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Impegnato lo scorso Maggio al “Biondo” di Palermo con lo spettacolo teatrale “Horcynus Orca”, per la regia di Claudio Collovà ed anche in altri progetti, il prossimo  27 Luglio sarà al Monastero dei Benedettini di Catania, all’interno della rassegna “Estate in Città 2016”, con lo spettacolo “Cuntammare, lavoro proposto da “La Casa dei Santi”. Parliamo dell’attore ed autore siciliano Giovanni Calcagno, con una notevole esperienza in campo teatrale, cinematografica ed in tv e che, partito con il gruppo di teatro di strada Batarnù è poi cresciuto artisticamente e che inoltre, con Alessandra Pescetta promuove l’attività de “La Casa dei Santi”, occupandosi di formazione e produzione nel campo teatrale e

cinematografico.
Con Giovanni Calcagno, applaudito qualche mese fa, sempre a Catania, nel progetto - spettacolo “U principuzzu Nicu”, libero adattamento in versi siciliani de “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry, abbiamo discusso della sua terra, del suo percorso artistico, della sua passione per il teatro e dei suoi progetti.

 “Sono un attore, un autore, un insegnante, un animatore culturale. – spiega Giovanni Calcagno - In verità sono tante altre cose e diciamo che il mio mestiere mi piace esplorarlo da sempre. Ho iniziato facendo il cabarettista e l’artista di strada nel ’93 e quest’anno ho pubblicato il mio primo libro ‘U principuzzu Nicu’ in versi. Sono un tipo curioso. Sono figlio di una famiglia medio-borghese, laureato in Giurisprudenza e se la mia famiglia non avesse vissuto una forte crisi dovuta a una serie di circostanze, non so se sarei riuscito a fare il mio mestiere. La mia terra mi ha cresciuto e mi ha dato e non dato quello che ha dato e non dato a tanti siciliani come me. Sono molto grato alla Sicilia per la sua ricchezza e anche per la sua povertà, che ti costringe ad arrangiarti e a lottare per ogni cosa. Anche se qualche volta è molto faticoso”.

Cosa ti ha dato e cosa ti continua a dare la tua professione di attore?
“Mi dà da vivere in senso materiale e mi permette di avere un punto di osservazione particolare sulle cose, a partire da un quotidiano che non è quasi mai quotidiano. Il mio lavoro è l’anima della mia vita, gli voglio e mi vuole molto bene”.

La tua passione per il teatro e le rappresentazioni che ami mettere in scena…
“Credo che la passione sia nata in me perché, sin da quando andavo alle scuole elementari, dalle suore, sono stato educato alle discipline dello spettacolo. Strano, ma vero. Oggi ci sono tante occasioni per incontrare il teatro a tanti livelli, ma la salvezza del teatro per la mia generazione sono state le suore e i salesiani. Tanti teatranti, anche i più trasgressivi, vengono fuori da una educazione cattolica. Io, già all’età di cinque anni facevo delle prove regolari, durante le lezioni, del varietà di fine anno. Tutto organizzato alla grande. Inviti, sala teatrale, costumi, scene, copioni. Sono ricordi che mi hanno marchiato. L’emozione che provo oggi prima di entrare in scena è la stessa di allora, o viceversa”.

Cosa provi in scena, davanti al pubblico e cosa vuole oggi, secondo te, lo spettatore dall'attore?
“Cosa provo in scena dipende dallo spettacolo che interpreto, dalla serata e dal mio stato d’animo. Quello che desidero che provi lo spettatore è la possibilità di vedere, attraverso il mio lavoro d’attore, qualcosa di vivo che lo riguarda”.

Dove va oggi il teatro e la nuova drammaturgia?
“Non mi interesso tanto di nuova drammaturgia. In un certo senso, sono d’accordo con Carmelo Bene, che diceva che la drammaturgia si sarebbe potuta benissimo fermare ai classici greci. Ma non è così, sono solo ignorante in materia”.

L’esperienza del libro e dello spettacolo “U principuzzu nicu” con la collaborazione di Alessandra Pescetta…
“‘U principuzzu nicu’ è il frutto di un lungo lavoro spalmato nell’arco di sei anni. Prima un corto cinematografico de La Casa dei Santi che si chiama ‘Guarda le stelle’ con la regia di Alessandra e la mia sceneggiatura, poi una riscrittura per un laboratorio di teatro di narrazione  per bambini e infine lo spettacolo al Musco di Catania con la mia regia e che ho realizzato insieme a Luca Mauceri e a Salvatore Ragusa. Insieme a questo, l’audiolibro con le musiche di Luca, edito da Giovanni Valle ed Ema Records ed il libro, edito da Bonanno. Una ampia ricerca fatta con tutto il cuore, da me e da persone che come me, sono amiche di quel testo meraviglioso per grandi e bambini.
Alessandra Pescetta è la compagna della mia vita: è una grande regista ed una videomaker formidabile ed ha avuto una funzione fondamentale nell’evoluzione del mio percorso artistico. Insieme curiamo l’attività di produzione della Casa dei Santi”.

Un episodio particolare della tua carriera...
“Una volta, Valerio Binasco, che è un attore con cui ho lavorato e che stimo molto, mi chiamò per un suo spettacolo. Poi lo spettacolo venne rimandato per suoi gravi motivi personali e quando fu ripreso il progetto, io ne venni escluso. Ne soffrii molto, ma se avessi partecipato a quello spettacolo non avrei potuto fare il film ‘Si può fare’ con la regia di Giulio Manfredonia. Sicuramente uno dei progetti più incredibili a cui ho partecipato che è rimasto nel cuore mio e degli spettatori che lo hanno visto. La vita toglie e dà”.

Chi è Giovanni Calcagno nella vita di tutti i giorni..
“Se da una parte, per me, è molto difficile parlare di vita di tutti i giorni dall’altra posso sicuramente dire di essere una persona normale, con il suo telefonino, la sua passione calcistica, le preferenze culinarie e tutto il resto”.

I sogni che vorresti realizzare...
“Spero che il lungometraggio mio e di Alessandra Pescetta, “La città senza notte”, che abbiamo girato a Catania e che ha vinto il “Sidney world festival”, possa avere una distribuzione in Italia e all’estero e che il mio progetto su “Il Piccolo Principe” possa avere una grande accoglienza nei teatri e nelle librerie”.

Chi è Giovanni Calcagno
Giovanni Calcagno, attore ed autore siciliano, comincia la sua attività artistica con il gruppo di teatro di strada Batarnù. Al cinema è interprete per Marco Bellocchio (Buongiorno Notte, Il regista di matrimoni), Pasquale Scimeca (Passione di Giosuè, I malavoglia), Giulio Manfredonia (Si Può Fare, La nostra terra ) con il quale si aggiudica il premio Ciak d’oro, Mario Martone (Noi credevamo ), Luigi Lo Cascio (La
città ideale ), Matteo Garrone (The tale of the tales).
In teatro è stato diretto da Mario Martone (don Giovanni, Edipo a Colono, Serata a Colono), Vincenzo Pirrotta (Eumenidi, ‘U Ciclopu, La Sagra del Signore della Nave, Diceria dell’Untore), Enrique Vargas (Abitare Palermo), Marco Bellocchio (I pugni in tasca), Luigi Lo Cascio (Otello).
In televisione ha collaborato con Michael Apted, Riccardo Donna, Umberto Marino, Graziano Diana, I Manetti Bros. Insieme ad Alessandra Pescetta promuove l’attività della Casa dei Santi, occupandosi di formazione e produzione nel campo teatrale e cinematografico.