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Aria fresca, luoghi ed angoli suggestivi, bellezze naturali, incontri piacevoli tra professionisti della musica, del teatro e della danza, proposte innovative e temi di grande rilevanza. Queste le caratteristiche, i pilastri portanti di una manifestazione davvero interessante, sia dal punto di vista turistico - culturale che per le presenze e gli appuntamenti teatrali, musicali e di danza. Stiamo parlando della prima edizione del Festival teatrale sulle Memorie, proposto dall'1 al 3 Settembre scorso a Montalbano Elicona (Messina). Il Festival, tappa conclusiva del progetto turistico culturale Tracce di Memoria, finanziato nel 2013 nell'ambito del Piano Azione Coesione "Giovani no profit" dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, leggi Renzi, Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, per complessivi 160 mila euro, è stato ideato e promosso dall’associazione giarrese ArchiDrama

in partenariato con l’associazione montalbanese l’Aurora, il Comune di Montalbano Elicona ed in collaborazione con il Club dei Borghi più belli d’Italia.
La location  scelta dagli ideatori e organizzatori del Festival (Alfio Zappalà, Maria Rita Simone, Alessandro De Luca) è stata l'antico Castello che fu residenza estiva di re Federico II di Svevia e concesso dal Comune di Montalbano, tranquillo paese di circa duemila anime, in provincia di Messina, arroccato fra i Monti Nebrodi a 920 metri d'altezza. Il Castello ed altri luoghi del paese di epoca medievale hanno quindi ospitato per tre frenetici giorni - tra lo sguardo attento di giornalisti ed operatori del settore -  gli spettacoli programmati e anche dei Convegni e Tavole rotonde, con studiosi, docenti sui linguaggi teatrali contemporanei, collegamento con le epoche passate e quelle di oggi lasciando ai giovani "tracce di memorie", l'incontro "La Memoria dello Spirito" e la tavola rotonda "Itinerari turistici della Memoria".
Sono stati tre giorni intensi ed impegnativi che hanno offerto anche la visita guidata, a cura dell'archeoastronomo Adrea Orlando, nel sito Megalitico dell'Argimusco, dove si stagliano delle enormi rocche di pietra che fuoriescono dalla terra, davvero una meraviglia della natura, molto apprezzata dai visitatori. Inoltre prima della tre giorni del Festival si sono svolti laboratori residenziali di Teatro, Musica e Danza, guidati rispettivamente da Mamadou Dioume, Angelo Privitera e Sara Orselli, culminati poi in uno spettacolo incentrato sulle memorie di Montalbano Elicona. E' stata una occasione di confronto tra culture e memorie differenti e la condivisione e lo scambio di idee ha portato all'impegno del Club dei Borghi più belli d'Italia, rappresentato dal vice presidente nazionale Giuseppe Simone e dal coordinatore regionale Salvatore Bartolotta, per la prosecuzione del progetto Tracce di Memoria anche in altri comuni del circuito, per recuperare e valorizzare l'identità dei numerosi borghi italiani.
Alla tre giorni del Festival hanno partecipato sei Gruppi o Compagnie teatrali scelte e selezionate da una giuria composta dagli stessi docenti dei laboratori residenziali, esibitisi in un vero e proprio agone teatrale. Alla fine, il 3 Settembre, nell'anfiteatro del castello Federico III d'Aragona e con la  giuria composta dal regista franco senegalese Mamadou Dioume, dalla danzatrice della Compagnia Carolyn Carlson Sara Orselli e dal musicista Angelo Privitera, tra i più stretti collaboratori del maestro Franco Battiato, è stato “Il cavallo fatato”, spettacolo di cunto e teatro di figura del paternese Salvatore Ragusa, ad aggiudicarsi la prima edizione del Festival teatrale sulle Memorie. I due attori-musici in scena, Salvatore Ragusa e Giorgio Maltese, hanno rielaborato il ricco repertorio di fiabe, novelle e racconti popolari siciliani di Giuseppe Pitrè, realizzando un'opera per marionette. 
La catanese Tiziana Giletto, protagonista di "Mongibella, una storia vulcanica", produzione Area Nove Muse, piazzatasi al secondo posto, ha ricevuto in premio una vacanza in uno dei comuni del Club dei Borghi più belli d’Italia. Lo spettacolo ricrea i paesaggi dell’Etna attraverso la parola e pochi oggetti di scena. L’uso del dialetto, con la sua potenza evocativa, racconta luoghi, tradizioni, storia e memorie dell’Etna e della Sicilia, come in un mito universale.
Infine, la pièce “Quel santo di mio padre”, scritto, diretto ed interpretato da Giuseppe Brancato di Fiumefreddo di Sicilia e prodotto dalla Compagnia Nave Argo di Caltagirone, ha ottenuto il terzo piazzamento, aggiudicandosi tre guide dei borghi d'Italia. La quotidianità familiare di una piccola località sicula offre lo spunto per porre l'accento su tematiche delicate e attuali quali la violenza sulle donne e il potere distorto che la mafia raffigura. Tutto viene narrato e rappresentato con uno stile tragicomico attraverso gli occhi innocenti di un bambino che racconta la vicenda interagendo con i vari protagonisti di essa. Da un lato dunque l'innocenza, dall'altro la crudezza della realtà fanno da cornice a questo dissacrante e amaro monologo.
