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Teatro Argentum Potabile, in chiusura della rassegna “Underground rivers” - Flussi teatrali nel sottosuolo cittadino, ha presentato alla Sala Roots di Catania la novità assoluta “Madri di guerra” dell’attrice, autrice e regista catanese Antonella Caldarella. Si tratta di un testo e di una pièce di assoluto impegno civile e che riesce a far pensare al dramma di una madre che vede morire la figlia, al suo dolore, ai suoi ricordi ed all'impossibilità a rassegnarsi alla sua assenza. L’autrice e regista Antonella Caldarella costruisce il testo ispirandosi alla vicenda dolorosa della morte, nel 2001, della giovane giornalista Maria Grazia Cutuli, inviata del "Corriere della Sera" a Kabul, intrecciando a questo fatto di cronaca il forte ed inseparabile rapporto tra madre e figlia che resiste oltre il tempo, la morte, il ricordo, i rimpianti, il dramma della assenza e ricordando proprio quelle madri di guerra che lottano ogni giorno contro le ingiustizie, i massacri inutili, le sofferenze, le separazioni in tutte le

guerre del mondo. Lo spettacolo si avvale di una scenografia essenziale (una stanza con un letto, un mazzo di fiori, un mobiletto con uno specchio, un vecchio bambolotto), due appassionate interpreti (Daniela Fisichella e Valeria La Bua), un calzante tappeto sonoro che accompagna i momenti salienti della storia ed una regia scorrevole e di assoluto rigore.
In un ambiente quasi asettico, surreale, che è la stanza della figlia, due donne parlano, ma in realtà una madre, vestita di nero, parla da sola, evoca la figlia  in quanto non può accettare la sua scomparsa, la sua assenza. Vengono fuori così dialoghi e monologhi che si alternano a brevi silenzi ed in cui si sottolinea l'amore, il rapporto speciale che lega proprio la madre con la figlia e che niente può spezzare, nemmeno la morte così improvvisa e dolorosa. Si raccontano dettagli, si riflette con i ricordi di gioventù, ci si dispera o si sorride: le due donne provano a interrogarsi su cosa è necessario fare per andare avanti. Le due si interrogano sul perchè accadono determinate cose, se è giusto morire così giovani per raccontare la verità e come può una madre accettare che la propria figlia muoia, inseguendo solamente la sua vita, i suoi sogni, scoprendo il mondo e le tragedie di tante madri di guerra.
In scena, nel difficile e sofferto ruolo della madre, si cimenta con padronanza e disinvoltura Daniela Fisichella che con la sua forte presenza scenica, con i suoi diversi stati d'animo, comunica al pubblico tutto l'amore, tutta la rabbia ed il dolore di una mamma, di un genitore, che non può rassegnarsi alla morte, alla mancanza della figlia pur riconoscendo che lei doveva, come tanti altri giovani e figli, seguire la propria strada, quella che sognava già da piccola, difendendo le proprie idee e la propria indipendenza. Nei panni della giovane figlia, con tanto di abito bianco, troviamo invece, Valeria La Bua che, con tanta passione ed intensità, racconta il percorso di una ragazza con le idee chiare e che, durante il suo lavoro, quello che amava tanto, ha trovato la morte rimanendo per sempre, però, nel cuore della madre.
Lo spettacolo di notevole impatto, in circa 60 minuti, regala profondi momenti di riflessione e di emozioni, sottolineando il rapporto davvero forte, intaccabile ed eterno tra madri e figli, che oltrepassa ogni tempo, ogni dolore ed annulla anche la morte. La pièce con le azzeccate musiche di Andrea Cable, la scena di Emanuela Salamanca e i costumi di Noa Prealoni, fa ripensare anche ai nostri giorni forse troppo vuoti di veri sentimenti, di purezza, libertà e giustizia, mentre in qualche parte del mondo giovani autentici e generosi o madri di guerra muoiono o vedono morire i loro cari, i loro figli, per difendere i veri ideali di indipendenza, di solidarietà e di sopravvivenza.

“Il testo - spiega l’autrice Antonella Caldarella - è nato tanti anni fa, aspettavo mio figlio quando rimasi molto colpita dalla morte della giovane Maria Grazia Cutuli, la giornalista italiana assassinata in Afghanistan nel 2001. Non facevo che pensare alla sua storia ed a sua madre, così decisi di scrivere un testo che parlasse di due donne e della guerra. Mi sono documentata su internet, su chi fosse Maria Grazia, ma su sua madre invece non avevo dubbi, sapevo chi era Agata. Maria Grazia Cutuli è morta per qualcosa in cui credeva e raccontare serve a far nascere il desiderio di vivere per credere e avere speranza. Il testo, non è la storia di una giovane donna morta per la verità, ma mi ha dato l’ispirazione per raccontare di una madre e di una figlia e del rapporto che li lega. Un legame forte, speciale, indissolubile che inizia prima della vita e continua dopo la morte, ma si parla anche dei conflitti che viviamo ogni giorno nel nostro quotidiano, nella nostra casa, nei nostri rapporti, nella nostra terra che ci costringe ad emigrare, si parla delle donne e del loro ruolo di madri, difficile e affascinante, ma anche del ruolo di figli, audaci e liberi. E’ uno spettacolo intimo e profondo, è un teatro necessario, poiché in questo momento di alterazione della realtà, dove non si comprende più cosa è vero e cosa è virtuale, è necessario far conoscere storie di eroi veri che combattono guerre vere, perché credono veramente in qualcosa”.

L’autrice - Antonella Caldarella
Ha debuttato come attrice al Teatro Musco di Catania nel 1984. A metà degli anni Novanta ha iniziato a scrivere e dirigere spettacoli propri, sia per bambini con La Casa di Creta, sia per adulti con Teatro Argentum Potabile. Alla fine degli anni Novanta ha iniziato a condurre laboratori teatrali per utenti di tutte le età, sviluppando una propria metodologia che si rafforza con la specializzazione nella Scuola di Psicodramma Classico di Catania.

“Madri di guerra”
di Antonella Caldarella
Regia di Antonella Caldarella
Scene di Emanuele Salamanca
Musiche di Andrea Cable
Costumi di Noa Prealoni
Luci di Federico Marletta
Aiuto regia Steve Cable
Produzione Teatro Argentum Potabile
Rassegna “Undergroud rivers” -Sala Roots di Catania - 17/18 Marzo 2018
Foto di Cristina Iacona ed Emilia Maiorana