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Prodotto dall’associazione culturale Le Nuove Muse di Giusi Manna e Simona Di Bella è andato in scena al Teatro Metropolitan di Catania, con repliche ad Enna, Messina e Palermo, lo spettacolo “Micio Tempio. Vietato ai minori”, nato dall’idea di Piero Lipera, su drammaturgia e regia di Rosario Minardi e Marco Tringali. L’atto unico di quasi due ore, piacevole ed intenso, mette in evidenza lo spessore umano, la sensibilità per i problemi del suo popolo, dell’intellettuale e scrittore catanese Domenico “Micio” Tempio, etichettato come poeta sboccato ed erotico ed invece personaggio di fine Settecento dalle mille sfaccettature, con una vita intensa e soprattutto – a parte la sua notevole produzione al limite della pornografia – paladino dei nuovi fermenti, della miseria e della povera gente, davvero inesorabile con i suoi versi nel denunciare in modo chiaro le ingiustizie ed i soprusi della nobiltà. La pièce di Rosario Minardi e di Marco Tringali, attraverso una rappresentazione ed una regia

agile e scorrevole, mostra una Catania sempre pronta – a parole – a ribellarsi, a fare le rivoluzioni, oltre che un decadente e prepotente mondo dei nobili con i loro privilegi e soprattutto una condizione di disagio in cui si muovevano  i catanesi del popolo e tra questi, al loro fianco, c’era proprio il loro cantore, Micio Tempio, definito anche il “Dante di Sicilia”, con la sua fame, le sue malinconie e le sue giornate trascorse in osteria con gli amici che lo ascoltavano ed aiutavano.
Su una scenografia essenziale che fotografa una “Civita” catanese tra fine Settecento e primi Ottocento, tra miseria, malumori del popolo, fasti e soprusi dei nobili, si muove con dei flashback, Micio Tempio, cantore della gente, indigente e malinconico, senza la sua donna, ormai morta, confortato dall’amore di Caterina e dall’amico oste, tra la protezione e benevolenza del principe di Biscari e le prese di posizioni e le ribellioni di Gambino ed Ardizzone, suoi vecchi amici.
Nel lavoro si racconta di un Tempio alle prese con le cospirazioni, le gioie, i piaceri e la stesura del  poema “La carestia”: un uomo fuori dalle regole, che sente sempre il peso della sua Catania, una città che risponde ai soprusi, ai morsi della fame con il sorriso e l’ironia, con i versi sboccati e graffianti del poeta, ma incapace di ribellarsi fino in fondo, solo sfiorata dagli echi delle grandi rivoluzioni borghesi di fine Settecento.
Lo spettacolo risulta, apprezzabile e gradevole grazie anche alle musiche dal vivo dei “Beddi”, musicanti di Sicilia (Mimì Sterrantino – voce, chitarre, armonica a bocca, mandolino; Davide Urso – voce recitante, tamburi a cornice, marranzano, mandolino; Giampaolo Nunzio – voce, organetto, zampogna, friscalettu, fiati, marranzano, fisarmonica; Pier Paolo Alberghini – contrabbasso; Francesco Frudà chitarra classica; Alessio Carastro percussioni) ed ad un cast completo dove emerge l’interpretazione rigorosa e senza sbavature di Angelo Tosto nei panni di un malinconico, umanissimo e poeta pungente Micio Tempio. Apprezzabili poi lo scanzonato Giuseppe Castiglia nel doppio ruolo del narratore e di Ignazio Paternò Castello, principe di Biscari, Antonio Caruso e Santo Santonocito, che tratteggiano la rabbia e la voglia di ribellarsi ai soprusi da parte di Gambino ed Ardizzone, Luana Toscana nei panni di Caterina, la fedele compagna di Tempio dopo la prematura morte della moglie e Rossana Bonafede che diverte il pubblico nei ruoli della prostituta Rosa e della smaniosa baronessa.
Allo spettacolo collabora il Teatro degli Specchi con Lara Marta Russo, Antonio Starrantino, Giovanni Bonaventura, Raimondo Catania, Seby Cantarella, Giusy Allegra Filosico, Grazia Ercolano, Carolina Pulvirenti, Danilo Puglisi. Assistente alla regia è Donatella Marù e Stefano Gambino, direttore di scena.
Una messa in scena di interessante ricerca e che ridà quindi i giusti meriti ad un personaggio come Micio Tempio, ingiustamente ghettizzato e ricordato da molti per i suoi versi licenziosi e sboccati che, tra rivoluzioni incompiute, impotenza per il futuro della sua città, raccontò - con ironia e precisione - vizi, debolezze, virtù della Catania “civitota” di fine Settecento ed inizio Ottocento, incastonata in una Sicilia soffocata da carestie, soprusi e nonostante ciò pronta a sorriderne, con quell’umorismo che spesso è la forza, la caratteristica, del popolo siciliano.

“Micio Tempio. Vietato ai minori”
di Rosario Minardi e Marco Tringali
da una idea di Piero Lipera
Regia di Rosario Minardi e Marco Tringali
Con Angelo Tosto, Giuseppe Castiglia, Luana Toscano, Rossana Bonafede, Antonio Caruso, Santo Santonocito, Lara Marta Russo, Antonio Starrantino, Giovanni Bonaventura, Raimondo Catania, Seby Cantarella, Giusy Allegra, Grazia Ercolano, Carolina Pulvirenti, Danilo Puglisi
Musiche dal vivo dei “Beddi”, musicanti di Sicilia
Assistente alla regia Donatella Marù
Direzione di scena Stefano Gambino
Produzione associazione culturale Le Nuove Muse -Teatro Metropolitan di Catania, Enna, Messina, Palermo -15, 23, 27, 30 Dicembre 2017