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“Per una giovinetta che nessuno piange” è uno spettacolo impegnativo, di acuta e profonda riflessione su una parte malata ed in continua disgregazione della società di ieri e di oggi. Il testo, scritto nel 1965 dal drammaturgo veneto Renato Mainardi, è stato messo in scena a Catania, nella sala del Teatro L’Istrione, dalla compagnia guidata dal regista ed interprete Valerio Santi, all’interno della rassegna di prosa 2014-2015 “Le Voci di dentro”. Dopo la prima rappresentazione al Teatro Eliseo di Roma, nel lontano 1972, per la regia di Arnoldo Foà, il lavoro è poi caduto nel dimenticatoio, come la maggior parte dei testi di Mainardi ed adesso è stato rispolverato dalla compagnia teatrale de “L’Istrione” di Catania nell’allestimento, particolarmente curato ed incisivo, del regista Valerio Santi, protagonista in scena nei panni

del burbero e scontroso Bartolo, personaggio su cui ruota l’intera ed oscura vicenda.
Lo spettacolo, ambientato in una Venezia chiusa ed ostile, con la scenografia curata dallo stesso Valerio Santi, fotografa l’interno di un angusto laboratorio dell’artista Bartolo, uomo aspro, prepotente e che ama solo se stesso e le sue opere e che divide la casa con la compagna Gilda, una sua ex allieva, donna succube, che lo adora, anche se viene sempre trascurata ed offesa. La figlia di Bartolo, Lorenza, lo ha abbandonato, dopo la morte della madre ed anche la giovane Elviretta, insidiata dall’uomo, ha lasciato anche lei la casa, innescando un meccanismo di odio, ripicche, scontri col padre e con gli altri personaggi della vicenda. Nessuno all’interno della storia narrata, si risparmia e vomita sull’altro la propria verità di convenienza.
I due atti, in circa 90’, sviluppano un angosciante meccanismo di odio, egoismo, insoddisfazione, falsità, dove si intersecano anche i caratteri del mite Giovanni, forse l’unico che cerca di mettere pace nell’agitato mondo familiare di Bartolo e di Giulio, fotografo e marito di Lorenza, la figlia di Bartolo. Nell’intera vicenda aleggia lo spettro della pedofilia, un vizietto, quello di Bartolo, che rende l’intreccio ancora più cupo, aspro e che tende a mettere i protagonisti l’uno contro l’altro, senza alcuna via d’uscita e che emargina sempre di più Bartolo accompagnato, anche nei suoi problemi di salute, da Gilda che, persino davanti all’evidenza, lo difende, subisce e gli sta sempre e sino alla fine, accanto. Scenografia dello spettacolo povera ed essenziale, musiche di Valerio Santi, gioco luci di Aldo Ciulla e costumi curati dalla stessa compagnia.
Testo difficile, aspro, che mette in risalto la sporcizia e la perversione della pedofilia e di una società egoista e spettacolo complicato, irto di insidie anche se gli interpreti si sono ben disimpegnati, a cominciare dal regista Valerio Santi negli ostici panni del burbero ed egoista Bartolo. Applauditi poi, negli altri ruoli, Raniela Ragonese (la succube Gilda), Marina La Placa (la figlia Lorenza), Francesco Russo (il marito Giulio), Simona Manuli (la giovane Elviretta) e Concetto Venti (il ragionevole Giovanni).
Nel dramma di Mainardi e nel nuovo allestimento proposto da Valerio Santi i personaggi vivono relegati in un labirinto senza via d'uscita, risultando alla fine vittime e carnefici al tempo stesso. Si racconta di una società ipocrita, marcia, dove resiste, però, una piccola parte intatta, insofferente, che guarda in faccia la realtà e cerca (non sempre riuscendoci) di migliorarla. Mainardi, con il suo testo, a cinquant'anni dalla sua scrittura, ci presenta quindi una storia senza tempo né luogo, in un contesto sociale povero, modesto, borghese o addirittura nobile.

“Per una giovinetta che nessuno piange”
di Renato Mainardi
Regia di Valerio Santi
Con Valerio Santi, Raniela Ragonese, Francesco Russo, Marina La Placa, Concetto Venti e Simona Manuli
Scenografie e musiche di Valerio Santi
Luci di Aldo Ciulla
Costumi di Costumeria L’Istrione
Teatro L’Istrione di Catania - Stagione “Le Voci di dentro” - 10, 11 e 12 aprile 2015

L’Autore
Drammaturgo veneto Renato Mainardi (Cavarzere, Venezia 1931- Roma 1977) si afferma tra gli anni '60 e '70 come una delle voci più interessanti della drammaturgia dell'epoca. La sua produzione teatrale è limitata a otto pièces fra cui ricordiamo “Per una giovinetta che nessuno piange”, “Amore mio nemico”, “Una strana quiete” e “Giardino d’Inferno”. Ha collaborato a lungo con la RAI per la quale è stato autore e sceneggiatore fra i tanti di “Anna Karénina” e del film “Gli onorevoli”, interpretato da Totò, Peppino De Filippo, Franca Valeri, Gino Cervi, Aldo Fabrizi e Walter Chiari. Prematuramente scomparso, Mainardi viene oggi rappresentato raramente e appare come dimenticato nel panorama degli autori drammatici italiani.