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Eclettico e anche, se vogliamo eterodosso, studioso ed uomo di teatro Alessandro Fersen è stato uno dei protagonisti, tra Genova e Roma soprattutto, del teatro italiano del secondo dopoguerra, un teatro che, ricco di fermenti e stimoli, cercava una rifondazione ed una nuova collocazione in una Europa tramortita dalla tragedia del secondo conflitto mondiale.
Allievo di Giuseppe Rensi, con il quale si laurea in Filosofia a Genova nel 1936, e amico di Emanuele Luzzati e Giorgio Colli, conosciuti negli anni dell'esilio svizzero a causa delle leggi razziali, la parabola artistica di Fersen si sviluppa sul doppio binario della pratica scenica, che lo vede tra i promotori dello Stabile di Genova sul finire degli anni 40, e della analisi teorica fino al 1978, anno della sua ultima regia. Poi in lui prevale l'amore per lo studio del teatro e, insieme, per il suo insegnamento scandito, con l'omonimo “Studio”, da numerose conferenze, seminari e laboratori fino alla morte nel 2001 a novant'anni.
Di questo studioso essenziale nelle sue produzioni ed essenziale anche per la crescita del teatro italiano, nelle sue diverse componenti, drammaturgiche, registiche e anche di educazione alla sapienza attoriale, ed i cui lasciti sono conservati per volontà della famiglia al Museo Biblioteca dell'attore di Genova, Clemente Tafuri e David Beronio per Akropolis Libri curano l'edizione completa di un testo fondamentale, appunto quella “Critica del Teatro Puro” che vuole analizzare le radici ontologiche del teatro attraverso un percorso che ci conduce dalla contemporaneità alle fondamenta della sapienza greca che l'ha prodotto, in un ritorno perenne nel quale l'influsso degli studi niciani del suo amico Giorgio Colli appare profondo.
Tra fondamento del rito e del mito, elaborazioni quasi inconsapevoli dell'angoscia della morte e del trionfo dell'eros, che nascono da un distacco dalla natura che si articola in cultura, il teatro rivela la sua  appartenenza alle strutture più profonde della nostra coscienza.
Una guida ed un percorso di grande interesse, affascinante anche per le prospettive che apre, un percorso che, nella quasi generale ed inspiegabile indifferenza della critica e dell'accademia, i curatori recuperano anche nel tentativo di alimentare la loro già interessante attività sul campo con l'esperimento di Teatro Akropolis.

Maria Dolores Pesce

Critica del teatro puro
di Alessandro Fersen
A cura di Clemente Tafuri e David Beronio
Akropolis libri Le mani editore 2013
Pagg. 488 € 18,00
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