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Rielaborando, adattando e curando la regia del noto testo “Il matrimonio” di Nicolaj Gogol, Nino Mangano ha costruito un divertente, ironico, spettacolo dall’insolito titolo, ovvero “Il Matrimonio - avvenimento assolutamente impossibile in due atti”, arricchito di trovate ben accolte dal pubblico e con un cast di sicuro affidamento Lo spettacolo, in due atti, proposto all’interno del cartellone del Teatro Brancati di Catania, rende omaggio al grande scrittore e drammaturgo Gogol e si rifà chiaramente al testo del 1841 con una carica satirica corrosiva che tanto scandalo e clamori suscitò nella Russia zarista, per niente disposta a vedersi mettere alla gogna, attraverso personaggi che erano (e sono) incarnazioni di una deformazione sociale resa evidente in modo diretto e con uno stile che è fusione di serietà e comicità.  In scena, Nino Mangano, abile in cabina regia, si avvale nella prima parte di cartelli che commentano, dalle quinte laterali, come una sorta di sottotitoli, cosa sta accadendo ai protagonisti e propone attraverso l’interpretazione buffa, caricaturale, degli attori, personaggi grotteschi, funzionari barbosi, marinai sognatori, mercanti perditempo, zitelle smaniose di sposarsi col riccone di turno, arruffoni ed arrampicatrici sociali in una società bigotta e grottesca. Inoltre il regista rende il tutto assolutamente divertente assegnando ai protagonisti dei nomi che suscitano l’ilarità e che sono legati alla loro professione, al loro modo di essere. Luminosa la scena e colorati e sfarzosi i costumi di Dora Argento, le musiche sono di Massimiliano Pace ed i movimenti coreografici di Silvana Lo Giudice.
Affiatato l’intero cast che riesce, con abilità e mestiere, a rendere appetibile lo svolgersi del lavoro, anche nei momenti in cui i dialoghi rallentano i ritmi. Al centro della vicenda troviamo Cosimo, un improvvisato "paraninfo", (un impeccabile nella recitazione e nei gesti, Miko Magistro) e Filomena, la talentuosa mezzana (la divertente Mariella Lo Giudice) intenti, a tutti i costi, a far accasare rispettivamente il nipote Pietruccio (un disinvolto Giovanni Carta) e la giovane fanciulla Agata (la convincente Debora Bernardi). Con loro in scena, nei vari e colorati personaggi, Federica Bisegna (la buffa zia Vincenzina), Rosario Minardi (il brontolone ed impaziente Ignazio), Vittorio Bonaccorso (il timido ed insicuro Anatolio), Carlo Ferreri (il gentile Giovannello), Raffaella Bella (la cameriera Antonietta), Giovanni Santangelo (Stefanino, il maggiordomo di Pietruccio) e Alessandro Sparacino (il villico Rosario). Applausi finali per lo spettacolo e per lo spumeggiante cast, ma soprattutto per un “Matrimonio” sicuramente riuscito, grazie all’adattamento ed alla mano del regista Nino Mangano. “E’ un testo – sottolinea l’autore della rielaborazione e regista, Nino Mangano - è una manna per chi ha avuto la fortuna di portarlo in palcoscenico, in forza di una scrittura in cui ci si muove in assoluta libertà, potendo far ricorso a stilemi diversi di recitazione per cui gli attori hanno la possibilità di attingere a piene mani al loro bagaglio professionale per esprimere la situazione per niente usuale anzi "assolutamente impossibile", in cui i loro personaggi vengono a trovarsi".