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La storia di Domenica Scandella, detto Menocchio, il mugnaio di Montereale Valcellina (PN) che nel Cinquecento sfidò la Chiesa con le sue teorie

sulla divinità e sulla creazione del mondo e si ribellò all’arroganza del potere è stata raccontata dallo storico Carlo Ginzburg nel suo libro Il formaggio e i vermi. (Il formaggio e i vermi. Il cosmo di un mugnaio del '500, Einaudi, Torino 1976) Adesso quella vicenda è diventata un’opera teatrale che è stata presentata per la prima volta sabato 16 luglio 2016 nella serata d’apertura della XXV edizione del “Mittelfest ” di Cividale (UD).
L’idea di mettere in scena la vicenda del Menocchio è interessante ma la scelta di proporre un argomento per così dire “a tesi” in forma musicale, affidandosi quasi esclusivamente ai recitativi, è risultata poco convincente perché le semplificazioni che una partitura musicale richiede hanno tolto forza al contenuto che invece si basa su un tema molto intenso come quello della libertà di pensiero e dell’opposizione al potere dispotico.
Forse la vicenda sarebbe stata maggiormente valorizzata con una rappresentazione in prosa che limitasse le parti musicali ai brani del coro che è riuscito a creare una certa suggestione nello spettacolo.
Oppure - ed è questa la soluzione che di gran lunga avrei preferito - con una lettura non filologica dell’opera prescindendo da scene e costumi esplicitamente cinquecenteschi si sarebbe potuto destrutturare completamente il lavoro affidandosi più alla musica che alle parole (ad una musica molto suggestiva e potente) e all’aspetto visivo rendendo l’opera dinamica attraverso le coreografie e i giochi di luce, riservando alla parola brevi frasi, dei punti fermi attorno a cui coerentemente si sviluppasse il pensiero e si precisasse il conflitto necessario allo svolgimento drammaturgico. Immagino corpi nella loro essenzialità che si muovono sulla scena evocando lo struggimento delle idee, l’ansia di libertà, la costrizione del potere e il tormento della pena.
Apprezzabili sono stati invece gli attori che hanno sostenuto le diverse parti, non sempre di facile esecuzione, con buone capacità tecniche ed espressive, l’orchestra e il coro diretti rispettivamente dai Maestri Eddi De Nadai e Cristiano dell’Oste.

Menocchio – opera in un prologo, cinque quadri e un epilogo –

Musica Renato Miani
Libretto Francesca Tuscano
Regia, scene e costumi Ivan Stefanutti
Coreografie Fausta Mazzucchelli
Luci Claudio Schmid
Interpreti
Gabriele Ribis, baritono
Branko Robinšak, tenore
Nicholas Isherwood, basso
Elena Biscuola, mezzosoprano
Coro del Friuli Venezia Giulia diretto da Cristiano dell’Oste
Mitteleuropa Orchestra duiretta da Eddi De Nadai – maestro collaboratore Roberto Brandolisio
(pubblicato sul blog act1.it)