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Il volume potrebbe sembrare l’ennesimo tributo all’opera di Samuel Beckett destinata ad ingrossare le fila della vastissima saggistica dedicata all’esegesi dell’autore Irlandese se non fosse per il sottotitolo che specifica l’obiettivo mirato della pubblicazione e comunque per una certa originalità critica presente in tutti i contributi raccolti nel volume. Dopo l’introduzione di Keir Elam e di Stefano Casi, curatore del libro, la struttura della pubblicazione prevede una prima parte in cui vengono analizzati da diversi saggisti (Eleonora Felisatti, Stanley E. Gontarski, Lorenzo Orlandini, Mary F. Catanzaro, Stefano Casi, Dina Sherzer e Piermario Vescovo) e con diverse chiavi di lettura principalmente le drammaturgie: Atto senza parole I, Giorni felici, L’ultimo nastro di Krapp, Non io, Dondolo, non senza rimandi alle altre opere più note e meno note di Beckett. La scelta è naturalmente a servizio dello scopo del libro che, come già detto, è nello specifico un’approfondita panoramica sul “Beckett” messo in scena da Andrea Adriatico nell’arco di vent’anni. I contributi di questa seconda parte, firmati da Paolo Ruffini, Gerardo Guccini, Massimo Marino, Stefano Casi, Giuseppe Liotta, Franco Vazzoler e Giovanni Azzaroni, offrono un interessante approfondimento sugli spettacoli del regista basati sui testi analizzati nella prima parte intrecciato con le altre esperienze produttive su autori come Copi, Koltes, Pasolini, Cocteau e Mishima. Tali approcci critici chiariscono con efficacia la cifra poetica, tematica e registica maturata e sviluppata da Adriatico nel suo lavoro dall’89 ad oggi. Il volume è completato da un’ampia intervista di Giacomo Paoletti al regista e da una bella raccolta di scatti firmati da Raffaella Cavalieri.

Non io nei giorni felici
Beckett, Adriatico e il teatro del desiderio
a cura di Stefano Casi
Titivillus 2010
pagg 221 € 16,00
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