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Turn Over. Giro di boa. Cambiamento, ricostruzione, rinnovamento, ribaltamento, rinascita. Potremmo andare avanti con le traduzioni, i sinonimi, le metafore. Ma poco ci interessa, o meglio, ciò che vogliamo raccontarvi è soprattutto cosa è successo a Napoli dal 13 al 18 ottobre. Forse per molti lettori ed uditori la descrizione di una serie di incontri, di proposte, di cose dette o taciute, potrebbe apparire una vera e propria banalità, un noioso esercizio scrittorio. Per altri, invece, il cambiamento,  quello auspicato durante gli incontri di TURN OVER, significa solo riempirsi la bocca di parole, sperare vanamente, parlare e non produrre. In realtà il confronto tra esperienze e problematiche diverse è fondamentale non solo per imparare, non solo per cambiare, ma anche per rimanere sulle stesse posizioni o per rinnovare e rinnovarsi completamente, per distruggere, per ricostruire, o semplicemente per sfilacciare ciò che altri hanno costruito solidamente, per seguire le frange. La libertà di azione e di reazione è fondamentale, per questo motivo l’esperienza di TURN OVER, improvvisa ed immediata, ha dimostrato moltissime verità. Cinque giorni trascorsi all’interno dello splendido teatro Bellini di Napoli. Interno5, nelle persone di Hilenia De Falco e Vincenzo Ambrosino, insieme al Teatro Bellini di Napoli, nelle figure di Daniele e Gabriele Russo, ci invitano a collaborare ad un’esperienza sperata ed inattesa insieme, difficile, complessa e soprattutto fortemente criticata, sia positivamente che negativamente. La crisi culturale che investe anche economicamente e socialmente il teatro, colpisce tutti coloro che si muovono all’interno di questo preciso, ma multiforme, ambito lavorativo ed artistico: non solo gli attori, le compagnie, i registi, le produzioni, ma anche i critici. Dunque, evitiamo di riempirci la bocca, come affermano in molti, e andiamo al sodo.
Ciò che emerge durante la settimana di incontri è una visione polemica ma positiva e, forse proprio per questo motivo, sorprendente. Inutile sottolineare che i lugubri tempi di sconforto e di involuzione si stanno aprendo – finalmente! – a spiragli di ricostruzione, piuttosto che di restaurazione, bypassando, così, tutto ciò che di retrogrado e di superfluo  si lascia dietro, sedimentando invece gli insegnamenti dei grandi artisti e dei grandi Maestri. Il passaggio appare arduo e soprattutto incerto, ma finalmente desiderato.
I progetti descritti durante il primo appuntamento svoltosi il 13 ottobre, in apertura dell’evento TURN OVER, ci permettono di apprendere condizioni e situazioni di proficua attività culturale e teatrale. L’Europa reagisce attraverso l’inserimento di vere e proprie strategie di marketing alla base delle produzioni teatrali. Se l’artista fornisce proposte e progetti visivi e scenici, il mediatore progettuale lo aiuta. Come? Sistemi macroscopici come IETM o più ridotti, come SMartIT, permettono di creare non solo una rete internazionale che metta in comunicazione artisti ed operatori del settore, ma anche di pagare gli artisti, cosa buona e giusta in questi tempi di magre consolazioni economiche.
IETM, il cui prossimo incontro in Italia si svolgerà ad aprile a Bergamo, propone, attraverso la presenza dell’associazione ETRE, l’interazione e il contatto tra realtà internazionali che propongono a vicenda i propri progetti artistici o culturali, in attesa di sostegno economico o di creazione di partenariato nazionale ed internazionale. Artisti, compagnie, associazioni culturali, potrebbero entrare in contatto con realtà lontane ma affini, creando una sinergia a lungo termine. La mediazione di SMartIT permette, invece, ma soprattutto assicura, una maggiore possibilità di lavoro e di retribuzione all’artista che, in cambio della minima ed unica quota associativa, firma un contratto  con la cooperativa in questione, impegnandosi a versare l’8,5% della paga. Quest’ultima viene assicurata grazie ad un “gruzzolo” esistente,  da cui attingere nel momento in cui si procede ad un preciso pagamento, in una precisa data pattuita. Problematiche e morosità vengono discusse e risolte direttamente da SMartIT con il Teatro o l’Ente coinvolto. L’artista, in questo modo, è tutelato da un privato ma è anche libero di poter scegliere di lavorare con altri teatri ed altre produzioni, senza recedere dal rapporto con la cooperativa, né sottomettendosi totalmente. Sinergie, reti, network, sembrano essere le parole d’ordine del nuovo teatro in trasformazione: presenti all’incontro tutti coloro che hanno avuto voglia di parlarne, dalla stessa Hilenia De Falco, presidente di Interno5 e referente della Rete dei Piccoli Teatro Metropolitani campani, descritta accuratamente dall’attore Lello Serao, al Teatro della Caduta di Torino e della rete Concentrica in Piemonte, fino a Philippe Foulquié, fondatore della rete ARTfactoriesAutrespARTs e fondatore della Friche la Belle-de-Mai a Marsiglia.
