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“La Stravaganza Onlus”, è un’Associazione Culturale fondata nel 1996 e diventata Organizzazione di Volontariato ONLUS nel febbraio del 2001. L’associazione si occupa di sviluppare e diffondere i valori della solidarietà e dell’integrazione sociale, promuovendo attività legate all’ambito teatrale e aperte al disagio socio-culturale, psichico e psico-fisico. Dal 1996 al 2008, sono state rappresentate, nei teatri di tutta Italia e in Europa, sette Opere Teatrali-Musicali, ideate e dirette dal socio-fondatore Prof. Denis Gaita cuore e mente dell'Associazione che ha sempre operato nel settore del disagio psichico, dell'handicap e dell'emarginazione attraverso strumenti musicoterapici. A Denis si devono gli straordinari spettacoli teatral-musicali - "Una Noce poco fa", "L'Aida da tre soldi", "Walzer e Tabù" e "La Norma Traviata" - interamente ideati, messi in scena e cantati dal gruppo di lavoro da lui diretto, composto da pazienti, volontari, medici, operatori., riscuotendo un notevole successo di critica e

generando un diverso modo di accostarsi al mondo del disagio. Dal 2009 al 2012, ha subito una profonda evoluzione, arricchendosi del contributo di professionisti del mondo del teatro e della musica, favorendo un sempre maggiore livello di integrazione sociale e culturale che ha comportato un importante  riconoscimento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il quale ha inteso premiare con una medaglia al valore civile l’impegno artistico, culturale e umano legato alla realizzazione della penultima opera teatrale-musicale “OSTINATI E CONTRARI – La profezia delle onde”, ideato e diretto da Sebastiano Filocamo. L’Associazione ha concluso la preparazione di un nuovo progetto, “LOTTATORI – Sguardi sollevano vento” portavoce di tematiche di denuncia sociale e civile, in cui il corpo, la musica e le emozioni, più che la parola, diventano i veri protagonisti. Il 20 dicembre 2017 il progetto debutterà a Milano presso il Teatro Franco Parenti. Lo spettacolo, nasce come progetto di denuncia civile e sociale, il lavoro di ricerca è stato lungo e complesso. È stato, infatti, chiesto a tutti coloro che hanno aderito al progetto di riflettere sui temi proposti in modo che ognuno attraverso la propria prestazione artistica e il proprio contributo offrisse uno sguardo personale sul tema in questione. Gli argomenti di grande attualità: femminicidio, omofobia, paura del poi, immigrazione, pari diritti per tutti, delitti di Stato, abusi di potere, corruzione sociale e umana. Lo spettacolo ha puntato drammaturgicamente sulla poesia di Pierluigi Cappello. Un coro di voci accompagna la performance si possono riconoscere nelle interpretazioni delle poesie e delle canzoni alcuni nomi: Mira Awad, Elisabetta Pozzi, Laura Marinoni, Ferdinando Bruni, Elio De Capitani, Rossana Casale, Mercedes Martini, Paolo Sassanelli, Paola Iezzi, Federica Fracassi, e altri ancora. In scena ci saranno persone con vari disagi psicofisici, volontari e educatori più due professionisti, Niccolò Agliardi e Corinna Agustoni. Il gruppo dei performers è una presenza importante che dà a tutto il progetto la vera ragione di essere. Il lungo laboratorio durato tre anni ha fatto in modo che lo spettacolo sia sostenuto principalmente dalla loro prestazione. I brani e le interpretazioni sono tutte incisioni originali, inedite e sono state realizzate appositamente per lo spettacolo. Potranno essere ascoltate e viste solo assistendo allo spettacolo e non ci saranno altre forme di divulgazione per sottolineare l’unicità del momento teatrale. L’azione, il corpo, il movimento, sono protagonisti dello spettacolo; la drammaturgia è affidata ad una ricerca poetica ricerca, solo di poesie per sottolineare, l’inutile spreco di parole da cui siamo travolti, mentre invece abbiamo urgenza di azioni, confronti reali, condivisioni, manifestazioni. Così come i partecipanti, i performers hanno lavorato per abbattere i propri limiti fisici e i pregiudizi, offrendo nell’azione la scelta di un cambiamento. Siamo in un’epoca in cui le parole hanno perso il loro senso, il loro significato, ognuno parla ed è esperto di ogni cosa. Il progresso