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Racconta al pubblico la disperazione di ieri e di oggi dei migranti nei loro drammatici viaggi verso un paradiso, verso una Terra promessa che poi, invece, inganna e porta alla morte, alla fine di una speranza soffocata dall’indifferenza, dalla cattiveria di una società moderna e pseudo - civile. E’ uno spettacolo corale, d’impatto civile, “Solo andata”, progetto e regia di Angelo D’Agosta, tratto dal romanzo in versi di Erri De Luca, edito da Feltrinelli nel 2014. L’opera, di schietta intonazione epico-narrativa, che ripercorre appunto il viaggio di un gruppo di emigranti clandestini dall’Africa ai “porti del Nord” è stata proposta, all’interno della rassegna “Altrove: il teatro va in città” del Teatro Stabile di Catania, nella suggestiva sagrestia lignea della barocca Chiesa di San Nicola l’Arena di Catania. Al centro della pièce, in circa 40’-50’, con la regia attenta di Angelo D’Agosta, si

disimpegnano Lui­gi Ni­co­tra ed un gruppo di giovani allievi (Giu­sep­pe Aiel­lo, Ornella Cer­ro, Lean­dra Gur­rie­ri, Ma­rian­na Oc­chi­pin­ti, Edoar­do Mon­te­for­te ed Eleono­ra Sicurel­la) che coinvolgono, commuovono il pubblico, con la loro solenne gestualità, con le loro storie e parole in spagnolo, mescolate all’italiano o con i canti in sudafricano. Si narra il viaggio di un gruppo di emigranti clandestini provenienti dall’Africa verso i porti dei civili paesi del Nord.
Nel suo progetto Angelo D’Agosta si avvale oltre che dei convincenti giovani attori (allievi della Scuola d’Arte drammatica dello Stabile di Catania “Umberto Spadaro” e della Scuola del Teatro Naselli di Comiso), dei co­stu­mi di Ric­car­do Cappel­lo, delle curate co­reo­gra­fie di Ama­lia Bor­sel­li­no e del di­se­gno luci di Sal­vo Or­lan­do. Nella messa in scena il regista trasforma i protagonisti di sempre del viaggio, quasi in fantasmi, in esseri evanescenti - donne, uomini, ragazzi - che lottano, con coraggio e speranza, contro l’eterna malvagità del mondo, contro la furia del mare, contro l’indifferenza di ieri e di oggi e le loro figure, quasi sbiadite dal tempo, fanno emergere quelle colpe che si rinnovano con il passare degli anni. La pièce rievoca l’an­ti­ca tra­ge­dia gre­ca e mesco­la re­ci­ta­zio­ne, dan­za e can­to (apprezzabile la direzione del coro affidata a Co­stan­za Pa­ter­nò).
Nell’angusto spazio della sagrestia lignea, dove le parole come d’incanto, a volte, rimbombano, richiamando ancor di più l’attenzione e la rabbia degli spettatori-attori di queste attuali tragedie, si ascoltano, si osservano, i drammi dei migranti, la loro speranza, il loro grido d’aiuto su malconci barconi in balia del mare, testimone-complice delle immani tragedie che si consumano ogni giorno.
Con l’ausilio delle foto, degli scatti, del fotografo e reporter catanese Antonio Parrinello tratte dai suoi reportage sugli sbarchi clandestini, che accompagnano la pièce (immagini crude e che ben rappresentano i volti, i drammi dei migranti) si narra quindi la disperazione, le speranze, i sogni e le perdite, di chi parte per un viaggio di “Solo andata” e si fa vedere il rapporto degli uomini tra di loro e quello a volte sereno, a volte burrascoso con il divino, con La Nostra Signora delle Maree, che non a caso è presente, con nomi differenti, in tutte le religioni di chi va in mare.
Testo corale, suggestivo, che nella rappresentazione elegante, immediata e ben curata di Angelo D’Agosta regala sensazioni e che induce lo spettatore, alla fine, a mille riflessioni su un argomento ogni giorno dibattuto dai recenti fatti di cronaca e lo fa anche sentire singolarmente un po’ colpevole.

“Solo andata”
dal romanzo di Erri De Luca
Progetto e regia di Angelo D’Agosta
Con Luigi Nicotra, Giuseppe Aiello, Ornella Cerro, Leandra Gurrieri, Marianna Occhipinti, Edoardo Monteforte, Eleonora Sicurella
Costumi di Riccardo Cappello
Coreografie di Amalia Borsellino
Disegno luci di Salvo Orlando
Direzione del coro di Costanza Paternò
Rassegna “Altrove: il teatro va in città” - Teatro Stabile di Catania
Sagrestia lignea Chiesa San Nicola l’Arena di Catania - 17-19/22-26 Marzo 2017
Foto Antonio Parrinello