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Serena Sinigaglia, regista e direttore artistico del Teatro Ringhiera, ha la musica nell’anima e questa musica scorre in scena, continuamente sgorga dalla brocca della sua passione per quella scatola magica che è il teatro. Lo spettacolo ALLA MIA ETA’ MI NASCONDO ANCORA PER FUMARE (tratto dal testo di Rayana, tradotto da Mariella Fenoglio) è perfetto in tutte le sue parti. Il titolo riassume l’assurdità delle proibizioni fatta alle donne anche per cose assolutamente insignificanti, come fumare una sigaretta. “Se le donne che fumano sono malviste, non è perché qualcuno si preoccupa della loro salute, ma perché così facendo passano per essere puttane” spiega l’autrice in una sua intervista. Il testo rompe il muro dell’omertà sulla condizione femminile in Algeria e ricorda i tanti muri nostrani.  La pièce ambientata in un hammam racconta le storie di nove donne che si confrontano quotidianamente con la violenza maschile. “Rayhana” è in realtà un’autrice algerina che vive in Francia e che ha dovuto assumere uno pseudonimo per poter continuare a scrivere. Infatti, proprio in Francia, mentre si recava a teatro, è stata aggredita da un gruppo di integralisti islamici. La libertà fa paura e il suo testo parla soprattutto di libertà ma anche di solidarietà e amore. «Quando ho letto “ Alla mia età mi nascondo per fumare” - ci dice Serena- ho provato una gioia che rasentava l’esaltazione. Quel testo, che scorreva agilmente sotto i miei occhi, aveva tutte le caratteristiche che da sempre cerco spasmodicamente in un testo teatrale. Coralità». Due ore scorrono come in un sogno. L’azione si svolge tutta in un giorno, un giorno qualsiasi che si trasforma in un’occasione di lotta, eroine per caso, eroine del quotidiano, le nove donne con i loro sguardi diversi con i loro desideri e i loro sogni dicono no all’integralismo al fondamentalismo islamico. Con una leggerezza tutta calviniana lo spettacolo ha il pregio di saper cogliere le trasversalità di dolori che appartengono anche a noi. Le lenzuola bianche appese, i fili che intrecciano storie, le brocche i sapori e i profumi, i pregiudizi e gli stereotipi ricordano i luoghi delle nostre terre dove fino a qualche decennio fa le donne subivano tacendo. E forse subiscono ancora. La scena si apre su un grande spazio circolare dominato dal bianco, teli bianchi a terra, bianchi gli abiti delle donne, bianche le lenzuola appese, uno spazio che ricorda la scena delle lavandaie della Gatta Cenerentola di De Simone, una rappresentazione trasversale che attraversa luoghi geografici differenti che si affacciano sul Mare Nostrum. Sette leggii a proscenio e uno in scena, con i libri che diventano suoni, branditi come armi, rappresentano la forza di riscatto e il desiderio di cambiamento. Le donne ridono, soffrono, litigano: un testo corale e molto musicale . I brani che accompagnano le scene regalano momenti di suggestione di pura di intimità. In questa scena “giganteggiano” le attrice, tutte all’altezza della poesia e della realtà rappresentata, non una che abbia una postura sbagliata, un tono esagerato, un’espressione debole o insignificante: Anna Coppola, Matilde Facheris, Mariangela Granelli, Annagaia Marchioro, Maria Pilar Pèrez Aspa, Arianna Scommegna, Marcela Serli, Chiara Stoppa. Le scene di Maria Spazzi, i costumi Federica Ponissi e le luci Roberta Faiolo, di una semplicità disarmante di un calore avvolgente. La nuova stagione intitolata Rnghiera Reloaded , si apre all’insegna della carica e di una buona ricarica anche per noi che, dalla platea, applaudiamo appagati.

Milano, Teatro Ringhiera, 26 ottobre 2014