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Un testo estremamente legato alla quotidianità delle nostre città, intriso di poesia, di sorrisi amari e che lascia il segno mettendo il pubblico davanti ad un mondo evitato, nascosto, spesso volutamente sbeffeggiato che è quello dei travestiti, delle prostitute che cercano di vivere la loro vita in angoli bui, in piazze, in vie anonime o frequentate, tra clienti, protettori, tossicodipendenti. Ad affrontare, con arguzia, romanticismo e sensibilità un delicato ed amaro tema, entrando nella psicologia dei due personaggi, entrambi soli e disperati, è l’attore, autore e regista messinese Giampiero Cicciò con la sua pièce “Lei e lei”, proposta al Piccolo Teatro della Città di Catania per la produzione del Teatro di Messina.

Su una scena essenziale (quattro panchine bianche, uno sfondo nero dove brillano punti di luce che ricordano la vitalità di una città lontana ed anonima) curata da Francesca Cannavò, che si occupa anche dei colorati costumi, si materializzano due personaggi: Stella, l'estroso e navigato travestito (drag singer fallita ed ex tanguero) che ormai affronta il suo destino, la sua vita, con filosofia, sorridendo, parlando nella piazza messinese (dal beffardo nome di “Felice” Cavallotti) con un pubblico immaginario e con i suoi “morti” e poi, da dietro ad una panca, accovacciata su se stessa, sprezzante, appare una ragazza litigiosa che svende il proprio corpo dopo aver tentato la carriera teatrale.
Giampiero Cicciò veste i panni eleganti d'un travestito, Stella, con tanto di parrucca biondo-platino, minigonna rossa, giubbino di pelle nera, alti stivaloni a spillo sui quali cammina agevolmente, battendo persino la notte di Natale a Piazza Felice Cavallotti. E proprio mentre tutti sono a casa, con le mogli, le fidanzate, a festeggiare, Stella incontra la sfortunata giovane romana (interpretata da Ilenia D'Avenia), traviata dalla violenza di un giovane senza scrupoli, costretta ad abortire e spedita a battere dalla capitale. Le due “Lei” prima si affrontano, si punzecchiano, litigano in modo aspro, evidenziando i loro mondi fatti di miseria, di sfortuna, di passioni e sogni infranti, ma dopo le notti di Natale, di Capodanno e dell’Epifania si ritroveranno a vivere quel mondo ai margini della società insieme, lasciandosi andare a slanci di generosità, di affetto: aspetti che nella loro esistenza sono sempre mancati.
Stella finirà per apprezzare e valorizzare la femminilità adombrata da alcool e droga, oltre che dal pessimismo e da una maternità mancata, della giovane, mentre quest’ultima verrà spinta a ritornare alla sua passione per il teatro, apprendendo anche i primi rudimenti di tango. Alla fine, però, si ritroveranno nella tutt’altro che felice piazza Cavallotti, a Messina, ai margini di una città distratta e crudele, ad accettare un destino negativo a cui occorre rassegnarsi, cercando di aiutarsi a vicenda.
Interessanti nello spettacolo i battibecchi tra il comico e l’amaro tra le due Lei, i momenti della confessioni di Stella che racconta delle sue marchette, dei suoi clienti e dei suoi sogni da diva cancellati da una scarsa bellezza e dalle circostanze avverse. Intensi anche il provino a teatro della giovane, con tanto di prova di tango, il suo racconto della crudeltà del suo protettore Carmelo che l’ha abbandonata sulla strada ed infine la vicinanza finale tra le due, unite da un triste destino ma ora amiche pronte ad affrontare il domani sulla strada, ognuna con le proprie consapevolezze e certezze. Per le due, quindi, la consolazione di ritrovarsi amiche, di consigliarsi e di mitigare così nei momenti più bui quel bisogno di sentirsi diva o di provare un sentimento materno.
Lo spettacolo, in circa novanta minuti, coinvolge, convince tra ironia, risate amare e drammaticità e si avvale dell’elaborazione  musicale di Fausto Cicciò e dell’azzeccato gioco luci di Renzo Di Chio, mentre la regia è dello stesso
Giampiero Cicciò.
Convincenti i due interpreti Giampiero Cicciò e Ilenia D'Avenia, in due ruoli tutt’altro che semplici da portare in scena, ma i due riescono in pieno a rappresentare la tristezza, i sogni, il pensare positivo del travestito e la rabbia, la femminilità ed il pessimismo della giovane e sfortunata prostituta.
Per un testo ed uno spettacolo poetico e disincantato, che fa riflettere sul fatto che anche nei momenti più bui della vita non bisogna mai perdersi d’animo e che insieme si affrontano meglio gli acquazzoni dell’esistenza, gli applausi commossi e calorosi del pubblico in sala.

“Lei e Lei”
di Giampiero Cicciò
con Ilenia D'Avenia e Giampiero Cicciò
Scene e costumi di Francesca Cannavò
Collaborazione alla drammaturgia, elaborazione musicale di Fausto Cicciò
Disegni luci di Renzo Di Chio
Regia di Giampiero Cicciò
Produzione Teatro di Messina
Piccolo Teatro della Città di Catania- 21 -22 Maggio, 2016
Foto di scena di Gianmarco Vetrano