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Due musicisti americani di culto, padre e figlio: il primo protagonista – a modo suo – della scena musicale degli anni ’60, il secondo ai vertici della fama un trentennio dopo. Due anime accomunate non solo dallo stesso sangue, ma dalla stessa prematura sorte, e delle quali si rivivono i passaggi salienti di un tragitto biografico che giunge sino a dimensioni più pure quali sono quelle del Cuore e della Fantasia.
ONCE I WAS è una canzone di Tim Buckley piena di ricordi, esattamente come il racconto teatrale che qui presento. Ed esprime tutta la nostalgia, l’impotenza e la suggestione di chi una volta – in un qualche modo – è stato sia Tim che anche Jeff Buckley: quasi che questi, cioè, fossero le facce contrapposte di uno stesso long playing.
Desideravo indagare il rapporto Padre-Figlio, per ciò che era stata la mia vita familiare: volevo fare luce su possibili dinamiche, vuoti, mancanze, sensi di colpa e ragioni. “Ti sto chiamando...” il verso che dà il titolo alla canzone CALLING YOU fin da subito diviene il leitmotiv intimo della drammaturgia, una sorta di richiamo vivente oltre l’oggettività delle cose e degli eventi. Proprio come nel destino dei Buckley: ossia un padre e un figlio segnati dall’Inevitabile situato al di là di loro stessi, i quali – uniti e divisi dalla musica – si sono inseguiti sfiorandosi appena, mentre la vita disegnava per essi cerchi concentrici, spirali coincidenti di estreme fatalità. Una storia di maledetta dolcezza e ineluttabilità.
Nello scrivere questa pièce, ho seguito altresì un desiderio emotivo per immaginare possibilità alternative all’effettiva realtà dei fatti: ovvero una riconciliazione postuma, un confronto tra due uomini adulti, la gioia di un’impossibile Jam Session insieme, la necessità di riparare ad una mancanza. Questa ipotesi toccante è il principio emozionale del mio sogno; e nella rarefazione di questo viaggio, la musica che risuona idealmente tra le righe e le parole, non è la mera riproposizione delle Hit dei Buckley per via testuale: bensì una confluenza ininterrotta di note, parole, sentimenti ed emozioni. Un unico linguaggio in cui – oltre al testo – musica e canzoni scaturiscono sempre dalla necessità di dire, dall’urgenza di spiegare, dalla solitudine o dall’incomprensione: trama emotiva di un unico disegno. Un disegno solo apparentemente incompiuto.
Francesco Meoni

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La messinscena di ONCE I WAS – OLTRE LA STORIA DI TIM E JEFF BUCKLEY ha debuttato al Teatro Spazio Uno di Roma, in vicolo Panieri 3, telefono 06 45540551, il 9 dicembre 2014 (repliche sino al 14). Diretta e interpretata dallo stesso Meoni, si avvale del fondamentale accompagnamento dal vivo dei musicisti Vincenzo Marti (voce e chitarra), Lorenzo Soriano (tromba e flicorno), Danilo Valentini (chitarra), Teodoro Pizzolante (basso), Rocco Teora (batteria e percussioni). Assistente alla regia, Edyta Scibior; scenografia videografica, Chiara Tommasi e Massimo Bevacqua; produzione, Compagnia Nuovo Teatro.

Francesco Meoni (Roma, 1964). Attore e doppiatore, fa il suo esordio in teatro nel MALATO IMMAGINARIO di Molière secondo Turi Ferro (1991, produzione Plexus T e Teatro Stabile di Catania). Tra i tanti registi con cui ha in seguito lavorato, si ricordano Pierpaolo Sepe, Mario Scaccia, Krzystof Zanussi, Gabriele Lavia, Valerio Binasco e Ugo Chiti. Con la regia di quest’ultimo, ha interpretato con vivo successo il Visconte Morello nella fortunata e lunga tournée di MARGARITA E IL GALLO, rappresentazione del testo omonimo di Edoardo Erba, con protagonista Maria Amelia Monti. In ambito cinematografico, invece, ha recitato nei film HOTEL MEINA di Carlo Lizzani (2007), LA VITA, PER UN’ALTRA VOLTA di Domenico Astuti (1999) e R.D.F. RUMORI DI FONDO di Claudio Camarca (1996). Infine, per la TV, ha preso parte a note fiction e produzioni quali UN CUORE MATTO, TUTTI PAZZI PER AMORE, I CESARONI, DISTRETTO DI POLIZIA, IL COMMISSARIO ROCCA, CASA VIANELLO e molte altre. Alquanto attivo nella sfera civile e sociale, ha contribuito a serate ed eventi per Medici Senza Frontiere e Amnesty International, mentre è membro del Gruppo Teatro Civile. Il suo sito internet è www.francescomeoni.it.

A cura di Damiano Pignedoli