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Un balzo e via. Saltano giù dai loro micro appartamenti, saltano giù dai rami come i primi ominidi che vivevano ancora sugli alberi, saltano e corrono verso la foresta-città in cerca di affermazione, riconoscimento, amore...Alex e Cristina lavorano in un call center, 800 euro, al mese e sognano una vita diversa, no migliore, diversa. Si nutrono come vampiri metropolitani del sangue dei personaggi delle telenovele e sognano un futuro diverso, no migliore, diverso. Come quando si cambia canale, come quando si fa zapping. «Alex e Cristina lavorano in un call center. Sono colleghi da anni e da anni rispondono al telefono ai tanti consumatori che ogni giorno chiamano il Servizio Consumatori Acqua Freschissima. Tra una telefonata e l’altra si raccontano di cene con gli amici, nottate in discoteca, incontri fugaci, ma la realtà è un’altra: le loro serate trascorrono in solitudine davanti alla televisione catturati dalle repliche di Dynasty, il serial che negli anni 80 ha tenuto incollati allo schermo milioni di telespettatori grazie alla sua formula vincente: intrighi, sesso, potere, capelli cotonati e vestiti in lurex.» Il dramma tragicomico di Simona Migliori ha ritmo, forza scenica e vivacità. Riprende temi antropologici e sociali sul ruolo della televisione oggi, sulle dipendenza e sulla solitudine dell’individuo contemporaneo. E lo fa con leggerezza e intelligenza con una parola scenica tagliente e incalzante che procede a balzi. I due personaggi incapaci di avere relazione affettive durature, si interrogano sul loro futuro, disposti a tutto, a tradire anche la loro amicizia per un piccolo avanzamento di carriera. Si completano a vicenda mostrando il femminile e il maschile che è in loro. La regia di Amedeo Romeo è fantasiosa e vivace e attenta a cogliere le piccole manie le debolezze dei protagonisti i gesti compulsivi e ossessivi. Patrizio Luigi Belloli e Simona Migliori, tratteggiano i personaggi con gesti misurati e adeguati. La regia e gli interpreti disegnano una rappresentazione scenica dove il segno-gesto teatrale rimanda ad altri segni a riferimenti temporali, La tappezzeria degli micro appartamenti (case sugli alberi) in stile anni sessanta, disegna un percorso storico dal mito del boom economico al crollo contemporaneo e in mezzo, al centro, intorno, la potenza dei media televisivi. Il teatro nasce dallo sguardo e dalla parola e ci stimola a riflettere sulla vita. I segni svelano l’intenzione registica. Il critico “ testimone, narratore” deve interrogarsi anche su questo egli in qualche modo è «...depositario della parola originaria che si è incarnata nello spettacolo, nei gesti degli attori, nell’invenzione del regista o dello scenografo, dentro altre prole» (G.Raboni La consegna della scrittura) .  Che tipo di vita racchiude questo spettacolo? Una vita a cui sono condannati tanti, troppi, giovani in cerca di un lavoro, senza più tutele e senza speranza, il numero di quelli che non lo cerca neanche più è in crescita. E poi il tormento infinito dei dubbi e dei sospetti di un mondo destinato alla solitudine, di una società sempre più paranoica.

«Cos’è la solitudine, mi chiedi.
Paillettes, divano e Dinasty come se piovesse.
Uh, piove!»

Milano, Teatro Linguaggi Creativi, 16 Gennaio 2015