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Al debutto all'Argot studio di Roma il nuovo spettacolo scritto e diretto da Giampiero Rappa, che nell'occasione veste anche i panni del protagonista, un notissimo scrittore che ha fatto una scelta radicale d'isolamento in una baita di montagna, dopo aver rifiutato, tre anni prima, un importante premio letterario e aver destato molto scalpore. Accanto a lui recitano Valentina Cenni, che nella finzione è una giornalista molto determinata arrivata presso lo scrittore per un'intervista esclusiva, e Giuseppe Tantillo, un vivace giovanotto ex nipote prediletto dello scrittore. La scena è un po' realista e un po' no, ad esempio non vedremo mai il cibo cucinato e mangiato in scena, così come le azioni e le vicende

dei personaggi non sono sempre chiare ed esplicite, ma fanno intuire che molto altro ci sarebbe da scoprire oltre a ciò che effettivamente si viene a sapere. Non solo Mario, il protagonista, il cui mistero interiore è evidente fin dall'inizio, grazie alla situazione che vive in primo luogo, ma anche per la ferma determinazione che lo rende avverso a qualsiasi contatto umano, persino col nipote che un tempo adorava, ma anche gli altri due personaggi celano un disagio interiore più o meno esplicitato nel corso della vicenda. E questa inspiegata malattia interiore è la cosa più bella e riuscita, a mio parere, della drammaturgia di Rappa, che "stecca" solo nel momento della lunga confessione del giovane Ronny. Un testo dove le parole, tra dialoghi rabbiosi, intimi, serrati e ironici, sono importanti, ma dove lo sono molto di più i silenzi, i sottotesti e quel che viene volutamente taciuto. La penombra della baita, i pochi oggetti, le musiche di Stefano Bollani, accompagnano lo svolgersi di questa azione legata molto agli umori dei protagonisti, ai loro problemi, alle loro necessità più o meno rivelate. E il pubblico si trova da subito coinvolto in questa vicenda al tempo stesso vicina e lontana, chiara e misteriosa. E se c'è una morale, ma l'autore e regista non vuole giustamente rivelarcela, a mio parere è custodita nel titolo che richiama, non so se per caso, la favola di Richard Bach. Una serata con un pubblico entusiasta, numerosissimo e giovanissimo, in cui io ero, quasi certamente, il più vecchio.

ARGOT PRODUZIONI
NESSUN LUOGO E' LONTANO
scritto e diretto da Giampiero Rappa
con Valentina Cenni, Giampiero Rappa, Giuseppe Tantillo
regista assistente Alberto Basaluzzo      
musiche Stefano Bollani
scenografia Francesco Ghisu
costumi Lucia Mariani
voci registrate Alberto Basaluzzo e Alessandra Schiavoni
foto di scena e grafica Manuela Giusto