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E’ un breve, malinconico ed intenso viaggio nella Russia fuori dal tempo in cui vivono leggendari viandanti-cantori e dove si riscopre, dietro la semplice saggezza del popolo, la più autentica spiritualità. Stiamo parlando dello spettacolo scritto e diretto da Gioacchino Palumbo, “Nastienka e il Cantore”, messo in scena alla Sala Musco dal Teatro Stabile di Catania. L’atto unico di circa 40’, impregnato di misticismo e melodie antiche, è liberamente tratto dal breve e struggente racconto del poeta Rainer Maria Rilke, nato a Praga nel 1875, intitolato “Come il vecchio Timoteo morì cantando”. Il progetto di Gioacchino Palumbo, regista legato ad una poetica esistenziale del Teatro nel solco di Grotwski, che cura anche la regia e la scena, vede protagonisti Ilenia Maccarrone, Marta Cirello, allieva del IV anno della Scuola d’Arte drammatica Umberto Spadaro di Catania ed il musicista Juri Camisasca, autore delle musiche cantate eseguite dal vivo con l’utilizzo di un Harmonium indiano.
La pièce, su una scena essenziale, è popolata dalle due donne e dal musicista e, con i costumi di Riccardo Cappello ed il disegno luci di Franco Buzzanca, interseca i canti particolari, i suoni eseguiti con estremo sentire, con spiritualità, da Juri Camisasca, alla narrazione di Ilenia Maccarrone nei panni di Nastienka, una giovane donna che racconta la sua storia d'amore con il figlio di Timotej, un vecchio cantore e custode del ricco repertorio di canti e tradizioni di una terra dalla forte componente mistica ed esoterica. I due giovani fuggono insieme, ma poi il figlio del cantore, avendo saputo che il padre sta male e non canta più, drammaticamente l’abbandona, costringendola a una vita di mendicante. Il giovane segue il padre per ereditarne i canti antichissimi, anima del villaggio e che altrimenti andrebbero perduti per sempre. E quei canti, quelle canzoni, sono un patrimonio prezioso che “nessuno, contadino o cosacco, potrà mai ascoltare senza piangere”.
Nastienka, quindi, nel progetto drammaturgico e scenico del regista Gioacchino Palumbo, intorno ad un piccolo fuoco, da mendicante dopo essere stata abbandonata, racconta ai viandanti, senza alcun rancore e con tanta comprensione, il suo amore, la sua vita ed il suo destino di solitudine in una Russia senza tempo.
Testo e spettacolo, quello di Palumbo, incentrato, oltre che sulla sentita interpretazione di Ilenia Maccarone e sulle sonorità avvolgenti eseguite dal vivo con grande professionalità da Juri Camisasca, sul tema della libertà, del sacro e della trasmissione di saperi tradizionali ed esoterici in un paese come la Russia di grandi tensioni spirituali e di affascinanti tradizioni.
Applausi convinti, alla fine, da parte del pubblico per una proposta sicuramente intrigante, particolare e che sposa melodia e parola, incanto e poesia.

"NASTIENKA E IL CANTORE"
(liberamente tratto da un racconto di Rainer Maria Rilke)
testo, scene e regia di Gioacchino Palumbo
con Ilenia Maccarrone e Marta Cirello
Costumi di Riccardo Cappello
Luci di Franco Buzzanca
Musiche composte ed eseguite dal vivo da Juri Camisasca
Produzione Teatro Stabile di Catania - Sala Musco - 27 febbraio -1 marzo 2015

Foto di Antonio Parrinello