tecnologico va di pari passo con la regressione del significato umano del vivere. La spinta al capovolgimento dei valori è in mano esclusivamente all’ essere umano che vive passivamente questa condizione. Lo spettacolo vuole essere anche uno sguardo trasversale su quello che viviamo e che ci viene fatto vivere. La parte “visiva” supportata da video sarà parte integrante della narrazione dello spettacolo. Un progetto ampio che parte da più lontano. Lo spettacolo “Lottatori –Sguardi Sollevano Vento-” porta avanti la ricerca iniziata precedentemente con lo spettacolo “Ostinati e contrari” delegando, in modo sempre più deciso, al gruppo la messinscena attraverso un lavoro che porta più al teatro-danza. La ricerca stilistica, drammaturgica dello spettacolo si è rivolta ancora maggiormente verso la poesia, dove il messaggio quotidiano si trasforma in pensiero di denuncia, ma con parole prese in prestito da poeti, cantautori, scrittori. Oltre a risvegliare la coscienza del pubblico, lo spettacolo desidera, infatti, arrivare principalmente allo stomaco degli spettatori presentando il disagio sotto la luce dell’essenziale in forma poetica. La produzione musicale è stata affidata a due musicisti affermati, collaboratori di Franco Battiato la scenografia ad uno scultore che ha interpretato attraverso il suo sguardo, i costumi sono creati sotto la direzione di una delle costumiste più importanti del cinema italiano. Tutte queste collaborazioni saranno sguardi “altri”, che aggiungono una voce alle nostre denunce. Gli interventi artistici e professionali di alto profilo, che sono stati coinvolti nel progetto a titolo volontaristico, conferiscono allo spettacolo una dimensione di qualità per uscire dall’equivoco di trovarsi di fronte ad uno spettacolo dilettantesco in quanto agito da persone affette da varie forme di disabilità o disagio. È teatro realizzato con persone in situazione di disagio (così ci entrano tutte le fasce di disagio), ma non è teatro per mostrare la disabilità dove pietismo e compassione diventano i fulcri centrali del linguaggio. “Lottatori –Sguardi Sollevano Vento-” è la naturale continuazione di “Ostinati e Contrari”, ma questa volta, forti dei risultati ottenuti con il precedente spettacolo, è stato deciso, con coraggio, di allargare ulteriormente la visione complessiva del progetto, lasciandolo in mano quasi in totalità alla prestazione dei soli performers. Per ottenere questo risultato sono stati necessari quasi tre anni di laboratorio. Il lavoro fondamentale è stato quello di dare ai ragazzi la possibilità di riuscire a vedersi altro da se stessi e arrivando ad immedesimarsi in ruoli non loro superando così le proprie naturali difficoltà. Il cammino è lo stesso dello spettacolo precedente con una naturale evoluzione nell’affidare l’intero spettacolo dal vivo alla forza dei partecipanti supportati da voci, musiche, video, scene e costumi, che fanno insieme un unico canto, composto da tanti sguardi diversi. L’intero progetto è stato affidato da “La Stravaganza Onlus” a Sebastiano Filocamo che lo ha interamente ideato e coordinato. Se il ruolo de “La Stravaganza Onlus” è quello di vigilare da vicino ogni passaggio del lavoro artistico e soprattutto del lavoro educativo svolto con i ragazzi protagonisti, il compito di Sebastiano Filocamo, è invece, grazie alle sue molteplici competenze artistiche, quello di riuscire a mostrare con il lavoro proposto, la possibilità di un recupero educativo legato all’integrazione e alla denuncia sociale reali attraverso l’utilizzo dell’arte, lavoro che è alla basa dell’associazione stessa. Lo spettacolo ha anche lo scopo di costituire un veicolo importante di visibilità per una piccola Onlus onesta, che lavora da anni sul territorio in prima persona, con molta passione e dedizione, al fine di ottenere possibili finanziamenti a sostegno dei propri progetti, tutti dediti a favorire una maggiore integrazione e benessere sociali. Un lavoro intenso che ha richiesto cura e pazienza e che merita di trovare altrettanta cura da parte di noi tutti un invito ad uscire dalle case dai rifugi virtuali per trascorrere alcuni momenti insieme a chi ha lavorato a lungo per noi e per gli altri.