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Ancora un testo ironico e commovente, ancora una storia di grande interesse per il prolifico autore romano Gianni Clementi in scena con “Ladro di razza” al Teatro Ambasciatori di Catania, per la stagione  teatrale del “Brancati”, produzione “Fama Fantasma”-Teatro San Babila. Lo spettacolo, strutturato in due atti di circa 90’, si avvale della regia, agile e scorrevole, di Marco Mattolini e mattatori sulla scena sono Massimo Dapporto, Susanna Marcomeni e Blas Roca Rey che disegnano, con sensibilità ed umanità, i caratteri di tre personaggi completamente diversi tra loro.
Tutto si svolge nella Roma del 1943 e vede incrociarsi la vita di due amici: Tito un ladro - truffatore di modesto livello, dai modi e tratti eleganti, uscito da poco dal carcere Regina Coeli ed in fuga dall’usuraio detto “Atto di dolore” e l’amico d’infanzia Oreste, operaio della fornace, povero ed onesto,

con l’esistenza triste, passata solo ad accumulare denaro e da sola, della zitella ebrea Rachele. Quasi per caso Tito conosce Rachele che, da proprietaria, vive da sola in un appartamento del ghetto e riesce a suscitare in lei l’amore. L’uomo, però, è solo intenzionato a derubarla, a svuotarle la ricca casa, con l’appoggio, non proprio convinto, dell’amico Oreste. Ma il 16 ottobre 1943, proprio quando sta per avvenire il furto, i nazisti iniziano il rastrellamento degli ebrei nel ghetto di Roma ed allora Tito, da sempre vigliacco ed opportunista, avendo finalmente trovato una persona che lo ama, ritrova un inaspettato coraggio, rimane nell’appartamento con Rachele, preparandosi ad affrontare, da “finto” ebreo, con lei, la deportazione, riscattando così la sua, fino adesso, inutile esistenza.
Lavoro di grande linearità, scritto da Gianni Clementi, così come gli altri suoi testi, in modo semplice ed efficace e che si fa apprezzare per la pulizia del linguaggio, per i contenuti sempre intriganti e che inducono lo spettatore, oltre che al sorriso, ad una attenta riflessione.
Estremamente convincenti i tre interpreti che, in una scenografia che racchiude i due ambienti della vicenda (lo squallido locale, freddo ed angusto, dove vive Oreste e la lussuosa casa di Rachele) si dividono la scena ed alla fine gli applausi, in primis il sempre in forma Massimo Dapporto (nei panni del truffatore sensibile e galantuomo Tito), affiancato da Blas Roca Rey (il povero ed onesto operaio Oreste) e da Susanna Marcomeni (la ricca Rachele, donna tutta d’un pezzo, zitella ebrea) che, in ammiccante romanesco, divertono e commuovono il pubblico con una storia semplice, ma che permette di ricordare l’Italia in guerra, la Roma allo stremo di allora, ma capace di sussulti d’orgoglio e soprattutto di quei colpi di follia, di generosità che all’improvviso cambiano, riscattano, la vita.
Commedia dolce-amara, neorealista, che tocca le corde dell’anima, facendo riflettere sulla guerra, sul razzismo e sulla bontà di quei sentimenti come l’amicizia e l’amore che nemmeno la cattiveria dei nazisti ed i loro plotoni di esecuzione potevano uccidere.

“Ladro di razza”
di Gianni Clementi
Regia di Marco Mattolini
Con Massimo Dapporto, Susanna Marcomeni e Blas Roca Rey
Produzione “Fama Fantasma”-Teatro San Babila
Teatro Ambasciatori - Catania - Stagione 2014-2015 Teatro Brancati - 22/26 aprile 2015

Foto Le Pera