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“La fanciulla che campava di vento”, in scena al Teatro Vitaliano Brancati di Catania in apertura di stagione 2015-2016, è una delle commedie musicali più note di Tony Cucchiara. La commedia, in replica sino al 29 novembre, per la regia di Giuseppe Romani e le eleganti coreografie di Silvana Lo Giudice, è proposta da una variopinta ed affiatata compagnia guidata dall’eclettico e divertente Pippo Pattavina nei panni del protagonista, l’avarissimo Barone Rafadali di Rafadali. Si tratta della continuazione ideologica dell’opera di ricerca iniziata anni fa e che ha portato l’autore, Tony Cucchiara, a creare opere che sono passate alla storia del teatro, quali “Pipino il breve”, “La baronessa di carini” e “Caino e Abele”, lavori squisitamente musicali. “La fanciulla che campava di vento”, strutturata in due scorrevoli atti,

con l’essenziale scena ed i costumi di Giuseppe Andolfo, è sorretta dalle deliziose musiche di Tony Cucchiara, con il coordinamento musicale di Franco Lazzaro.
Si tratta di una favola popolare del 1400, in cui si narra di un paesino, Rafadali, oggi Raffadali, i cui abitanti vivevano di agricoltura, di pastorizia e soprattutto di stenti. Protagonista della storia e della vita del paesino è un barone, dalla straordinaria avarizia e passato alla storia anche per aver inventato il “Macco”, pietanza ricca di proteine, economica, di facile preparazione e digeribilità .
Il Barone di Rafadali, che incarna comicamente l’essenza stessa dell’avarizia, è interpretato da un Pippo Pattavina perfettamente a suo agio nel personaggio, buffo nelle movenze e con un linguaggio altrettanto comico e sgrammaticato, alle prese con popolani e popolane vittime della sua avarizia e che si nutrono solo di macco mentre lui accumula ricchezze ed onze nelle segrete del suo castello. Ma un giorno dal giovane Ferruccio viene ordito un piano per liberare il popolo dalle sue angherie e dalla sua micragnosità ed il Barone si ritrova a scegliere la sua sposa fra tre sorelle, figlie di un carbonaio (Annabella, Dondola e Dondolina) e gli si fa credere che le tre ragazze vivono solamente di vento e quindi non dovrà spendere nulla per il mantenimento della consorte e delle cognate. Il ricco Barone di Rafadali sceglierà quindi come sposa la furba Annabella, che intanto si innamora del giovane Ferruccio ed alla fine verrà punito per la sua avarizia ben tre volte con la perdita dei beni, con il tradimento della moglie e con la perdita della sua stessa vita, mentre il paese festeggerà per essersi liberato dal suo buffo ed avarissimo tiranno.
Lo spettacolo, ricco di momenti musicali e di balletti, è nei suoi due atti condotto sulle ali leggere del gioco e dell’ironia, anche se è ancor più crudele di una tragedia e dai tratti grotteschi. E nel secondo atto, quando si celebra l’inganno, l’agonia dell’avaro Barone, è una sorta di tortura a fuoco lento per un buffo e ricco avaro che muore e lascia in eredità al suo popolo ed anche allo spettatore una sua morale: “Se vuoi essere avaro siilo, ma evita di sposarti o non sposarti mai con una estranea”.
Per la commedia musicale di Tony Cucchiara, ancora una volta frizzante e sbarazzina, applausi finali del pubblico, soprattutto per il protagonista Pippo Pattavina nei panni del grottesco ed avaro Barone Rafadali, per Marina Puglisi, Margherita Mignemi e Evelyn Famà (Annabella, Dondola e Dondolina, le tre figlie del carbonaio), Olivia Spigarelli e Santo Pennisi (i genitori Camillo e Mimuzza), Emanuele Puglia (il giovane e baldo Ferruccio) e poi Camillo Mascolino (il fido servo del Barone, Caronzo), Riccardo Maria Tarci, Camillo Sanguedolce e poi ancora Claudia Sangami, Laura Sfilio, Giovanni Strano, Giovanni Vasta e con  Dario Castro, Silvia De Nizza, Claudio Licciardi, Elena Mascolino, Oliver Petriglieri, Simonetta Piccione, Giorgia Torrisi.

“La fanciulla che campava di vento”
commedia musicale di Tony Cucchiara
In scena: Pippo Pattavina, Camillo Mascolino, Emanuele Puglia, Santo Pennisi, Olivia Spigarelli, Marina Puglisi, Margherita Mignemi, Evelyn Famà, Riccardo Maria Tarci, Camillo Sanguedolce, Claudia Sangami, Laura Sfilio, Giovanni Strano, Giovanni Vasta e con  Dario Castro, Silvia De Nizza, Claudio Licciardi, Elena Mascolino, Oliver Petriglieri, Simonetta Piccione, Giorgia Torrisi.
Coreografie di Silvana Lo Giudice.
Regia di Giuseppe Romani
Scene e costumi di Giuseppe Andolfo
Musiche di Tony Cucchiara
Coordinamento musicale di Franco Lazzaro
Coreografie di Silvana Lo Giudice
Produzione Teatro della Città- Stagione Teatro Brancati-Catania - 12/29 Novembre 2015

Foto di Dino Stornello