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Cari Milanesi, facciamoci coraggio, vinciamo l’afa, la pigrizia e usciamo dalle celle frigorifero dei nostri appartamenti per seguire la XV edizione di Tramedautore. Forse soffriremo un po’ il caldo ma troveremo molto calore umano, come quello che ho vissuto io partecipando alla conferenza di presentazione del nuovo Festival organizzato dall’Outis (centro nazionale di Drammaturgia Contemporanea) Nello spazio accogliente del Chiostro Nina Vinchi del PICCOLO TEATRO GRASSI si è svolta la presentazione degli obiettivi e degli spettacoli del Festival. Dal 21-26 luglio 2015 al Piccolo Teatro di Milano si potrà assistere a 6 spettacoli provenienti da: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Campania, Sicilia. Edizione ricca e coraggiosa sei spettacoli in lingua regionale, l’intento è quello di far riaffiorare la bellezza delle nostre regioni attraverso i racconti dei loro drammaturghi. Tatiana Olear cita “Il grande libro dei mutamenti” parla di generosità e solidarietà due qualità necessarie se si vuole uscire dall’indifferenza dei nostri giorni se si vuole dare visibilità a chi non ha, se si vuole far emergere il lavoro di tanti teatri, di numerose

compagnie che operano nell’ombra. E’ questa la mission dell’Outis. Quest’anno in occasione dell’Expo Outis raddoppia la sua proposta: una prima parte dedicata al “Teatro delle Regioni” e una seconda parte, a Settembre, dedicata alla Cina e le sue grandi trasformazioni, alla drammaturgia contemporanea cinese. Il percorso è stato lungo rammenta Angela Calicchio: prima la pubblicazione ufficiale di un bando. Con obiettivi precisi: offrire a Milano e all’Italia un’occasione unica per valorizzare dinanzi a un pubblico internazionale la ricchezza e la molteplicità culturale del nostro paese, presentando compagnie che hanno scelto di costruire il proprio percorso sul teatro d’autore, in rapporto alle appartenenze regionali. “Write local, play global”, è lo slogan/sintesi che il Festival vorrebbe comunicare. Gli artisti e gli operatori sono stati invitati a sottoporre proposte di spettacoli (già prodotti o in fase di produzione) che avessero una componente evocativa – anche in termini linguistici – del tessuto sociale della regione di riferimento. Al bando iniziale hanno risposto in molti circa trecento compagnie questo è un buon sintomo per la drammaturgia contemporanea, ma è stato doloroso dover comunque selezionare data la ricchezza e la varietà notevole di proposte. Angela Calicchio racconta con il calore e la semplicità che la contraddistingue, i piccoli episodi del quotidiano che hanno dato vita al progetto, un incontro fra amici in modo particolare stimolante la collaborazione con Gian Maria Cervo (drammaturgo, traduttore e docente, direttore artistico di Quartieri dell’Arte festival di Viterbo), una chiacchierata con Paolo tecnico del Piccolo Teatro: perché non occuparci dei linguaggi contemporanei che hanno sede nelle diverse regioni italiane? L’intento è quello di volere partire da una certa fisicità delle lingue regionali per andare oltre le regioni, le tematiche affrontate sono di ampio respiro, si inizia con Annibale Ruccello e si chiude con Franco Scaldati; due autori di grande spessore culturale, in alternanza con compagnie emergenti. Si vuole valorizzare autori che ricorrendo a un uso inventivo delle lingue e dei linguaggi, hanno, da un lato, approfondito il legame con il loro territorio di provenienza e, dall’altro, fidelizzato un pubblico sempre maggiore a livello nazionale e internazionale. Il programma è ricco: Maddalena Peluso, dell’ufficio stampa, con grazia rara ( mi piace raccontare anche di chi opera dietro e quinte) ci accoglie e ci fornisce una cartella stampa molto dettaglia e ben curata in cui sono contenute tutte le informazioni sulle iniziative e gli spettacoli:
«In apertura l’omaggio ad Annibale Ruccello con l’inedito Il rione, opera prima del maestro napoletano della scrittura d’invenzione linguistica (suoi capolavori Ferdinando e L’ereditiera), attraverso il lavoro di due napoletani dal curriculum internazionale: Gian Maria Cervo che firma la riduzione drammaturgica e Monica Nappo Kelly che ne cura la regia.
