio Laviano, attore catanese, formatosi alla scuola del Teatro Stabile di Genova, da anni lontano dalla città di Catania, ha deciso di sperimentarsi nella sua prima, con la chiara intenzione di sviluppare un nuovo linguaggio contemporaneo, che percorra il confine tra la performance e l'azione teatrale vera e propria ed ha preso così forma il progetto "BORDERLINE IN LOVE - Studio oltre il Confine".