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Nell'affascinante sala del Teatro di Documenti di Roma ho assistito a questo spettacolo scritto e diretto da Stefania Porrino. Il testo è stato scitto una decina di anni fa e premiato nel concorso Donne a teatro. Non conosco personalmente l'autrice ma penso che lo spunto del lavoro sia fedelmente autobiografico, tanto nei fatti rievocati dalla protagonista in scena, quanto dalla riflessione che ne scaturisce e che in qualche modo da il titolo al testo. Lo spettacolo alterna tre piani narrativi. Il primo, qui ed ora e dunque teatrale in senso stretto, è rappresentato da due uomini e una donna di mezza età che tra chiacchiere futili e qualche battuta tentano di vivere alla meglio la crociera che li porta, lungo il fiume Dniepr e poi sul Mar Nero, a visitare le città e i siti storici in Ucraina. Il secondo piano narrativo vede protagonista la guida della crociera, una donna di origine tartara che si abbandona a soliloqui raccontandoci, attraverso la sua esperienza diretta, la persecuzione che Stalin perpetrò nei

confronti del suo popolo. In ultimo, il terzo piano narrativo, il più importante, è quello della protagonista che, disprezzando la superficialità dei suoi compagni di viaggio, si isola con carta e penna per scrivere ad un vecchio amico compagno di ideali e di lotte giovanili, il diario del suo viaggio che peraltro si trasforma nel diario dei suoi ricordi e nelle riflessioni sulla propria vita da militante comunista. Al di là del coinvolgimento emotivo che i coetanei della protagonista (e dell'autrice) possono sperimentare nell'ascoltare i racconti degli anni settanta, e dell'interesse che suscita la vicenda, poco nota, della persecuzione Staliniana ai danni dei Tartari, lo spettacolo, dal punto di vista drammaturgico, offre poco. Soprattutto mi ha negativamente colpito la netta distinzione tra buoni e cattivi, il linguaggio pesantemente letterario delle narrazioni che induce una recitazione spesso affettata, la monodimensionalità drammatica dei crocieristi che li trasforma in elementi esclusivamente funzionali allo svilupparsi del racconto. In definitiva il problema è che lo spettacolo è portavoce della drammaturga e della sua visione del mondo. La drammaturga ricorda, riflette, osserva e purtroppo giudica.

COMUNISMO, ADDIO?
premio Donne & Teatro 2007
scritto e diretto da Stefania Porrino
con
Nunzia Greco
Alessandro Pala Griesche
Evelina Nazzari
Carla Kaamini Carretti
e con la partecipazione di Giulio Farnese
alla chitarra: Giuseppe Pestillo
scene e costumi: Antonio Vulpiani
video: Valerio Ziccanu Chessa
aiuto regista: Carla Kaamini Carretti
luci: Paolo Orlandelli
foto di scena: Ou Kai