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Autore con una buona affermazione sul palcoscenico nazionale, Tommaso Urselli ha pubblicato, con la casa editrice La Mongolfiera che vanta ormai un'ottima collana di drammaturgia contemporanea,  anche questo suo recente lavoro, segnalato al Premio Fersen 2015 e prodotto da Scena nuda nello stesso anno. Mi sono già occupato qualche tempo fa di questo autore pugliese di nascita e milanese d'adozione, e posso affermare che quest'ultima drammaturgia appare, non tanto per ragioni strutturali quanto per la situazione, piuttosto diversa da quelle che ho letto in passato. Qui la vicenda, sviluppata come un puzzle che, come suggeriscono le note dell'autore, deve essere ricomposto dal pubblico/lettore, non appare lineare e progressiva ma spezzata in tessere diacroniche che, per la verità, non sono molto difficili da incastrare per ricostruire l'immagine complessiva. Non mi addentro nella vicenda per non rovinare la sorpresa degli eventuali futuri lettori e, speriamo, spettatori, mi limito a dire che l'archetipo su cui si basa "il gioco" è quello del forte contro il debole, del carnefice contro la vittima. Qui la particolarità è il prepotente richiamo, che a tratti si fa citazione, del capolavoro di di William Golding "Il signore delle mosche". Lettura godibile e buona teatralità ne possono certamente favorire nuovi allestimenti.

Un vecchio gioco
di Tommaso Urselli
La Mongolfiera 2017
50 pagg. € 7,00

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