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Una sala d’attesa anonima, arredata con poche sedie, un paio di piante e qualche rivista è il luogo in cui si trovano intrappolati, prigionieri di un perfido gioco psicologico, i tre candidati: un avvocato, un ingegnere e una laureata in economia. Tutti aspirano fortemente a ottenere il posto di lavoro presso l’importante multinazionale. Sono tre personaggi profondamente diversi con caratteristiche comuni. La prima è un avvocato di successo con una solida e notevole formazione. È una donna dal carattere forte, altezzosa, insensibile pronta a tutto pur di ottenere l’ambita occupazione. L’ingegnere è un uomo fragile, insicuro, maldestro convinto che quel posto di lavoro, rappresenti una rivalsa nei confronti di tutti coloro che l’hanno sempre denigrato. L’ultima è sicura, controllata, aspira alla stabilità economica, alla creazione di una famiglia.
Fin da subito, comprendono di essere molto diversi e soprattutto di possedere competenze differenti. Sono in attesa, a fare congetture su cosa accadrà. Improvvisamente, arriva l’esaminatore. L’uomo è sfrontato, sagace, meschino. Ecco, dunque, che a loro sorpresa sono protagonisti di un colloquio di gruppo a dir poco surreale. L’esaminatore sfida con perfidi giochetti psicologici ogni singolo candidato, mettendo in moto un meccanismo serratissimo di tensione e competizione fuori misura. I tre protagonisti sono messi alle strette, sottoposti a fortissimo stress. Sono vittime di episodi imbarazzanti, istigati alla violenza verbale e fisica, indotti a scovare i difetti, i fallimenti e le incapacità negli altri concorrenti.
Man mano che il colloquio procede, i tre candidati sono coinvolti in situazioni paradossali e grottesche. L’esaminatore è indisponente, indifferente, divertito. Il ghigno perenne sul suo viso sembra voler dimostrare che nessuno tra loro sia all’altezza di ricoprire la posizione, tuttavia incita i candidati a perpetrare questo massacro individuale e collettivo.
Prede di un titolare che non è mai presente, ma tutto vede attraverso la telecamera. Come fossero protagonisti di un reality, un “grade fratello”. L’occhio divertito è puntato su questo concentrato di fragilità umana, incomprensibilmente pronta ad aggredire il simile indifeso per ottenere un lavoro ma incapace di difendere se stessa da abominevoli angherie.
Tra proposte indecenti, tentate aggressioni ed esilaranti colpi di scena, è tracciato un quadro molto vicino alla realtà. I candidati sembrano incoscienti o, forse, semplicemente disperati. Sono disposti a tutto pur di ottenere un posto di lavoro, perfino a discapito della loro integrità morale.
I quattro attori sono abilissimi a mantenere il ritmo serrato, interpretando con precisione e abilità tecnica il brillante lavoro dell’autore e regista Giancarlo Moretti. I tempi e gli effetti tragicomici sono frutto di una composizione ricca d’intuizioni argute e visioni mordaci esasperate.
Il titolo, La caccia, anticipa tutto il sapore della tagliente messinscena.
Tra falsi incoraggiamenti e meschine richieste di sottomissione all’azienda, è ostentato un paradossale gioco a eliminazione.
Improvvisamente, è scaraventato in scena un uomo legato e incappucciato. L’esaminatore, scatenando attimi di panico e sventolando una pistola, incita i candidati a compiere l’ultima risolutiva fase della selezione: chi tra loro ucciderà l’uomo indifeso avrà il posto di lavoro.
Il testo di Moretti possiede spunti di riflessione di notevole attualità. Quale valore, oggi, diamo al lavoro? Quanto è importante avere una buona posizione? Come si misura la qualità, il valore di una persona, se non in merito alla professione? Non avere una posizione di successo rappresenta, talvolta, una sconfitta.
Moretti, senza tralasciare il tema della disoccupazione, la prassi selettiva spesso spietata, pone un ulteriore quesito: cosa siamo disposti a perdere per ottenere un impiego, persino noi stessi?
Allora, non appare tanto surreale l’epilogo in cui il titolare osserva dall’alto del suo ufficio, attraverso la telecamera, e sorride in attesa che qualcuno premi il grilletto per godere, fino alla fine, dell’estrema disfatta.

Foto Marco Lausi

Teatro DellʹOrologio, Sala Gassman, dal 2 all’11 maggio
La Caccia
Di Giancarlo Moretti
Regia Giancarlo Moretti
Con Alberto Caramel, Lucia Ciardo, Rossella Rhao, Domenico Stante