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Ho sempre considerato il rapporto di coppia un’inesauribile fonte di ispirazione. Le mie commedie affrontano da sempre le dinamiche e le varie fasi delle relazioni uomo-donna.
Mi piace raccontare un mondo reale, un universo tangibile: quello in cui ogni spettatore può ritrovare se stesso o che, comunque, conosce e riconosce. Per questo evito il più possibile di raccontare storie al limite, o personaggi paradossali o inverosimili.
Quando ho un’idea per una commedia, parto proprio dai personaggi che la animano individuando subito la loro umanità, le loro debolezze, i loro conflitti e il percorso che devono fare per risolverli. Dopo inizio a pensare alle caratteristiche per colorarli, per far scaturire le situazioni comiche, per rendere i ruoli interessanti ed empatici.
Non ho la presunzione di insegnare nulla o di promuovere chissà quale morale, il teatro “culturale” lo faccio fare a chi è più intelligente di me. Ho la mia più grande soddisfazione quando riesco a far ridere per due ore il pubblico e lo faccio uscire dal teatro con la sensazione di aver passato una serata spensierata: sapendo però che, quando tornano a casa, gli spettatori hanno visto uno spaccato di vita su cui ognuno di loro farà le proprie riflessioni personali.
CUORI SCATENATI è una commedia che racconta la mia generazione e le irrequietezze dei quarantacinquenni. Sono circondato da amici, miei coetanei, che sono reduci da rapporti importanti finiti da poco e con una gran paura di cominciarne altri; oppure con situazioni sentimentali appaganti e rassicuranti, ma con la smania di sentirsi liberi e la voglia di lasciarsi porte sempre aperte per fuggire in caso di attacchi di claustrofobia…
Ho scritto questa commedia conoscendo già gli attori che l’avrebbero interpretata, quindi non ho abbondato nella descrizione dei personaggi nelle didascalie. Mi sono ispirato alle loro caratteristiche fisiche e attoriali per costruire i loro ruoli, mantenendo per ciascuno i nomi effettivi di battesimo.
Chicca (Francesca) è una donna forte che, dopo il divorzio e aver cresciuto un figlio da sola, ha acquisito le sue sicurezze. Sulla soglia dei cinquant’anni non ha più il bisogno di avere un compagno fisso accanto a sé, è perfettamente autonoma e indipendente. Ora l’uomo deve essere solo fonte di divertimento che appaghi la sua femminilità.
Diego è quello che un tempo era definito “un uomo perbene”, uno di quelli che qualche anno fa era l’aspirazione rassicurante di ogni donna ma che, ai giorni d’oggi, può risultare anacronistico nella sua purezza e ingenuità. È sul punto di rifarsi una vita con una nuova compagna, ma vuole essere sicuro di non avere proprio alcun’altra possibilità di recuperare il rapporto con la madre di suo figlio. Un uomo così pulito, da essere irrecuperabilmente travolto dagli eventi.
Sergio invece è bellissimo. Uno di quelli che potrebbe approfittarsi del suo fascino per potere gestire la sua vita e le persone che lo circondano senza problemi, ma che nasconde un animo sensibile e ingenuo. È la vera vittima della commedia.
Maria è una donna semplice, ruspante, fisicamente prorompente e capace di esplosioni di grande femminilità. È gelosa, possessiva, determinata a lottare per il suo uomo; però il suo narcisismo la spinge a mettere in pericolo il proprio rapporto di coppia.
È subito evidente la contrapposizione dei caratteri femminili forti e primeggianti contro le figure maschili più sottomesse e perdenti; non per questo credo che il mondo si sia ribaltato, tuttavia è evidente che stiamo vivendo una trasformazione degli equilibri nelle nostre strutture sociali, in cui in questo momento storico l’uomo è frastornato e ancora non del tutto capace di adeguarsi alla legittima autodeterminazione delle donne.
Drammaturgicamente, d’altronde, sono convinto che affidare i ruoli più brillanti ai personaggi femminili, sia particolarmente interessante e sorprendente. I ruoli maschili, buffi nella loro inadeguatezza, ispirano tenerezza e comprensione, lanciando l’immagine di un anti-eroe a cui è impossibile non affezionarsi.
Diego Ruiz

Con un’anteprima nazionale al Teatro Rivellino, la messinscena del testo CUORI SCATENATI ha debuttato il 10 dicembre 2016 a Tuscania per la regia dell’autore stesso, a sua volta interprete con Sergio Muniz, Francesca Nunzi e Maria Lauria. Prodotta da Mentecomica e Teatro Ghione, con le scene di Mauro Paradiso, le luci di Luca Palmieri e le musiche di Stefano Magnanensi, la pièce si appresta a una nuova tournée da marzo 2018 dopo i grossi successi della stagione teatrale scorsa. Ogni informazione è al website “mentecomica.com”.

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Diego Ruiz è nato a Roma nel 1971. A vent’anni vince la borsa di studio per accedere alla Scuola di Recitazione “Mario Riva”, iniziando a lavorare subito come attore. Già da allora comincia a scrivere commedie, continuando comunque a interpretare spettacoli da testi di autori come Aldo De Benedetti, Dacia Maraini, Riccardo Reim e Mario Moretti. Con l’arrivo del nuovo millennio, arriva il successo clamoroso di ORGASMO E PREGIUDIZIO: pièce del 1999 che scrive e interpreta, diretto da Pino Ammendola e Nicola Pistoia, fiancheggiato in scena da Fiona Bettarini. Un cult tradotto in più lingue e che viene replicato per più d’un decennio, con rappresentazioni in Repubblica Ceca e Sud America. Altro suo testo che raccoglie ampi consensi fra le platee teatrali è IL MATRIMONIO PUÒ ATTENDERE del 2005, recitato assieme a Francesca Nunzi: attrice, nonché autrice e regista, con cui lavorerà più volte negli anni in una serie ulteriore di spettacoli tratti da propri copioni. Tra questi si ricordano TI AMO O QUALCOSA DEL GENERE del 2006, SE MI LASCI NON VALE del 2008, seguito da FINCHÉ MAMMA NON CI SEPARI e, nel 2011, da IL SESSO FORTE. Nel 2012, con lo scenografo Mauro Paradiso, fonda Mente Comica: agenzia di distribuzione e promozione, dedicata alla comicità e all’intrattenimento brillante e di qualità, esito di creazioni originali di spettacolo e scrittura. Ed è sotto l’astro di questa sua nuova realtà che Ruiz scrive, interpreta e mette in scena lavori quali LA STRANISSIMA COPPIA del 2013 e il recente CUORI SCATENATI. Diretto da Carlo Alighiero, infine, sarà in scena dal 26 ottobre al 19 novembre 2017 al Teatro Manzoni di Roma con BLUFF, commedia di cui è anche autore insieme a Cinzia Berni. Un’autrice con la quale aveva già scritto PARENTI STRETTI un anno addietro, da cui ne è derivata pure una trasposizione cinematografica, non prima di averne curato la messinscena sempre al Manzoni e sempre fra le risate di tanti spettatori plaudenti.