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Una coinvolgente e convincente Anna Meacci ha inaugurato con la sua pièce d’impatto “Romanina”, nella Sala Chaplin di Catania, la terza edizione di "Palco off -Le Voci del Teatro”, rassegna di 24 storie interpretate da aut-attori del nostro tempo fuori e dentro l’isola, curata da Francesca Vitale, con la direzione organizzativa di Renato Lombardo. In circa 60’, con la sua simpatia e professionalità, su una scena spoglia e dove fanno bella mostra a terra solo coppie di scarpe di vari tipi, Anna Meacci, racconta la storia di una figura emblematica, quella di Romano Cecconi, ovvero di Romanina, il più famoso travestito di Firenze, nato in un minuscolo paesino della Garfagnana, nel 1941, basata sul libro “Io, la Romanina: perché sono diventata donna”, l’autobiografia che Romina pubblicò nel 1975 ed in cui spiegò le ragioni della sua scelta e le peripezie per arrivare ad essere la prima in Italia a cambiare sesso.

Alle prese con un testo tutt’altro che facile, con una storia, con uno spettacolo leggero, attualissimo, ma di evidente impatto sociale e che molti teatri, molti impresari d’Italia in questi anni hanno rifiutato di inserire in rassegna e portare in scena, Anna Meacci, grazie alla sua ironia di donna estremamente versatile e calandosi nel personaggio, si presenta in scena con abito attillatissimo e paillette, pelliccia bianca ed inizia a raccontare con straordinaria leggerezza la complicata e cruda, storia di Romanina, passando in rassegna, con eleganza e naturalezza, le varie tappe della sua vita: le prime esperienze sessuali in collegio, dove si sente già Eleonora Rossi Drago, la prostituzione, il carcere, il confino in un paesino della Puglia, gli abusi e anche le violenze che l’hanno costretta a fuggire da Firenze.

Emerge un personaggio votato all’ironia, portato all’arte, allo spettacolo, animato da una voglia, da un desiderio di far emergere quel suo essere donna che poi si concretizza con l’operazione in Svizzera e quando, nel 1972, riesce ad avere la carta d´identità dove, finalmente, appare il nome di una donna, Romina Cecconi.
Di Romanina, grazie anche all’agile e collaudata regia di Giovanni Guerrieri, al supporto di brani quali “Ma l’amore no”, uno dei leitmotiv del decennio degli anni Quaranta, Anna Meacci, che in scena è anche giudice, poliziotto della buoncostume, sindaco, offre un ritratto commovente, più che reale, fornendo una prova d’attrice straordinaria. Con grande coraggio e sensibilità e con l’arma del teatro sociale, più che contemporaneo, la Meacci regala un lavoro molto godibile, di una semplicità estrema, ma che commuove, intriga e coinvolge gli spettatori in sala e che nel dibattito di fine serata, come di tradizione per la rassegna “Palco Off”, sono prodighi di complimenti e di curiosità nei confronti della protagonista, davvero coinvolgente soprattutto alla fine con il brano di Mina “Fragile” che ci mette davanti una Romanina sempre in equilibrio tra le ombre dell’umiliazione, delle difficoltà e le luci sfavillanti della speranza di una vita, di uno status, voluto, immaginato, con così tanta forza da divenire poi reale. Lavoro “Romanina”, quindi, di grande attualità, che parla di un percorso di vita e delle sue difficoltà, dei costumi, delle abitudini di un Paese come l’Italia, di com’era e di come sognava di diventare.

“Romanina”
di Anna Meacci
(Tratto da “Io la Romanina” di Romina Cecconi)
con Anna Meacci
Regia di Giovanni Guerrieri
Sala Chaplin di Catania - Stagione "Palco off -Le Voci del Teatro” - 14-15 Novembre 2014