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"Io la ringrazio in particolare per quell'urlo in mezzo alla scena, che mi ha liberato di quell'urlo che io non ho mai urlato, e che lentamente ha lesionato tutti i vetri che mi porto dentro, che ora, anche a camminare, devo stare molto attenta!" Cito la chiusa della recensione di Chiara Merlo (Multiversi, 20 gennaio 2016) perché è paradigmatica di una condizione. Lo spettacolo in questione è tratto da Lettera a un bambino mai nato di Oriana Fallaci, ed è stato portato in scena da Melania Giglio, anche autrice di questa riduzione che, riprendendo le parole di Carlo Bo (“La Fallaci ha saputo cogliere … un tema vitale … e l'ha cantato con dolore e fra le lacrime”), si intitola Canto per un bambino non nato. Si tratta del monologo che ha inaugurato al Teatro Due di Roma la rassegna Una stanza tutta per lei, diretta da Daniele Salvo e prodotta da Marioletta Bideri

per Bis Tremila, che vedrà succedersi fino al 10 aprile prossimo tredici attrici impegnate in altrettanti monologhi, per esplorare attraverso la parola e il teatro i molteplici aspetti dell'universo femminile.
Come la maternità, appunto, che in questo lavoro diventa un affondo brutale nelle proprie ferite, che tornano a sanguinare ogni sera grazie a un atto che forse assomiglia alla hybris più che alla ragione.
Un atto di nudità folle e necessario, generoso, che l'attrice regala al suo pubblico, e che ben spiega la reazione empatica di molte donne, come testimonia la frase citata.
Non so quanto ci sia di strettamente biografico -tutti sappiamo invece che il libro della Fallaci è testimonianza in fieri di una gravidanza e di un aborto spontaneo- : quello che conta è che qui si realizza quel miracolo laico che si chiama catarsi, che è la prima ragione del fare teatro.
Ecco, in questa ora si rinnova un evento, e si rinnova in un qui e ora che attraversa il corpo e la voce, strumento eletto che risuona in quell'urlo, straziato, primordiale, uterino, che tante donne hanno taciuto e ingoiato.

Il secondo appuntamento, fino a domenica 24, è con Elena Arvigo con Monologhi dell'atomica, una mise en espace che prende le mosse da Preghiera per Cernobyl di Svetlana Aleksievich (premio Nobel 2015 per la letteratura) e procedendo a ritroso arriva alla testimonianza di Kyoko Hayashi, sopravvissuta a Nagasaki.
Sono “ricostruzioni dei sentimenti”, come dichiara Aleksievich, che si inoltrano in quello che resta delle vite di donne e uomini graziati dal destino, spesso senza sapere il perché.
Storie minime in cui la vita e i sentimenti si intrecciano con la grande storia, le decisioni, le menzogne dei grandi, delle istituzioni, degli Stati e dei governi. Storie di giovani donne che per amore infrangono leggi e divieti, chiudendosi segretamente in una stanza d'ospedale dove “è proibito piangere, abbracciarsi e baciarsi”. Di fronte a un corpo che cambia colore, coperto di ustioni che affiorano in superficie, accanto a un uomo che è “diventato un oggetto radioattivo”.
E' la prima storia, forse la più cruda e la più delicata, a cui seguono il racconto di un'evacuazione dal punto di vista di un ragazzino e quello di un soldato impegnato nelle operazioni di bonifica.
Il calendario prosegue dal giovedì alla domenica fino al 10 aprile con Paola Giglio, Clara Galante, Le Brugole, Federica Restani, Marina Senesi, Lucia Poli, Mariangela D'Abbraccio, Gioia Salvatori, Maria Paiato, Michela Andreozzi e Paola Gassman.

UNA STANZA TUTTA PER LEI
Teatro Due
dal 14 gennaio al 10 aprile
13 appuntamenti al femminile
Canto per un bambino non nato con Melania Giglio
Monologhi dell'atomica con Elena Arvigo
Info e prenotazioni: 345/ 9784812 – 06/6788259