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Dominio Pubblico, esperimento di programmazione congiunta tra Teatro Argot e Teatro dell’Orologio, ha dato origine a un progetto artistico e sociale di notevole portata, arricchendo il circuito teatrale romano con innovazione, accessibilità e partecipazione. Dominio Pubblico vuole restituire dignità al teatro e decide di agire, riconsegnando il teatro  come bene comune. Non solo una felice stagione, ricca di eccellenze del teatro nazionale, ma un programma che intende coinvolgere i più giovani.  “ALL-IN Chiamata alle Arti” è il nome del progetto destinato a un gruppo di giovani under 25 invitati a cimentarsi nell’organizzazione.  
La fervida e ricca stagione 2013/14 si è conclusa magnificamente con Roberto Latini.
Latini è autore, regista e performer, si è formato presso Il Mulino di Fiora, scuola di recitazione teatrale diretta da Perla Peragallo, che insieme a Leo de Berardinis è stata una leva dell’avanguardia teatrale italiana.
Latini è vincitore del Premio Sipario nel 2011 e direttore del Teatro San Martino di Bologna dal 2007 al 2012.
Il suo lavoro si fonda su un’esperienza vivida in cui l’approccio con il gesto, il suono e la parola è autentico.
La sua è una ricerca costante, in fermento. Le sue performance sono intense e possenti. Si possono scovare direttrici dinamiche in cui il corpo disinibito scava a fondo la dimensione sociale, politica e geografica del nostro paese.
Un richiamo a quell’Attore Geopolitico su cui, appunto, si fondò la ricerca teatrale del duo Peragalllo-de Berardinis nel periodo del “Teatro di Marigliano”, ma che si evolve efficacemente sulla scia dell’Antropologia Teatrale.
Il suo “bios scenico” si concreta e perennemente si trasforma in fedeltà a una matrice fisiologica.
Latini condivide in scena un corpo sacro, estremo, posseduto, in cui le dinamiche di opposizione, disequilibrio e segmentazione sono l’architettura su cui elabora il suo manifesto per un teatro vivente e magnetico.Dopo Noosfera Lucignolo e Noosfera Titanic, Latini mette in scena il “terzo movimento” Noosfera Museum.
Museum è solitudine. Desolazione del pensiero. È illusione di poter vivere ancora giorni felici. La ricerca ossessiva di un tesoro celato. Mani che scavano cumuli di terra mischiata al sangue di ferite interiori. Un corpo in vita, vibrante che rifugge invano, nella corsa, pensieri fumosi. Avvolto in un mantello sonoro e lucente, armatura metallica cosparsa di chiavi che aprono le “porte dei pensieri a caso”. Parole pesanti riecheggiano fuori campo, insidiano la scena e allora, eccole dentro, sussurrate, ripetute, modulate. Un movimento ansimante che scioglie respiri profondi, affannati e sradica il corpo, lo pone sul ciglio ancor gravido e pulsante, in attesa di percuotere l’essenza con stracci e nervi.  Effetti sonori spasmodici si mescolano a modulazioni vocali e serpentine tensioni muscolari. Museum è lo stato dell’essere scandito nella ripetizione, nell’immobilismo, teso a sfidare assiomi sintattici per slegare i linguaggi e restituirli liberi, a tal punto da “trasformare la resistenza in reazione”.

Foto Manuela Giusto

Fortebraccio Teatro/Roberto Latini - Noosfera Museum
di e con Roberto Latini
musiche originali Gianluca Misiti
luci Max Mugnai
organizzazione e cura Federica Furlanis
promozione Nicole Arbelli
produzione Fortebraccio Teatro
con il sostegno di MIBAC – Ministero dei Beni Culturali.