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Torna il gruppo palermitano de I Suttascupa, compagnia siciliana che avevamo avuto modo di osservare attentamente e piacevolmente nella primavera 2010. Durante la rassegna TUNZ 2010, dedicata dal Nuovo teatro Nuovo di Napoli alle nuove compagnie emergenti e a lavori innovativi, i Suttascupa avevano portato sulla scena napoletana Rintra ‘u Cuori. Nel corso della stessa settimana uno dei “suttascupa”, Giuseppe Provinzano, calcava con successo la scena napoletana con “G Otto” e “Radio Hamlet”. NUDO ULTRAS, questo il testo in scena al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli dal 2 al 6 febbraio, fa parte di una trilogia composta dai lavori Rintra ‘u cori e Sutta Scupa. Torna la doppia visione che questa compagnia presenta in ogni suo testo;  una particolare osservazione della realtà, senza allontanarsi poi molto da ciò che viviamo tragicamente e quotidianamente nella nostra Italia. Ogni evento e ogni azione sociale, politica e culturale, può essere letta attraverso le diverse facce di una stessa medaglia. Se Giuseppe Provinzano descriveva le due esperienze di un black bloc e di un poliziotto al G8 di Genova, in Nudo Ultras si arriva al calcio. Gli attori vestono i colori rosa- nero della squadra palermitana. Pietro Mancino, ultras palermitano, descrive la sua vita attraverso la sua squadra. Il tifo diventa scopo, motivo, fonte di vita. Dall’altra parte ritroviamo il poliziotto che lo arresta, Gianfranco Caccia. Forse, alla fine, si intuisce che i due non si differenziano poi di molto. La società crea delle fazioni, se così possiamo dire, delle distinzioni di ceto, cultura e anche di fede.  Se l’ultras palermitano vive per la fede calcistica, portando questo amore ad estremismi ridicoli, il poliziotto porta ad estreme conseguenze il suo accanirsi contro gli ultras. L’ispirazione nasce da fatti di cronaca reali: l’uccisione dell’Ispettore Raciti nel derby Catania-Palermo e la morte del giovane tifoso romano Gabriele Sandri. Chi ha ragione e chi torto? Dilemma che non si chiarirà mai ma ciò che i Suttascupa vogliono svelare non è la verità. Questa è un’analisi sociologica di due fazioni da sempre contrapposte, con le loro verità, i loro errori ed orrori, le loro convinzioni. Come a dire: così è e così deve essere. Ma perché?  Si prende ad esempio il calcio, tema simbolico che rappresenta  una realtà conosciuta da tutti e sotto gli occhi di tutti, l’esempio cioè più comune di un’analisi a vasto raggio dell’intera società. Questi testi ci pongono delle domande e non ci fanno schierare dalla parte di nessuno. Perché criticare la fede calcistica degli ultras se quello è il motore che fa scorrere meglio la loro vita? Perché odiarli solo perché portano colori diversi dalla propria squadra? Perché gli ultras diventano così violenti? Perché gli ultras si dimenticano della partita e si gettano a capofitto nella rivolta violenta? Perchè gli ultras vengono spesso picchiati dalle Forze dell’Ordine senza motivo ed esageratamente? Perché biasimare un poliziotto che lavora con il ricordo del padre ucciso dagli ultras? Perché le Forze dell’Ordine torturano gli ultras quando vengono arrestati? Perché gli ultras si accaniscono subito contro le Forze dell’Ordine non appena si avvicinano? Non rispondiamo a nessuna di queste domande perché cadremmo nell’errore di schierarci da una parte o dall’altra. La riflessione che i Suttascupa alimentano  va al di là degli inutili schieramenti. Il testo sottolinea l’uomo e il suo spingersi alla violenza quasi fosse un istinto primordiale e lo spettacolo recupera cori da stadio, urla, arti marziali, in un susseguirsi velocissimo che ci scaraventa tra i fumogeni. L’ultras viene messo a nudo, nel senso che viene spogliato realmente sulla scena: l’uomo viene analizzato nella sua essenza. La violenza estrema rende ridicoli, le convinzioni idealizzate e portare al limite della realtà diventano ridicole. Gli ultras e i loro colori riprodotti fin nelle mutande sono ridicoli, i poliziotti e il loro comunicare secondo protocolli standardizzati diventano ridicoli. L’uomo “marionetta” ritorna in scena, denudato, ridicolizzato, spettacolarizzato. La ricerca di questa compagnia palermitana arriva sempre violenta tra il pubblico che solo alla fine si ricorda di far parte di quella stessa ridicola società.

Visto il 2 febbraio 2010
NUOVO TEATRO NUOVO  Napoli

A.C. Sutta Scupa, Teatri Uniti, A.T.S. Spazio Zero,
Festival dei Santi Teatri Primitivi
NUDO ULTRAS
con Emiliano Brioschi, Simona Malato, Giuseppe Massa, Giovanni Prisco
scene e costumi Mela Dell’Erba
luci Cristian Zucaro
suono Vincenzo Aiello
Laboratorio Muay Thai Luigi Spera
Laboratorio Musicale Salvatore Massa
organizzazione Paolo Cinquemani
assistente alla regia Salvo Dolce
testo e regia Giuseppe Massa