È tarda serata e Bella (Jasmine Hyde) è ancora a scuola a correggere compiti, quando ad un tratto il suo ex-alunno Kane (Harry Melling) le fa visita con una mazza da baseball. Bella ha brutti ricordi di Kane, lui ed un gruppo di ragazzini delle medie l'avevano presa di mira all'inizio della sua carriera da insegnante in un area rurale. Intimorito dalle origini iraniane di Bella e provocato dal suo atteggiamento di superiorità sociale, Kane la tormentava di continuo, diventato anche aggressivo nell’invasione della sua privacy. Dopo dieci anni, Kane sembra averla cercata per rimarginare le ferite del passato. Arriva in uno stato di cofnusione, dice di avere un tumore e sei mesi rimasti da vivere. Bella non gli crede, d'altronde Kane è sempre stato un ragazzo disadattato, famiglia assente e violenta, il classico alunno che “si riconosce dal primo sguardo”. Un pregiudizio fortemente avvertito da Kane che traduceva la sua ribellione sociale in comportamenti ossessivi. Un incidente in particolare è costato il lavoro a Bella dieci anni prima: un rimprovero in una classe a porte chiuse in cui c’erano solo loro due finito in maniera violenta. Bella dice di essersi difesa dall'aggressione di Kane e il ragazzo che dice di essere stato provocato e aggredito. Bella costretta a lasciare il lavoro e ricominciare altrove. Dopo un attacco acuto di emicrania che fa collassare Kane, Bella inizia a credere alla storia del tumore. Abbassa la guardia, diventa più vulnerabile un po' per compassione e un po' forse perché spera che ci sia redenzione anche per Kane. Raggiungono un momento di riconciliazione, Bella si trova molto esposta ma decide di fidarsi, cosí tanto che quando Kane si vanta di saper suonare la chitarra, lei ne prende una dalla classe di musica. Bugia. Kane viene scoperto. Quante altre bugie avrà detto? L’epilogo è una lotta violenta tra i due, alimentata dai sentimenti non ancora estinti di dieci anni prima. La redenzione arriva sotto le spoglie di una bottiglia di vodka e una sigaretta.
I giochi di potere sono costanti, il dubbio aleggia irrisolto. Chi dice la verità? È stato veramente Kane ad attaccare Bella prima che lei lo colpisse per difendersi? O un commento sottovoce (“chav family” che famiglia di coatti!*) ha ferito l'allora tredicenne Kane per cui la sua famiglia e la sua identità non avevano nulla di sbagliato? Oltre a riflettere su un sistema d’istruzione che fa fatica a coltivare l’identità sociale e culturale dei propri alunni, lo spettacolo provoca lo spettatore interrogandolo su cosa succede quando si definisce un individuo secondo la sua classe e posizione geografica in un contesto di formazione.
Un po' lento nel primo quarto, lo spettacolo si anima non appena si intravedono gli scheletrì del passato. I personaggi sono molto riconoscibili nella realtà, i loro dialoghi autentici. L'autore, Matt Parvin, al suo primo testo lungo, è abile nel lasciare che i profondi conflitti interni dei personaggi portino ad un forte attrito tra i due e quasi ad un’autodistruzione. I pregiudizi di Bella sono così radicati che rimane nello stesso circolo vizioso e non riesce a liberarsi di questo fantasma del passato. Il regista, Tommo Fowler, restituisce un’interpretazione dinamica del testo attraverso i frequenti movimenti degli attori che prendono il sopravvento l’uno sull’altro. Mi ha colpito molto la recitazione di Harry Melling, che è meticoloso nella sua rappresentazione di Kane affetto dalla sindrome da deficit di attenzione e iperattività; mentre Jasmine Hyde gioca tra l’impassibile e il vulnerabile con grande abilità tecnica.  
* – il termine ‘chav’ in inglese denota membri della classe operaia poco istruiti e dal comportamento aggressivo
Visto il 15 giugno 2017.
Jam di Matt Parvin, diretto da Tommo Fowler con Harry Melling e Jasmine Hyde è stato al Finborough Theatre dal 23 mggio al 17 giugno.