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“Acqua di Colonia”, spettacolo che ha debuttato a Novembre 2016 al Romaeuropa Festival, scritto, diretto ed interpretato da Elvira Frosini e Daniele Timpano, è stato ospite al Centro Zo di Catania, nell’ambito della rassegna “Altrescene”. Prodotto da Romaeuropa Festival, Teatro della Tosse, Accademia degli Artefatti, con il sostegno di Armunia Festival Inequilibrio, è uno spettacolo complesso, di parola e di notevole ironia ed è nato dalla collaborazione e con la consulenza della scrittrice italiana di origini somale Igiaba Scego. La pièce, in circa due ore, vede la coppia Frosini-Timpano introdurre lo spettatore nel tema del colonialismo nella storia italiana, con le sue conseguenze culturali “imbarazzanti” per il Paese. La prima parte dello spettacolo, a tratti stiracchiata, è chiaramente introduttiva al tema che si vuole trattare e vede al centro di una scena spoglia, un ragazzo di origine africana reclutato di volta in volta nella città dove si recita, che ascolta in silenzio e incarnando il ruolo di quegli

immigrati o figli di immigrati di cui è bene parlare, ma ai quali non è riconosciuto il diritto di esprimere il proprio punto di vista. Lo spettacolo, nella prima parte, è una sorta di preparazione su come affrontare il problema e Frosini e Timpano, con la loro ironia, la loro comicità caustica, che fa riflettere, sciorinano fatti storici, documenti e mitologie contemporanee disintegrando l’utopia della società post-razziale. Viene ribadito come noi italiani conosciamo poco del colonialismo e i postumi dell’età coloniale – come sottolineano  Frosini e Timpano dialogando col pubblico – ci appaiono “come un vecchio incubo che ritorna, incomprensibile, che ci piomba addosso come un macigno“.
La seconda parte, che si apre con l’africano ospite nello spettacolo (Mansour Gueye) accompagnato a sedersi in sala tra il pubblico, vede la pièce diventare più coinvolgente, più teatrale e propina i soldatini in divisa kaki, Topolino in Abissinia, Stanlio e Ollio e Bob Marley che prende in giro Audrey Hepburn ambasciatrice dell’Unicef. E c’è anche spazio per Mamy di “Via col vento”, per lo sketch di Gianni Agus e Ugo Tognazzi sull’”angioleddo negro nel guadro”, per l’Aida schiava etiope, “Faccetta nera” e la retorica del film “La mia Africa” o “Tripoli bel suol d’amore”, o ancora Indro Montanelli con la sua moglie abissina dodicenne e Pasolini che cerca di “civilizzare” Ninetto Davoli.
Lo spettacolo strizza l’occhio al pregiudizio e agli stereotipi dei nostri giorni ed Elvira Frosini e Daniele Timpano sono abili nel tirare dentro tutti in una trappola spiazzante, che fa emergere dubbi e riflessioni, legate al passato ed al presente.
Lo spettatore – inserito nella categoria “Italiani brava gente” -viene catturato da un’ironia graffiante e messo di fronte a equivoci e i luoghi comuni frutto dei falsi miti che il colonialismo ha generato attraverso testi letterari, canzoni, fumetti. Si ride quindi, ma con amarezza e la risata rivela quanto certi cliché siano ormai parte inconsapevole del nostro modo di pensare.
Nel finale poi mentre una dozzina di fari gialli accecano improvvisamente il pubblico ed uno scimpanzé di peluche viene lanciato in scena, Frosini e Timpano escono e la scimmia/bambino parla attraverso la voce di Sandro Lombardi, pronunciando una morale. Poi i due autori ed interpreti, Frosini e Timpano, con in sottofondo le struggenti note di “Addio sogni di gloria” nell’esecuzione di Giuseppe Di Stefano, compaiono e chiudono la pièce indossando  maschere antigas e con le orecchie di Topolino.
Spettacolo interessante per il tema trattato, con i due interpreti – Elvira Frosini e Daniele Timpano, provocatori e indagatori di quelle colpe che risiedono negli angoli della nostra coscienza e cultura progressista e democratica – sempre abili, caustici e che si destreggiano bene fra fumetti d’epoca, canzoni, regi decreti, discorsi pubblici di allora e di oggi, evidenziando un significativo lavoro di ricerca, ma mettendo dentro forse troppo materiale. Basterebbe, forse, qualche taglio, perché in alcuni tratti gli argomenti tendono a ripetersi, causando inevitabili cali di ritmo.
Lavoro, comunque, di grande impegno, ironia e ricerca che ha coinvolto il pubblico presente e che alla fine ha lungamente applaudito i due protagonisti e autori.

“Acqua di Colonia”
Testo, regia, interpretazione di Elvira Frosini e Daniele Timpano
Consulenza / Igiaba Scego
Voce del bambino Unicef: Sandro Lombardi
Aiuto regia e drammaturgia: Francesca Blancato
Scene e costumi di Alessandra Muschella e Daniela De Blasio
Disegno luci di Omar Scala
Progetto Grafico di Valentina Pastorino
Uno spettacolo di Frosini / Timpano
Produzione Romaeuropa Festival, Teatro della Tosse, Accademia degli Artefatti
Con il sostegno di Armunia Festival Inequilibrio
Si ringrazia C.R.A.F.T. Centro Ricerca Arte Formazione Teatro
Rassegna “Altrescene” - Centro Zo di Catania- 26 Gennaio 2018


Elvira Frosini e Daniele Timpano, sono autori, registi e attori della scena contemporanea italiana che dal 2008 condividono un comune percorso artistico. Nei numerosi lavori prodotti negli ultimi anni, Frosini/Timpano portano sul palcoscenico i loro corpi che disinnescano, decostruiscono ed incarnano le narrazioni della Storia, analizzando le derive antropologiche della società a partire da un vasto materiale di riferimenti vari (dall’accademico al popolare) che costituiscono l'immaginario e la coscienza contemporanei.
I loro testi portano sulla scena un complesso dispositivo teatrale in cui gli attori-autori sono sempre in dialogo con il pubblico ed in bilico tra l'incarnazione di personaggi, mitologie contemporanee e culturali, topoi della Storia ed il semplice essere sulla scena e mettere in campo il proprio perturbante rapporto con la Storia e la cultura, in un gioco di scivolamenti spiazzanti che dissacrano tutte le retoriche senza fare sconti, neanche a se stessi.