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Garcìa Lorca torna sulla scena napoletana e ad accogliere LA CASA DI BERNARDA ALBA è il palcoscenico dello storico San Carluccio. Dal 7 al 12 dicembre la Piccola Compagnia della Magnolia di Torino crea la magia. In repliche mattutine e serali, si riaprono le porte serrate della casa lugubre di Bernarda, si sbircia attraverso le grate, si osservano le ombre dei candelabri

proiettate sul nero dei muri, dei vestiti, della vita di queste donne. Il testo di Lorca è datato 1936: affidato il manoscritto e la sua bellezza all’amico Nadal, l’autore morirà poi fucilato dai nazionalisti. La regia è del regista Antonio Dìaz-Floriàn, rifacimento italiano di uno spettacolo portato in scena a Madrid nel 2001, realizzato in coproduzione con Thèatre de l’ Épée de Bois della Cartoucherie di Parigi. Ricera su testi storici teatrali ma anche innovazione, studio sul movimento dell’attore e coinvolgimento del pubblico. In effetti l’approfondito studio fisico e mimico degli attori in scena è subito evidente. In un piccolo teatro che trasmette attraverso ogni parete emozioni particolari, la raccolta platea viene immersa in un buio denso fatto di  odore di cera, di incenso, di polvere, di naftalina che conserva le vesti. Gorgiere nere e pesanti circondano il collo di personaggi senza piedi. Sembra che le donne lorchiane siano mozzate negli arti inferiori, volutamente rese nane attraverso la faticosissima recitazione in ginocchio. Pepe, l’uomo di cui si innamorano due sorelle e promesso alla più ricca e meno innamorata, rappresenta il mondo esterno che arriva a sconvolgere il microcosmo ovattato, angosciante e serrato della casa di Bernarda Alba. Viene definito “gigante”, simbolo della grandiosità e della pericolosità di ciò che sta fuori e potrebbe fagocitare le ragazze. Un gigante contro donne nane, goffe nei movimenti, come delle martiri costrette al  continuo pentimento,  strisciano inginocchiate sottomettendosi alla madre e al terribile Dio. Il riferimento alle Meninas di Velasquez e alle figure di Goya non è casuale. Lo studio sui movimenti permette incastri di figure nere che sembrano differenti solo nelle altezze. Le facce coperte interamente da cerone bianchissimo, solcato da linee grottesche che evidenziano occhi ed espressioni volutamente accentuate, sono elementi autonomi sulla scena. Tre candelabri illuminano di luce fioca e tremula volti di attori e pubblico. Spesso l’unione geometrica di più figure nere forma un unico blocco scuro da cui emergono i volti bianchi illuminati dalle candele. Una sorta di coro greco, in cui le voci della gente, pettegolezzi e malelingue,sono pronunciati in scena dalle stesse sorelle. La ricerca sulla mimica facciale ci riporta al teatro e alla danza orientale, a quello indiano in cui lo studio sul movimento degli occhi è fondamentale, ma ci ricorda anche le maschere barocche con le loro sfacciate lingue fuori dalla bocche. Nonostante il cerone bianco, il pubblico riesce a distinguere distintamente tutti i personaggi e le loro caratterizzazioni, notando anche che una delle sorelle in realtà è un attore. Da una sostituzione fortuita, Davide Giglio diventa una delle sorelle lorchiane più intense e commoventi. Emerge inoltre un’immagine particolare della serva, interpretata da Giorgia Cerruti. Diventa narratrice e cardine di tutta la storia, facendo passare quasi in secondo piano Bernarda che impone stolto potere ma non dimostra furbizia. Il pizzico di ironia versata sul testo lorchiano viene apprezzata soprattutto dal giovane pubblico che trova riferimenti  anche alla Commedia dell’Arte. Profonda preparazione attoriale e fisica di tutti gli attori ma soprattutto enorme ricerca testuale e storica. Un Garcìa Lorca inquietante, tra tradizione e innovazione rese perfettamente omogenee.

LA CASA DI BERNARDA ALBA
Visto il 7 dicembre al San Carluccio di  Napoli
Co-produzione Piccola Compagnia della Magnolia
Théâtre de l’Epée de Bois - Cartoucherie de Vincennes.
REGIA
Antonio Díaz-Florián
Con
Giorgia Cerruti, Luisa Accornero, Valentina Tullio, Claudia Martore, Davide Giglio, Anna Montalenti, Agla Germanà
Ideazione costumi
Abel Alba
Scenografia
David Léon
Luci
Pascal Perez
Assistente alla regia
Graziella Lacagnina - Davide Giglio
Direzione d'attore
Giorgia Cerruti