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L’uscita delle graduatorie di assegnazione dell’Avviso pubblico per il sostegno a rassegne e festival

di spettacolo dal vivo della Regione Lazio definisce una significativa debolezza delle politiche culturali della
Regione.
È troppo basso l’investimento complessivo di soli 750.000 euro per tutti i festival che si tengono nel Lazio
(teatro, danza, musica) ed è assurda la condizione nella quale si trovano a lavorare i professionisti del
settore i quali devono fare i conti con assegnazioni 2015 che escono il 3 novembre, a festival ormai
conclusi, o quasi.
Vengono esclusi dal finanziamento festival e rassegne dinamiche, importanti e preziose nella diffusione
della cultura teatrale e coreografica contemporanea: in alcuni casi si tratta di realtà riconosciute dal
Ministero dei Beni e delle Attività Cultuali o addirittura dall’Unione Europea e in questo senso la decisione
della Regione Lazio appare particolarmente miope.
Sempre nell’ambito delle politiche culturali, i Fondi strutturali europei possono essere una chiave per lo
sviluppo delle imprese professionali del settore: altre Regioni hanno inserito nelle proprie linee guida
incentivi all'intera filiera della produzione culturale, mentre il Lazio non solo destina poche risorse per la
Cultura ma le concentra nell'Audiovisivo e nella Conservazione del Patrimonio, dimenticando totalmente lo
spettacolo dal vivo, e soprattutto la scena contemporanea. Infatti la Regione Lazio destina alla cultura circa
il 2% del totale dei Fondi strutturali europei, di cui circa la metà va all’Audiovisivo, in cifre: 35 milioni
all’Audiovisivo; 30 milioni su Conservazione e valorizzazione del Patrimonio.
C’è da prendere atto che la cultura contemporanea nella Regione Lazio non ha spazio. Fatto che è avvertito
come allarme a livello nazionale.
Chiediamo con forza che l’Assessore Lidia Ravera intervenga per trovare soluzioni a questa debolezza
delle politiche culturali regionali.
Contestualmente, giungono le nomine del Forum Regionale per lo Spettacolo dal Vivo previsto nella nuova
legge regionale approvata nel dicembre 2014.
La legge prevedeva la presenza nel Forum (organismo solo consultivo) delle “associazioni di categoria
maggiormente rappresentative”, risolvendosi con la nomina di Agis, Cna e Federculture, tutte realtà
preziose nella rappresentanza di settore: riteniamo che C.Re.S.Co. sarebbe potuta essere una voce preziosa
per costruire un vero Forum di indirizzo delle politiche regionali.
Infatti già nelle varie fasi di elaborazione della Legge Regionale la collaborazione di C.Re.S.Co. con
l’Assessorato e i Consiglieri regionali è stata leale, franca, trasparente, non tesa a difendere interessi
personali e neppure i soli interessi dei propri promotori, ma volta a creare un’ecologia di sistema, cioè una
serie di norme che fossero realmente utili allo sviluppo dell’intero settore dello spettacolo dal vivo, con
particolare riferimento al contemporaneo, che è il nostro ambito di azione.
Constatiamo dunque che si è persa un’occasione per utilizzare anche le nostre competenze al fine di creare
un meccanismo attento agli interessi professionali delle nuove generazioni di artisti e creativi.

C.Re.S.Co. Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea
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