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Dialoghi serrati, botta e risposta veloci che quasi disorientano, ispirandosi alla drammaturgia inglese e ai temi di Dürrenmatt (rovesciamento del concetto di giustizia in un mondo governato dal caos) Bruno Fornasari costruisce la sua pièce teatrale sull’uomo contemporaneo, turista globale. Siamo tutti turisti viviamo di turismo, anche nel nostro quotidiano fatichiamo ad affezionarci a quello che abbiamo e lo viviamo sempre da estranei come se non ci riguardasse mai nulla direttamente. La domanda che ci più ci rivolgiamo di frequente confessiamolo: dove vai in vacanza? Se non viaggi non sei nessuno...Invece di legarci a qualcuno che ci fa stare veramente bene preferiamo parlare delle nostre tante passioni dei nostri viaggi a cui non sappiamo rinunciare, per disimpegno per non legarci veramente. L’assenza di ideali e di utopia rende più facile la caduta nel consumismo e nel

narcisismo egoista, l’esistenza del turista si converte in frammentarietà, in una ricerca ansiosa della gratificazione istantanea. Niente è definitivo: il turista usa, consuma e se ne va. L’individuo moderno è lontano da sé stesso, senza tempo ne voglia di pensare ai problemi esistenziali. Ai valori fondanti. L’individuo/turista è sempre alla ricerca della soddisfazione immediata e ha molte difficoltà ad accettare il limite e la differenza. I personaggi di Bruno Fornasari sono persi nella ricerca delle cose inutili e vane, sacrificano gli affetti alla carriera e alla ricerca del piacere immediato: il materasso perfetto, il bicchiere di vino di lusso, il vestito, gli orecchini, la cartolina del paesaggio ideale... Gimmi ha finalmente deciso di prendersi una settimana di vacanza, non vuole rischiare vuole essere sicuro vuole la bolla ambientale della vacanza ideale tutta per sé si affida quindi ad una agenzia: Airbnb. Dove è possibile essere accolti proprio come in casa propria, cos’è il BENESSERE? Sentirsi a casa propria anche in luoghi lontani. Lia e il marito Pit hanno appena deciso di affittare la stanza che si è liberata dopo la morte della vecchia zia. Il luogo incantevole la vista magnifica ma non è tutto oro ciò che luccica. Gimmi lo scoprirà presto e si ritroverà in una situazione da incubo è sogno o realtà? Ci possiamo fidare veramente degli altri quali sono le nostre paure quotidiane? Spesso sono infondate spesso ci spingono a commettere atti orribili solo perché non ci fidiamo dello straniero, del vicino, perché non vogliamo sacrificarci per gli altri a cominciare dai nostri parenti dall’ anziano che ci impedisce di godere la vita con edonismo. IL TURISTA è una tragicommedia sui buoni e i cattivi, sul desiderio di vivere la vita che si vuole, all inclusive e a cinque stelle, senza badare alle conseguenze, senza pensare alle responsabilità, ma è anche uno squarcio spiazzante sul nostro modo di vivere i desideri, il privato e i suoi segreti. La regia affida alla parola scenica tutti sogni e le visioni I personaggi si muovono all’interno di una scenografia fissa dove le parole scorrono sulle pareti. Una scenografia fissa immutabile come sono i nostri mondi pieni di certezze consumistiche. Una scenografia che non muta mai (questo in parte stanca) cambiano solo le parole che delineano i luoghi: il salotto, la cucina, il bagno, la camera di Gimmi. Perché le nostre realtà contemporanea sono diventate cariche di parole inutili, poche azioni vere, la maggior parte virtuali e tante, tante, inutili parole. Bruno Fornasari è ben cosciente delle nostre realtà platee, blocca ogni possibilità di fuga, persino dal sogno, costruisce una regia trasognata e fintamente realistica. Tommaso Amadio, Annagaia Marchioro, Federico Manfredi ottimi interpreti all’interno di una struttura spaziale soffocante fisicamente eloquenti ed espressivamente vivi. Da vedere per riflettere sul turista che è in noi, c’è tempo fino al 22 maggio

Milano Teatro Filodrammatici 14 maggio 2015