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In scena, sulla scrivania, sulle magliette degli attori, nel pieghevole di sala, emerge il volto di Svevo con la bocca tappata. Perché? L’autore non può parlare è muto, tutti parlano di lui, parlano per lui, parlano su di lui...parla di lui anche il pubblico invitato a compilare un questionario di conoscenza sul libro ma lui, l’autore, resta muto. Viviamo in una società inutilmente rumorosa, che spesso ci rende muti. Anche sulla scena il rumore di fondo evoca i rumori di fondo del nostro vivere quotidiano: una scena sovraffollata da oggetti e dalla musica, il pianista jazz  Riccardo Morpurgo e dal bluesman Franco Trisciuzzi  creano un ricco sottofondo musicale. Musicisti fantasiosi e competente ma in alcuni momenti, soprattutto durante la letture delle pagine tratta dall’opera di Svevo, la musica produce una pienezza espressiva che impedisce la comprensione del brano. La musica in scena ha immense potenzialità comunicative, rende mute tutte le altre forme, è codice fortemente espressivo, se non è utilizzato con criteri di equilibrio narrativo, rischia di creare dissonanze nella rappresentazione, effetti di disimmetria che rendono poco chiaro il meccanismo evolutivo della regia. Mentre la lettura dei brani tratti dal libro procede, l’attore scende in sala cercando di vendere alcune copie del libro di Svevo, che non venderà, una provocazione che rende ancora più muto il nostro autore. La letteratura non parla più, non riesce ad esprimersi. Lo spettacolo, “La coscienza di Zeno spiegata al popolo”, scritto e ideato da Stefano Dongetti con la collaborazione di Riccardo Cepach, Alessandro Mizzi e Paolo Rossi, (che cura anche la regia) in modo ironico e leggero si misura con temi letterarie importanti. La coscienza di Zeno è terzo romanzo di Italo Svevo, scritto nel 1919 e pubblicato nel 1922, dopo un lungo silenzio dell’autore. Il romanzo, è costruito ad episodi senza una successione cronologica precisa. Il fumo - La morte di mio padre - La storia del mio matrimonio - La moglie e l’amante -  Storia di un’associazione commerciale - Psico-analisi. Il  protagonista, Zeno Cosini, ripercorre sei episodi della sua vita attraverso una terapia di psicoanalisi. Il libro si apre con la prefazione dello psicoanalista "dottor S.", sottile richiamo al cognome dell'autore, che ha avuto in cura Zeno. Il protagonista si è sottratto alla psicoanalisi e il medico decide di pubblicare la sue memorie, probabilmente per vendicarsi. I sei episodi della vita di Zeno Cosini sono tutti simbolicamente rappresentati in scena tramite i diversi oggetti , due episodi, invece, sono estratti a caso e rappresentati con azioni sceniche che stanno fra il cabaret e il teatro di commedia. Solo questo gruppo di attori che proviene da un’esperienza consolidata di cabaret poteva cimentarsi nell’impresa di mescolare teatro canzone con letteratura, cabaret, improvvisazione, per farci rivivere un epoca caratterizzata anche da grandi avvenimenti storici. Per farci rivivere un’epoca che segna un passaggio decisivo nella storia della letteratura. Quello dell’incomunicabilità della letteratura. Nasce da questa comprensione l’immagine di Svevo/Zeno muto.  Tuttavia l’anima di questo spettacolo, nonostante la bravura dei componenti, resta a metà strada, imprigionata forse dalle molteplici facce di un autore complesso come Svevo. Italo Svevo affronta il disagio interiore dell’uomo, rappresentato simbolicamente dall’accidia intesa come malattia della psiche e soprattutto debolezza della volontà. I suoi personaggi sono privi di coerenza interiore, faticano a cercare una via d’uscita, in loro si sviluppano sentimenti ed azione mancanti di una concatenazione psicologica. Anche le strutture narrative cambiano forma: il rapporto con la realtà è complesso e sfuggente. Muta la concezione del tempo. La scienza nel frattempo ha sviluppato teorie rivoluzionarie che influenzano la letteratura: la realtà diventa un fenomeno puramente mentale del protagonista; la memoria sembra paralizzata. Il tempo interiore sostituisce quello cronologico, dilatando con la memoria resa muta e sorda l’ordinata e reale durata temporale. Due grandi della letteratura mondiale hanno sperimentato questa dimensione, Proust in Alla ricerca del tempo perduto e Svevo nella Coscienza di Zeno. Come “spiegare al popolo”, in poche sequenze sceniche, tutto ciò? «E’ questo il dramma».

Milano, Teatro Litta, 16 Ottobre 2014