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Lunaria Teatro di Genova, in apertura della nuova edizione del suo interessante “Festival in una notte d’estate”, ripropone nella cornice della storica piazzetta San Matteo questa sua drammaturgia, riscrittura-adattamento a cura di Daniela Ardini e Mario Marchi dall’omonimo romanzo di Giovanni Verga, che già aveva avuto buon successo nella primavera scorsa al Teatro Duse, ospite dello Stabile di Genova.
La drammaturgia sceglie di aderire con attenzione nella sua sintassi scenica alle modalità tipicamente naturaliste della narrazione verghiana, non priva di quel distacco quasi scientifico caratteristico dello scrittore siciliano, ma la interessante regia della Ardini, quasi trovandone lo slancio, riesce ad

inserire nella messa in scena elementi di efficace straniamento che, in un certo senso ospitando i personaggi in un contesto scenografico consapevolmente stilizzato, ne enfatizzano le singolari caratteristiche psicologiche a completamento e approfondimento di un’indagine non esclusivamente storica e sociale.
Così, in una sorta di de-crittazione della trama verghiana che tutti ben conosciamo, i personaggi, tra neri catafalchi incombenti a mo’ di quinte di scena, si muovono insieme alle scenografie quasi ne fossero una emanazione, scandendo in dialogo sordo le loro esistenze in fondo predeterminate, prigioniere come sono dei ruoli di classe e delle convenzioni, alle quali anche i sentimenti più profondi devono piegarsi.
La narrazione è come noto potente nel suo crescere episodio dopo episodio ed il discorso scenico è efficace nell’isolare i punti salienti e i ribaltamenti, senza soluzione di continuità, anche se talora la recitazione indulge troppo a schematismi che attenuano il processo di significazione del testo.
Uno spettacolo di buon impatto nel complesso, che segue le precedenti prove della compagnia impegnata in una sua originale ricerca intorno alla letteratura siciliana. Ricordiamo in proposito “Il Gattopardo” e “Il giorno della civetta”.
In scena Giovanni Costantino, Andrea Benfante, Alberto Carpanini, Giselda Castrini, Arianna Comes, Francesca Conte, Paolo Drago, Mario Marchi, Anna Nicora e Vittorio Ristagno, luci di Giorgio Neri e scene, come detto interessanti, di Giorgio Panni e Giacomo Rigalza. Efficaci i costumi di Maria Angela Cerruti.
Numerosi e calorosi gli applausi del pubblico, a conferma del buon apprezzamento.