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Dopo 71 anni di attesa, la Repubblica Italiana ha finalmente una legge sullo spettacolo dal vivo.

L’8 novembre 2017 la Camera ha approvato definitivamente la legge, che era già passata al Senato a fine settembre. A giorni la legge sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.
Nel ringraziare i parlamentari di questa XVII legislatura, C.Re.S.Co – Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea esprime la propria soddisfazione per questo risultato ed è lieto di aver contribuito al raggiungimento di questo importante obiettivo, con incontri, convegni, idee, suggerimenti, audizioni ufficiali in Parlamento, come se tutto quel patrimonio di creatività, di bellezza, di valore, di lavoro, di imprenditoria, che è da sempre il mondo dello spettacolo dal vivo fosse stato finalmente scorto dal legislatore che se ne è infine occupato.
La legge ha qualche difetto, dobbiamo dirlo, il principale è aver mischiato allo spettacolo dal vivo i carnevali  e le rievocazioni storiche. Un altro difetto è aver voluto inserire nella legge anche il riconoscimento alle pratiche artistiche a carattere amatoriale, non perché non siano importanti, ma forse era necessario evitare ogni confusione e sovrapposizione con chi si occupa di spettacolo in modo professionale, in un mondo dove già c’è molta confusione. Si erano poi fatte promesse di aumento del Fondo Unico dello Spettacolo fino a far immaginare oltre 100 milioni all’anno, invece l’aumento è ben poca cosa, 9,5 milioni nel 2018 e 2019 e  22,5 milioni nel 2020. Non è molto, ma è comunque un aumento.
Ma ci sono – soprattutto – molti elementi positivi in questa legge, che è essenzialmente una legge di principi generali: ci sono vari e chiari riferimenti al valore dei linguaggi innovativi, della ricerca e della contemporaneità, ci sono molte sottolineature sull’importanza dell’investimento pubblico sui giovani artisti e sui giovani spettatori, sono incentivate le relazioni con la scuola - investendo in questo il 3% del Fondo Unico dello Spettacolo - si parla di riequilibrio territoriale tra Nord e Sud, di far crescere domanda e offerta di spettacolo, si dice di voler investire sui processi di internazionalizzazione, si dichiara di voler puntare alla tutela e alla valorizzazione professionale dei lavoratori, comprendendo le specificità professionali di chi opera in questo settore, si intende procedere allo snellimento delle procedure burocratiche per le autorizzazioni di pubblico spettacolo, si istituisce il Consiglio Superiore dello Spettacolo come organo consultivo, si estende l’accesso ai benefici dell’art bonus a quasi tutti i soggetti del settore riconosciuti dal MIBACT, si fa riferimento ai centri di sperimentazione e di ricerca, ai circuiti, alle residenze. Si parla di noi, operatori dello spettacolo dal vivo, finalmente, di quello che siamo e che facciamo ogni giorno sui palcoscenici di questo Paese e rappresentando l’Italia all’estero.  
Adesso il Governo ha 12 mesi di tempo per adottare uno o più Decreti Attuativi che si chiameranno “Codice dello Spettacolo”.
CReSCo ci sarà, vigilerà, proporrà, sorveglierà, perché si apre adesso la partita più delicata.
Ma oggi diciamoci “bravi” tutti insieme, con gli artisti, i tecnici, gli imprenditori del settore, gli organizzatori, gli amministrativi, coloro che in questo settore si occupano di comunicazione, con tutti i lavoratori dello spettacolo, e diciamo bravi anche ai politici di maggioranza e di opposizione che ci hanno creduto – primi tra tutti la Senatrice Rosa Maria Di Giorgi e il Deputato Roberto Rampi –, alle associazioni di categoria, ai funzionari del MIBACT e degli Enti locali, perché se questa legge esiste è perché siamo stati finalmente capaci, tutti insieme, di esserci e di raccontarci.