Presenti, come Guest Festival,  artisti di fama internazionale come Mario Barzaghi, massimo esponente del teatro danza classico indiano in stile Kathakali, del Teatro dell'Albero di Milano, che ha presentato "Parashurama", dove per circa un'ora Barzaghi ha coinvolto ed incantato il pubblico con il suo  trucco facciale e il suo colorito costume, proponendo il racconto di un saggio guerriero che incarna il dio Vishnu, una sorta di avatar che combatte con ascia arco e frecce. Altro ospite molto apprezzato è stato Juri Camisasca, cantautore tra i più innovativi del panorama musicale italiano con il suo concerto incontro "Adunanza Mistica" che ha intrecciato brani del repertorio del compositore ("Le acque di Siloe", "Primo motore", "Arcano enigma") con un dialogo col pubblico, letture di brani mistici, un canto gregoriano e la particolare rielaborazione di un mantra. Camisasca, che ha anche ospitato durante la serata il danzatore e coreografo Mario Barzaghi con una coreografia ispirata ad un episodio del Mahabharata, una lettura di una icona appartenente alla tradizione ortodossa. Altri Guest Festival, con il concerto "Come albero scosso da interna bufera", tratto da un verso del poeta Eugenio De Signoribus, sono stati I Fratelli Mancuso, Onofrio e Lorenzo, originari di Caltanissetta e Sutera, noti per aver ricevuto alla Mostra del Cinema di Venezia del 2013 il Premio Sound Track Stars per aver composto la colonna sonora del film "Via Castellana Bandiera" di Emma Dante. I due apprezzati musicisti hanno proiettato gli spettatori in un passato arcaico siciliano, impreziosito da canti di tradizione e suoni vocali simili a quelli delle cornamuse o ciaramelle, eseguiti con vari strumenti ad arco e a fiato e pure con una sorta di armonium, creando atmosfere intime e dolorose. La loro è una ricerca poetica, un diario intimo volto a nuove sperimentazioni. Ospiti, infine, anche Sara Orselli, danzatrice della Compagnia Carolyn Carlson e Frida Vannini, danzatrice della Compagnia Simona Bucci che hanno proposto "Frammenti di Lady M. + Still", raffinato spettacolo di danza contemporanea propiziato dalle musiche astratte di Paki Zennaro.
Infine tra gli spettacoli in concorso nella sezione "Memorie in parola, musica e danza" ricordiamo "Nel giardino degli incanti" di e con Chiaraluce Fiorito, un racconto interattivo ed itinerante, una Fiaba tradizionale dell’antico popolo rumeno fa da collante alle tradizionali sonorità siciliane e marionettistiche; “Rarika” di Giovanni Seminerio. Protagonisti della pièce - con Giovanni Seminerio (violino, elettronica) e l'attrice Alice Ferlito - le antiche tradizioni vocali e musicali della Sicilia. L'obiettivo è ristabilire un contatto con le radici (Rarika), dando loro una veste musicale e poetica attuale affinché continuino a vivere. I testi sono scritti dalla poetessa catanese Angela Bonanno; "Memories from the future", protagoniste tre donne, Roberta D'Ignoti, Annachiara Trigli e Roberta Xafisis. Lo spettatore è accompagnato in un percorso emotivo scandito in tre momenti, che corrispondono a tre dei quattro movimenti della 7^ Sinfonia di Beethoven. Un dialogo spontaneo tra danza e musica, in uno scambio continuo tra danzatori e partitura che dà vita ad una scrittura completa del movimento danzato.
Bilancio più che soddisfacente, alla fine del Festival, per le tre anime del progetto “Tracce di Memoria”, Alfio Zappalà, Maria Rita Simone e Alessandro De Luca. “Gli sforzi profusi per realizzare la prima edizione del Festival Teatrale sulle Memorie - ha ribadito Alfio Zappalà, presidente di ArchiDrama e direttore artistico del Festival, insieme a Maria Rita Simone - sono stati appagati dall'intensa e arricchente esperienza umana, artistica e professionale che abbiamo vissuto. L'attenzione ricevuta dagli artisti che hanno partecipato al bando, dai Guest Festival, dai giornalisti e soprattutto dal nutrito pubblico che ha preso parte a tutti gli appuntamenti del Festival, dagli spettacoli alle visite guidate, dalle tavole rotonde alla premiazione finale, ci ha fatto chiudere questa prima esperienza con l'impressione che si possa proseguire con una seconda edizione, sulle "tracce di memoria" di altri luoghi, di altri borghi d'Italia".
Nei prossimi mesi l'impegno ed il lavoro dell'associazione culturale ArchiDrama si concretizzerà nella realizzazione di un archivio digitale e cartaceo delle memorie, che rimarrà a disposizione sul sito dedicato al progetto (www.traccedimemoria.net) e del comune di Montalbano Elicona. “Tracce di Memoria”, infine, sarà protagonista il prossimo autunno della serie “Noi siamo cultura”, incentrata sulle piccole imprese culturali fortemente radicate sul territorio. Una delle puntate, realizzate per il canale LaEffe della piattaforma Sky dalla casa di produzione Natia Docufilm, con la regia di Giuseppe Carrieri, sarà interamente dedicata al progetto turistico culturale promosso da ArchiDrama. I filmaker Edmondo Annoni e Irene Felici, dopo aver girato in lungo e in largo la penisola, tra cui le città di Napoli, Firenze e Venezia, hanno fatto tappa a Montalbano Elicona, riprendendo tutte le fasi del Festival teatrale sulle Memorie.