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Esordio interessante e graffiante della 23^ Rassegna di Drammaturgia Contemporanea del Teatro Stabile di Genova, ora Teatro Nazionale, in scena tra Piccola Corte e Sala Mercato dal 23 maggio fino al 30 giugno, con una serie di appuntamenti voluti all'insegna “di voci e parole che venissero o che parlassero di realtà ribollenti e attuali”. E quale realtà più attuale e ribollente del terrorismo che sconvolge da anni le nostre città mettendo in discussione parametri esistenziali consueti e la qualità delle nostre relazioni in un contesto che sembra oscurare la nostra stessa umanità, intesa come essenza e insieme come sentimento che ci lega al mondo. BU21 è una drammaturgia del 2016 dell'inglese Stuard Slade che non racconta direttamente l'evento, un sanguinosissimo attentato nella Londra contemporanea, ma ponendolo quasi in controluce rispetto alla scena lo filtra attraverso lo spirito di sei sopravvissuti che cercano di organizzarlo in racconto coerente per ritrovare, con l'intima

elaborazione, una consapevolezza di sé messa a dura prova.
Quasi una terapia di gruppo che sonda i recessi oscuri del nostro pensiero che alla fine è forse anch'essa incapace di dare conto fino in fondo della vita, e della morte che la circonda.
Una scrittura diretta e aspra capace di sollevare il velo della nostra ipocrisia e della ipocrisia della società e della stessa Storia, come nella più limpida tradizione del teatro anglosassone.
Tradotta da Natalia Di Gianmarco è messa in scena da Alberto Giusta che propone una regia accurata. In scena Daniela Duchi, Mario Cangiano, Fabrizio Costella, Valentina Favella, Silvia Napoletano e Francesco Patanè adeguati nelle rispettive parti.
Un buon esordio, con repliche fino al 2 giugno alla Piccola Corte. Applaudita con convinzione.