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Un’esplosione di gioia: ecco cos’è “Magnificat”, l’ultimo lavoro di Neon Teatro, visto martedì 9 settembre nel teatro antico di Taormina (il contesto è il Festival Belliniano) per la regia di Monica Felloni. Un’esplosione di gioia per celebrare i 25 anni d’attività di questa compagnia e un’espressione di gratitudine rivolta alla vita che nella diversità, nell’inesauribile risorsa dell’alterità, sembra aver custodito il tesoro più prezioso che a ognuno di noi è dato di ricevere e godere. A ognuno davvero e non importa se maschio o femmina, bianco o nero, “normale”, disabile e via distinguendo. «Lo spettacolo è il succedersi di azioni teatrali intrise di musica, danza, parole in una sequenza appassionata e lieve che attraversa il percorso artistico di Nèon – spiega Piero Ristagno, direttore artistico della compagnia -. In scena è il genere umano, nella sua varietà possibile, che si contamina nel linguaggio, si cerca nella parola, si mostra nel gesto, coesiste all’interno di relazioni fatte di specialità ordinarie ed eccezionali e diventa unico corpo». Ed è vero: il segno di Neon è la sua capacità di cavar poesia semplicemente dal fatto che le persone degli artisti sono lì in scena, coi loro corpi, col carico delle loro vite, con la gioia di chi ha scoperto che la diversità è la prima ricchezza e la solidarietà è l’unica strada di umanità e libertà. Sicché a rendere poetico il tutto non sono soltanto la voce di grandi autori (Roversi, Saramago, Whitman), il talento poetico di alcuni elementi della compagnia (Ristagno, Licciardello, Ferrari), la capacità di Monica Felloni (questa volta anche in scena) di guidare e amalgamare il tutto con gioia e amorosa disciplina: no, a rendere poetico il lavoro di questa compagnia è (è stata negli anni) anzitutto la passione per l’umanità, una passione che rende emozionanti dei segni che, in altri contesti, apparirebbero se non banali, certo scontati. Si ascolti Alfina Fresta mentre canta “Una furtiva lacrima” di Donizzetti, sorretta da Stefania Licciardello, e si capisce tutto di questa compagnia: stare insieme, abbracciarsi, sostenersi, respirare insieme e insieme faticare e gioire non è solo un fatto di stile e di linguaggio, è un fatto profondamente politico. In scena: Maria Stella Accolla, Giuseppe Calcagno, Marco Cinque, Irene D’Amico, Luca D’ Angelo, Emanuela Dei Pieri, Stefania Di Prima, Danilo Ferrari, Patrizia Fichera, Alfina Fresta, Elettra Giunta, Stefania Licciardello, Jonathan Loria, Enzo Malerba, Valentina Messina, Manuela Munafò, Francesco Panebianco, Manuela Partanni, Carmelo Privitera, Emily Reitano, Pietro Russo, Valeria Sciuto, Daniela Teriaca, Leonardo Vasta.