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Per comprendere a fondo la drammaturgia firmata da Tino Caspanello bisogna, innanzitutto, immergersi nelle sue atmosfere, ossia nelle sonorità, nei colori, negli odori dei mondi descritti nei suoi testi, affinché il processo di comprensione non rimanga a metà. La lettura, infatti, è consigliabile dopo la visione dello spettacolo. La dimostrazione di questo processo “inverso” è data dal successo dei testi di Caspanello all’estero: da un lato la traduzione in francese, dall’altro la visione ad Hong Kong. Entrambi i momenti sono stati, e continuano ad essere, caratterizzati da un grandissimo riscontro da parte di un pubblico non italiano, e dunque, non siciliano. Per questo motivo non staremo qui a citare stralci di testo in lingua siciliana, rendendo noiosa l’analisi di questo spettacolo a coloro che non conoscono questo dialetto (ricordiamo che ‘Nta ll’aria è stato pubblicato dalla casa editrice Minimum Fax nel volume Senza corpo, a cura di Debora Pietrobono. Tradotto in francese da Julie Quénehen, grazie al sostegno della Maison Vitez, è pubblicato in Francia da Editions Espaces 34. Ha ricevuto il riconoscimento “Coup de coeur” presso il Teatro Le Rond Pointdi Parigi. È stato

presentato a Grenoble, Parigi e in Lussemburgo. È pubblicato in Italia nel volume Teatro di Tino Caspanello, Editoria & Spettacolo, 2012), ma ci soffermeremo sulla comprensione delle atmosfere. Ancora una volta la compagnia Teatro Pubblico Incanto approda al Nuovo Teatro Sanità di Napoli con il testo ’NTA LL’ARIA, che è andato in scena qualche anno fa: non un debutto vero e proprio, quindi, ma una prima campana fissata l’11 e il 12 novembre. La firma di Caspanello non è nuova al palcoscenico dell’ormai famoso teatro del quartiere Sanità di Napoli, dove, nel 2014, ha debuttato con lo spettacolo QUADRI DI UNA RIVOLUZIONE: sono ormai numerose le repliche campane firmate dal drammaturgo messinese, come quella di MALASTRADA, circa sette anni fa sul palcoscenico del teatro Elicantropo, il più recente NIÑO, nel salotto di casa Santanelli, durante la scorsa stagione del Teatro Cerca Casa, stesso luogo in cui è andato in scena precedentemente MARI, ed infine BLUES ed il suo debutto, ad ottobre scorso, presso Officina Teatro, a Caserta. Se i testi più recenti sembrano evidenziare un rallentamento dei ritmi drammaturgici ed una maggior presenza della solitudine, con ’NTA LL’ARIA ritorniamo indietro alle sonorità ed alle strutture del racconto scenico più vicine a MALASTRADA e a MARI. Il concetto contenuto nel titolo è ricco e complesso ed è opportuno analizzarlo utilizzando i codici di decifrazione legati alla cultura siciliana: letteralmente traducibile con “in aria” o “nell’aria”, potrebbe significare molte cose, tra cui il vivere con la testa fra le nuvole, il rimanere “in aria”, cioè in attesa di qualcosa o di qualcuno che non arriverà mai. Entrambe le accezioni sembrano pertinenti con il racconto narrato dai tre attori, Cinzia Muscolino, Tino Calabrò e Alessio Bonaffini, quest’ultimo al debutto con la compagnia messinese di Caspanello.  ’Nta ll’aria sembra essere anche l’ambientazione, in quanto i tre personaggi non poggiano i loro piedi sul palcoscenico, ma su un balcone, fantasiosamente sospeso su un panorama e su un paese intero. Il ricordo vola al piccolo paese di Pagliara, in provincia di Messina, dove Caspanello e la moglie, l’attrice Cinzia Muscolino, vivono, luogo arroccato sui monti dietro la località marinara di Roccalumera. Proprio lì, tra stradine e tornanti, le case sonnecchiano e osservano il panorama che degrada fino alla spiaggia, attraverso questi piccoli balconi. Occhi, dunque, metaforici, e luoghi sospesi in un non-tempo e in un non-luogo, in cui la solitudine sembra scandire le riflessioni involontarie di due operai che lavorano alla ringhiera del balcone. L’arrivo del terzo personaggio esterno, così come da tradizione classica, induce al movimento il racconto, seppur articolato fisicamente in uno spazio molto ridotto. I due operai scandiscono un dialogo lento e ripetitivo, secondo lo stile delle frasi ad incastro utilizzate da Caspanello, ed il ritmo statico sembra accelerare con l’arrivo della donna. Le conversazioni, apparentemente improvvisate, sono caratterizzate da un’amara comicità da cui sembrano affiorare alcuni elementi del passato e del presente che accennano alla vita dei personaggi, la cui triplice solitudine si congiunge nell’idea di una passeggiata domenicale. La possibile pioggia potrebbe costringere i tre in casa ed il terrore di rimanere soli emerge prepotentemente, nonostante sia tenuto a bada per non dimostrare questa debolezza. Lo stesso balcone e la stessa ringhiera sembrano ostacolare il rapporto con il mondo esterno, caratterizzato dalla platea e dal pubblico, ma in realtà immaginato dagli spettatori come una parete bianca o un fermo immagine. Le parole della donna cominceranno a “dipingere” immagini, azioni, oggetti e persone, e quindi a materializzarle nella mente dello spettatore. La donna sembra vivere “nta llaria”, ossia in un mondo irreale caratterizzato da ricordi, sogni, desideri e immaginazioni oniriche. La sovrapposizione di abiti e di oggetti crea effetti di camuffamento o svestizione che rendono ancora più effimera la figura poetica della donna-bambina. Questa può essere considerata l’interpretazione più intensa della Muscolino, così profondamente poetica, fragile e allo stesso tempo risoluta, tanto da materializzare visivamente e fisicamente ogni singola parola della penna di Caspanello. L’attrice stessa diventa parola, facendola muovere, fluttuando attraverso immagini create “nta ll’aria” e negli occhi degli spettatori, pur rimanendo immobile nel piccolo balcone. Quest’ultimo appare, a tratti, come un ring della vita, in cui tutto ciò che è stato e che avremmo voluto essere, ci scorre davanti: una sorta di presa di coscienza di se stessi che ci mette davanti ad un personaggio-coscienza, ossia la donna dalle fattezze di bambina. La solitudine è descritta attraverso l’immagine di una casa vuota, quella che stanno restaurando gli operai, non visibile agli spettatori, ma immaginata attraverso la tenda a frange che il regista pone all’ingresso del balcone, come quinta che sprofonda nel buio del fondo del palcoscenico. La porta della casa era aperta, la donna è entrata nella vita dei due uomini. Tutto rimane rarefatto ed effimero: “Nta ll’aria”, appunto.

’NTA LL’ARIA
Nuovo Teatro Sanità Napoli
11-12 novembre 2017
Teatro Pubblico Incanto
presenta
 ‘NTA LL’ARIA
drammaturgia e regia Tino Caspanello
con Cinzia Muscolino, Tino Calabrò, Alessio Bonaffini