Nei giorni successivi appaiono scottanti i temi affrontati, dal nuovo Decreto Ministeriale alla presenza di C.R.E.S.C.O, fino alla rete dei Teatri Occupati, con la presenza dell’Asilo Filangieri di Napoli e gli amici provenienti dai teatri occupati di Palermo, Napoli, Roma, Pisa, Milano e Torino. Parallele agli incontri, in scena, durante i giorni pari ( 14-16-18 ottobre),le repliche di tre spettacoli realizzati da produzioni e da giovani compagnie napoletane. Nonostante non si tratti di lavori in prima, ma in alcuni casi anche di repliche portate in scena dopo un anno dal debutto, l’afflusso di pubblico, maggiore fruitore di tutti questi incontri e naturalmente degli  spettacoli previsti, è stato notevole. Parliamo de L’ANIMA BUONA DI LUCIGNOLO con la regia di Luca Saccoia, HAMLET TRAVESTIE di Emanuele Valenti e Gianni Vastarella, con la compagnia Punta Corsara ( spettacolo di cui parleremo in recensione), IL CONTRATTO regia di Pino Carbone.
Il 17 ottobre si giunge all’incontro, atteso dagli addetti ai lavori, rivolto alla critica, a quella giovane, emergente, che sostiene il difficile ed arduo passaggio dalla carta stampata al web.
Anche e soprattutto in questa occasione Interno5 sceglie la collaborazione di quattro giovani critici napoletani o operanti su Napoli: la sottoscritta per www.dramma.it, Alessandro Toppi e Michele Di Donato per www.ilpickwick.it, Napoleone Zavatto per www.cinquecolonne.it. I presenti, alcuni membri del gruppo italiano ReteCritica,  che ha appoggiato l’iniziativa TURN OVER sin dalla veloce ed immediata attuazione, monitorando costantemente l’evoluzione degli eventi,  ed in altri casi soci,anche dell’ANCT, Associazione Nazionale Critici Teatro, spingono alla sinergia, parola abusata ma fortemente significativa.  Quattro giovani di età e di formazione diversa, dai 20 ai 40 anni: un lungo arco temporale in cui convivono tre diverse generazioni, accomunate da nuove prospettive, da vecchie problematiche corrosive, da incoraggianti e combattive aspirazioni. Ma non solo i quattro giovani che si sono fatti carico di attivare ed allargare la rete di conoscenze, invitando a Napoli tutti gli operatori del settore, artisti ed uffici stampa compresi, ma presenti soprattutto molti giovani- e meno giovani-  che finalmente riescono a dialogare insieme, anche animatamente, su un punto fondamentale della questione. Non parliamo solo del passaggio, ma soprattutto cerchiamo di comprendere come sopravvivere al passaggio, eludendo il rischio di tornare indietro, subendo, poi, le inevitabili ripercussioni. La volontà di andare avanti ci permette di comprendere finalmente che un passaggio è effettivo solo nel momento in cui si ha la  consapevolezza dell’esistenza dei Maestri e dei loro insegnamenti, talmente forte da riuscire a superarli senza dimenticare.  Emergono stili differenti, punti di vista contrastanti e disparati, complessità di pensiero, provenienze e formazioni accademiche o giornalistiche, passioni per le nuove tecnologie. La presentazione mattutina dei vari partecipanti all’incontro  sulla critica appare, infatti, sotto forma di una mescolanza eterogenea e propositiva che fornisce la misura della condizione di questa FRATTURA CRITICA. Abbiamo voluto significativamente chiamare così la “nostra” giornata, che poi si rivela, come previsto, una tavola rotonda aperta a tutti, dai colleghi campani, come Ileana Bonadies di Quarta Parete, Antonella Rossetti, Rosaria Carifano, Francesco Bove, Francesca Saturnino, www.napolimonitor.it , www.teatrionline.com, fino ai colleghi romani di Teatro e Critica, Simone Nebbia e Marianna Masselli, al collega toscano Matteo Brighenti di PAC e Doppiozero, ad Andrea Esposito e alle nuove frontiere