Segue Felici ma furlans – LIVE di Alessandro Di Pauli e Tommaso Pecile (22 luglio), esempio esilarante di ibridazione tra web tv e teatro, tra dialetto e lingua italiana; fra documento e cabaret si inserisce Trovata una sega! di e con Antonello Taurino (23 luglio), che ripercorre la famigerata vicenda dei falsi di Modigliani ritrovati nei fossi di Livorno. Antico mondo montanaro e nevrosi postmoderne vengono restituiti, grazie anche a un uso magistrale della lingua veneta, in Piccolo mondo alpino dei fratelli Marta e Diego Dalla Via (24 luglio), apprezzata realtà del teatro di ricerca; fisicità irruenta e dialetto arcano permeano invece Liberata del Teatro dell’Argine (25 luglio), gruppo emiliano romagnolo diretto da Nicola Bonazzi.
A chiudere, un omaggio a un altro maestro, Franco Scaldati, autore capace di riformulare la lingua palermitana in una matrice poetico-drammaturgica, con l’inedito “E’ la terra un’unica finestra”, proposto dal consolidato team del Teatro Garibaldi alla Kalsa guidato da Matteo Bavera e con Melino Imparato, storico interprete dell’autore siciliano. La settimana dedicata al Teatro delle Regioni, cioè alla particolarità del teatro italiano, ha creato le premesse per organizzare uno speciale momento di riflessione con la Conferenza internazionale sulla drammaturgia polivocale (23 luglio), che porterà in Italia Paul Castagno, eminente figura accademica internazionale, Professore di Drammaturgia e Letteratura drammatica presso l’Università del North Carolina Wilmington – Usa, specializzato nello studio dell’impiego dei dialetti, degli slang e dei gerghi nelle strategie drammaturgiche».
Gian Maria Cervo, interviene con una riflessione sulle strategie drammaturgiche degli autori contemporanei e sugli approcci polivocali che caratterizzano la parola scenica contemporanea, riflettendo sulle potenzialità di ibridazioni offerte dalle strategie di scrittura che utilizzano diversi registri evocativi e stilistici. Alla conferenza stampa di presentazione sono presenti anche alcuni artisti: Monica Nappo, Antonello Taurino e Nicola Bonazzi. Ognuno racconta il proprio percorso artistico i significati intrinseci dei lavori proposti. Monica Nappo espone  il percorso del suo “rione” luogo non solo geografico ma anche luogo dell’anima delle tante anime che danno vita al rione, che vorrebbero fuggire ma non riescono a trovare un’altra terra; racconta la lingua di Ruccello perché il napoletano è una lingua, non un dialetto, precisa e ha ragione...una lingua con una sua precisa struttura, regole sintattiche e grammaticali proprie, una lingua che accoglie altre lingue nel suo idioma; spagnolo, francese, arabo... proprio come la sua Città che nel bene  e nel male, ingloba assorbe ma non rigetta nulla. Antonello Taurino in modo spiritoso narra alcuni episodi legati alla stesura del testo: uno degli autori dei finti Modigliani sarà presente in sala durante la rappresentazione e per uno strano caso del destino, intrecci e relazioni ha curato anche uno dei militari ammalatosi in seguito alle radiazioni dell’uranio impoverito su cui Taurino ha scritto un testo che porta da anni in scena con meritato successo: Miles Gloriosus. Il mondo è piccolo, a volte. Infine Nicola Bonazzi , timido e discreto parla delle donne e in particolare di quelle che non riescono a liberarsi come la protagonista della sua opera, Liberata. Chiude la conferenza Angela Calicchio annunciando un altro importante progetto dell’outis creare un archivio degli autori italiani al quale si sta già lavorando Attraverso il Sistema Bibliotecario Lombardo circa 6000 testi saranno presto a disposizione. Per questo lavoro è stato vinto anche un importante bando. Il programma è ricco c’è molto da imparare per chi scrive, per chi legge, per chi ama il teatro. Salutiamo il condizionatore, per chi ce l’ha e percorriamo le strade delle nostre regioni, fra un sipario e l’altro, fra un applauso e l’altro.
Milano 16 Luglio 20015