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Riprende l’appuntamento del Teatro Stabile di Genova con il mare e parrebbe, questa, cosa naturale considerata la storia secolare di questa città che, appunto, sul mare si affaccia ma soprattutto nel rapporto con il mare, amato ed insieme temuto e vissuto con diffidenza e sconcerto, ha messo alla prova la sua identità. Come del resto a noi sembra cosa naturale affacciarci alla realtà che ci circonda e che ci illudiamo forgiata dalla nostra identità, una realtà organizzata e senza derive su cui quotidianamente approdare e vivere. “Isole e approdi” questo il titolo delle conferenze del ciclo 2017 – 2018 di “Il Teatro e il mare”, e il quinto appuntamento, il primo del 2018, ha ospitato il giornalista e studioso di semiotica Stefano Bartezzaghi e il filosofo Simone Regazzoni, mentre al bravo Aldo Ottobrino era affidato il compito delle letture. Peraltro più “derive” che approdi perché oggetto delle due prolusioni a confronto è stato “Robinson Crusoe e la filosofia di Lost”, quindi non tanto il ritrovarsi in un percorso

a tappe verso la conoscenza, come per Ulisse e la sua Itaca, quanto un perdersi fuori dalla realtà conosciuta come impone il mito dell’isola deserta. Mito e peripezia che mettono in discussione soprattutto la conoscenza di sé introducendo, con il Robinson Crusoe, e completando, con “Lost” (famosa serie televisiva di inizio anni 2000), un percorso di percezione che vede in conflitto il soggetto con la realtà che lo circonda. La realtà si trasforma così da pagina bianca su cui il soggetto stesso (noi) scrive la propria identità e con essa la stessa propria avventura (cioè, in latino, le cose che sono sul punto di accadere), a entità nascosta che manda messaggi irriducibili (la famosa orma sulla spiaggia di Robinson) che il soggetto non è più in grado di decrittare e coinvolgere. La realtà e l’essere appaiono dunque qualcosa che non può essere integralmente organizzato nella nostra percezione e, come scrisse Heidegger, la verità stessa non può che essere una radura avventurosamente illuminata in mezzo al bosco, cioè qualcosa che è vero e conoscibile perché circondato dal mistero. Un interessante approfondimento che ha coinvolto la platea abbastanza numerosa.