di FANPAGE. Ma l’incontro era necessariamente e volutamente aperto anche agli artisti, agli spettatori, agli uffici stampa. Si parte inevitabilmente dalla formazione, dal pullulare di master universitari e non, sottolineando, spesso, il silenzio della formazione accademica che non prevede ancora specifici corsi destinati ai futuri critici teatrali. La mancanza di formazione crea, poi, un’arma a doppio taglio, cioè produce una scrittura azzardata che spesso non è caratterizzata da un’adeguata preparazione letteraria, storico-teatrale e soprattutto visiva, che porta alla pubblicazione di recensioni nocive nei confronti di  alcuni lavori e soprattutto di molti artisti. La mancanza di formazione e di regolamentazione comporta, quindi, la diffusione di una scrittura “multietnica” per stile e contenuti. La libertà di intervento di cui gode la recensione in rete diventa arma a doppio taglio nel momento in cui si trasforma in anarchia, per riportare le parole di Maria Dolores Pesce di www.dramma.it, tema scottante a cui accenna anche Matteo Brighenti di PAC e Doppiozero. La critica della critica, i commenti sui social network, lasciati dallo spettatore o dagli stessi artisti, possono essere considerati ramificazioni o continuazioni di una stessa recensione?
Il pubblico e lo spettatore appaiono argomento, spesso contrastante, di lunghe osservazioni da parte dei presenti, che analizzano il rapporto con la platea sotto diversi punti di vista: da quello degli artisti che puntano necessariamente al successo di pubblico e che considerano il critico un anello-cardine nel rapporto tra platea e scena, agli studiosi dei mass media che inevitabilmente osservano i cambiamenti e le evoluzioni nella fruizione del pubblico contemporaneo, fino all’intervento di altri artisti e critici che confermano la difficoltà nel recensire spettacoli in scena solo per la durata di tre giorni, o meno, riducendo inevitabilmente l’intento di scrivere per spingere il pubblico a teatro. Ci si chiede, dunque, se la recensione è rivolta solo agli artisti o solo al pubblico, o forse bisognerebbe di nuovo  tornare a comprendere che la funzione di “intermediatore” tra i due protagonisti fondamentali, spettatore e attore, è forse fondamentale nel lavoro di un critico teatrale? Il passaggio dalla carta stampata al web, ancora sofferente e claudicante per l’attenzione esorbitante che le compagnie rivolgono nei confronti delle firme autorevoli, dall’altra parte viene sostenuto ormai da numerosi uffici stampa. Presente Sergio Marra, addetto stampa del teatro Mercadante, che descrive il suo lungo monitoraggio nel corso di un anno, per comprendere quali sono i giovani critici del web che davvero lavorano quotidianamente, recensendo ed osservando con attenzione gli spettacoli. Questo permette quindi la lettura e l’utilizzo della recensione on line anche da parte di grandi compagnie e di grandi produzioni attraverso l’operazione di apertura attuata da un ufficio stampa. Gli interventi di Simone Nebbia e Marianna Masselli vertono a descrivere l’esperienza di Teatro e Critica,  sito e rivista di settore on line, il cui direttore e i collaboratori, ma anche i colleghi di altre redazioni, come Matteo Brighenti, si soffermano sull’attenzione rivolta al territorio, considerando la critica un inevitabile racconto del presente e soprattutto un rivelatore culturale della contemporaneità. La rivista on line TeC, che vede la collaborazione di una redazione quotidianamente attiva nella pubblicazione di recensioni, interviste e articoli specifici,  attua anche la politica del “back to the past”, restituendo al pubblico dei lettori la possibilità di rileggere recensioni pubblicate nei mesi o negli anni precedenti.
