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L’arte come modo di affermare la propria autenticità e dunque anche la propria libertà, è il sangue che scorre nelle vene di questa edizione del Festival “Resistere e Creare” conclusosi al teatro della Tosse di Genova sotto l’icastica dedica alla “rivolta”. Così Michela Lucenti, che del festival è direttore artistico, non a caso sceglie lo shakespeariano sonetto 121, che di questo desiderio è lirico e per niente criptico canto (lirico ma insieme tagliente e robusto come la lama di una spada sguainata contro l’ipocrisia del mondo) per la sua ultima creazione posta come una sorta di sigillo nel giorno di chiusura. Ideata a conclusione ed esito del laboratorio promosso da Teatro Civile e dal Corso di Alta

formazione Casa degli Artisti del parmense Teatro Due, vede in campo un ensemble di giovani attori e danzatori impegnati ad esplorare la forza di quelle parole per metterne in luce il potere di liberazione, il loro essere potenziale arma di rivolta, la rivolta della loro libera e combattiva creatività.
La Lucenti, nel segno della sua più recente crescita artistica, amalgama con efficacia parole e movimento, musica e canto così da distillare man mano la forza della creazione shakespeariana nella energia dispiegata dai giovani protagonisti. Tra l’altro liberare la forza nascosta del verso del Bardo era già stato il senso di uno dei meno noti travestimenti sanguinettiani, quel Sonetto degli anni novanta per le musiche di Andrea Liberovici.
Un inno alla libertà e all’anticonformismo, come nella finalità del progetto che di quel travestimento fa ricordare l’energia dirompente e significante, figurativamente rappresentato dalla coppia di ballerini che alla fine tenta di aprirsi un varco oltre la parete della scena.
Una creazione appunto di Michela Lucenti, ancora una volta in collaborazione con il bravo Maurizio Camilli e Emanuela Serra, su musiche di Salvatore Iaia per il suo violoncello. Sound mixer Davide Gagliardini assistito da Francesco Bianchi e Michele Mazzone. Per i protagonisti in scena, numerosi, rimandiamo al sito del festival.
Una degna chiusura per un evento che ha visto una grande e spesso entusiasta partecipazione.