La lunga mattinata del 17 ottobre si protrae fino al tardo pomeriggio, momento in cui si evidenzia uno degli aspetti più dolorosi della critica on line: la mancanza di retribuzione. La sostenibilità economica delle riviste on line appare inesistente e questo comporta una ricerca di finanziamenti virtuali. Da qui si apre l’osservazione di un mondo spesso sconosciuto, di  un backstage complesso e tecnicamente all’avanguardia  ma lontano da chi scrive. Francesco Bove ed Andrea Esposito, ma anche la stessa Rosaria Carifano, quest’ultima preziosa e giovane testimone del passaggio “carta-web” e della situazione all’Estero, descrivono l’ulteriore evoluzione che la critica sta subendo. Il passaggio, forse ormai superato ed attestato, dalla carta stampata al web, adotta oggi metodologie conosciute ma tralasciate dai più. “Indicizzare”, “key words”, “linguaggio SEO”,” “posizionamento nei motori di ricerca”, tutti elementi indispensabili per la condivisione  in rete di materiali, come le stesse recensioni, affinché quest’ultime siano diffuse in maniera capillare, ricevendo il maggior numero di lettori e di letture possibili, meccanismo attraverso  cui è possibile ricavare guadagno vero e proprio. Lo scontro tra i sostenitori dell’ eleganza scrittoria e dei contenuti, e la risposta dei sostenitori delle nuove frontiere della recensione on line, per esempio le video interviste, i video articoli o, appunto, le video recensioni, esplode in un confronto acceso ma proficuo. Obiettivo, dunque, di Interno5 è di proseguire, forse fra un anno o meno, attraverso una serie di incontri, come quelli relativi a Turn Over 2014, per monitorare, nel corso del tempo, l’evoluzione dei vari aspetti e dei vari campi di azione legati al teatro, soprattutto quello italiano. Nel nostro discorso è indispensabile comprendere verso quale evoluzione o involuzione si spingerà la critica on line, sottolineando ancora una volta che la FRATTURA CRITICA è ormai avvenuta. Bisognerà, dunque, capire quali fenomeni nasceranno dalla crisi, perché di questa sappiamo già abbastanza; adesso è indispensabile un periodico aggiornamento su tutti gli altri fenomeni che, invece, rinascono dalle ceneri per apportare trasformazione e sopravvivenza.

TURN OVER
PIÙ SPAZIO PER CRESCERE
NAPOLI 13-18 OTTOBRE 2014
Lunedì 13 ottobre Teatro Bellini  presentazione IETM a cura di associazione ETRE
la distribuzione: reti e circuiti in Italia e in Europa. Intervengono Hilenia De Falco RETE PICCOLI TEATRI METROPOLITANI, Fabrizio Trisciani INBOX , Laura Valli ETRE, Massimo Betti Merlin CONCENTRICA, Philippe Folquiè FRICHE MARSIGLIA, referenti circuiti pubblici e reti indipendenti.
Martedì 14 ottobre Teatro Bellini

NUOVO Decreto Ministeriale LIMITI E PROSPETTIVE
Con Roberta Nicolai, Elina Pellegrini C.R.E.S.C.O
spettacolo “L’anima buona di Lucignolo” compagnia NEROSESAMO , regia Luca Saccoia
Mercoledì 15 ottobre Teatro Belliniincontro
TEATRI OCCUPATI e AUTORGANIZZATI e NUOVE FORME DI PRODUZIONE a cura di L'asilo – comunità dei lavoratori dello spettacolo e dell'immateriale.
presentazione SmartIT a cura di Donato Nubile
spettacolo “”Hamlet travestie”compagnia PUNTA CORSARA , di Emanuele Valenti e Gianni Vastarella
Venerdì 17 ottobre
incontro FRATTURA CRITICA. La necessità di un cambiamento: etica, innovazione e professionalità. Intervengono critici di testate online locali e nazionali.
Sabato 18 ottobre
spettacolo “Il Contratto” compagnia Ente Teatro Cronaca, regia Pino Carbone